vi ringrazio di cuore per aver accolto l’invito a partecipare a questa S. Messa che celebro per tutti i membri delle tante aggregazioni di laici presenti nella nostra Chiesa diocesana.
Nelle tre Diocesi a cui l’obbedienza al Santo Padre mi ha inviato, ho sempre cercato di creare rapporti di comunione e collaborazione con i laici che ho trovato organizzati tra loro in associazioni, movimenti, cammini, confraternite e altre forme riconosciute e approvate dalla Chiesa.
Considero questo impegno come una delle più importanti attenzioni richieste a un Vescovo, inviato a rendere presente Gesù Buon Pastore tra i fratelli di fede.
Il Vescovo è per primo ad avere la responsabilità di riconoscere i carismi che lo Spirito Santo suscita tra i fedeli della sua Diocesi. Questi doni sono abbastanza imprevedibili perché lo Spirito di Dio soffia dove vuole e hanno bisogno di un buon discernimento. Buon discernimento significa: accorgersi che ci sono, vagliare la loro autenticità spirituale ed ecclesiale, valorizzarli in tutta la loro ricchezza, guidarli a vivere la comunione tra loro e con tutta la Chiesa diocesana.
Questo buon discernimento tocca al Vescovo che, come buon padre di famiglia, è chiamato a valorizzare ogni cosa buona per il bene di tutti. E’ quanto ho iniziato a fare in questi due anni a Udine approfittando di ogni occasione per conoscerci, accogliendo volentieri gli inviti a partecipare a momenti di incontro, dando importanza alla Consulta delle aggregazioni laicali di recente rinnovata.
Proprio quando ho avviato il rinnovamento della Consulta, ho pensato alla S. Messa di questa sera quasi come momento di ripartenza della Consulta stessa.
Ho proposto questa S. Messa, celebrata in cattedrale dal Vescovo, come un segno pubblico che mostri come nella Chiesa di Udine ci siano carismi che essa riceve dallo Spirito Santo per essere la Sposa di Cristo più ricca di esperienze spirituali e di testimonianze del Vangelo.
Ho proposto una S. Messa, invece di un’altra possibile forma di incontro, per un secondo motivo: per chiedere per tutte le diverse associazioni e movimenti e per tutti i laici che le compongono, quella grazia che Giovanni Paolo II invocò dallo Spirito Santo nello storico incontro dei movimenti e delle nuove comunità nella Pentecoste del 1998.
Queste furono le parole del Papa: ‘Oggi la Chiesa gioisce nel constatare il rinnovato avverarsi delle parole del profeta Gioele, che poc’anzi abbiamo ascoltato: «Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona… » (At 2, 17). Voi qui presenti siete la prova tangibile di questa “effusione” dello Spirito. Ogni movimento differisce dall’altro, ma tutti sono uniti nella stessa comunione e per la stessa missione. Alcuni carismi suscitati dallo Spirito irrompono come vento impetuoso, che afferra e trascina le persone verso nuovi cammini di impegno missionario al servizio radicale del Vangelo, proclamando senza pausa le verità della fede, accogliendo come dono il flusso vivo della tradizione e suscitando in ciascuno l’ardente desiderio della santità. Oggi, a tutti voi riuniti qui in Piazza San Pietro e a tutti i cristiani, voglio gridare: Apritevi con docilità ai doni dello Spirito! Accogliete con gratitudine e obbedienza i carismi che lo Spirito non cessa di elargire! Non dimenticate che ogni carisma è dato per il bene comune, cioè a beneficio di tutta la Chiesa’.
Per intercessione della Vergine del Santo Rosario, in cui onore stiamo celebrando la S. Messa, chiediamo che la nostra Diocesi accolga con gioia e riconoscenza quelle esperienze di associazioni e movimenti ecclesiali che lo Spirito Santo ha fatto nascere anche in Friuli come in tante altre parti della terra.
D’altra parte, chiediamo che in ognuno di voi, grazie all’esperienza che state vivendo nell’associazione o nel movimento, cresca un amore grande per la nostra Chiesa di Udine che è Madre di tutti i battezzati. Ricordiamoci, sempre, che, come sottolinea Giovanni Paolo II: ‘ogni carisma è dato per il bene comune, cioè a beneficio di tutta la Chiesa’.
Chiediamo, infine, che ogni associazione o movimento ecclesiale rinnovi continuamente tutta la ricchezza spirituale del carisma che ha ricevuto. Questo è la fondamentale missione che voi avete in questo tempo di impegno missionario per tutta la Chiesa.
Sempre Giovanni Paolo II affermava: ‘Gesù ha detto: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12, 49), mentre la Chiesa si prepara a varcare la soglia del terzo millennio, accogliamo l’invito del Signore, perché il suo fuoco divampi nel nostro cuore ed in quello dei fratelli‘.
Abbiamo bisogno, per far eco alle parole del Papa beato, di cristiani che non abbiano meta minore nella loro vita che la santità, nella loro condizione di vita e di professione in cui la Provvidenza li ha posti. Abbiamo bisogno di cristiani che offrano, anche comunitariamente, una convinta testimonianza di fede. Preghiamo che tutti voi siate tra questi testimoni, grazie all’appartenenza ad un’associazione o movimento ecclesiale.
Benedetto XVI, nel recente viaggio apostolico in Germania, ha denunciato con straordinario coraggio: ‘agnostici, che a motivo della questione su Dio non trovano pace; persone che soffrono a causa dei loro peccati e hanno desiderio di un cuore puro, sono più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli ‘di routine‘, che nella Chiesa vedono ormai soltanto l’apparato, senza che il loro cuore sia toccato da questo, dalla fede’.
Il pericolo più grave per la Chiesa sono i cristiani che cedono alla tentazione della tiepidezza spirituale, del compromesso, della superficiale presunzione di sentirsi sempre a posto senza bisogno di conversione.
Contro questa diabolica tentazione, possono lottare solo cristiani e comunità che conoscono il fuoco del Vangelo dal quale si lasciano continuamente purificare e che trasmettono prima con la vita che con la parola. Di questa testimonianza ha bisogno anche il Friuli e la nostra Chiesa. Questa sia la vostra prima missione su cui continuare a sostenervi all’interno delle varie associazioni e movimenti.
Abbiamo il coraggio della speranza annunciata dalla visione del profeta Gioele ascoltata nella prima lettura: ‘Come l’aurora, un popolo grande e forte si spande sui monti, come questo non ce n’è stato mai e non ce ne sarà dopo per gli anni futuri, di età in età‘.
Queste parole di Dio non ci spingono ad essere dei sognatori schiavi di irrealizzabili utopie, ma ad essere cristiani sostenuti da una speranza che è anche ‘contro ogni speranza’ umana. Per questa speranza, in un tempo di fatiche per la fede e per la Chiesa, rinnoviamo l’impegno a donare la nostra vita per il Vangelo, sicuri della potenza della risurrezione di Cristo.
Ci sostenga Maria Vergine del Rosario e Madre della Speranza che sempre accompagna la Chiesa con la sua premurosa presenza materna.