Care sorelle e fratelli,
abbiamo ascoltato dal vangelo l’annuncio del Natale. Per sentire questo annuncio ci siamo riuniti così numerosi nella nostra cattedrale.
Se ci troviamo in tanti qui in chiesa e di notte, quando normalmente dormiamo o facciamo altre cose, significa che abbiamo sentito, anche quest’anno, un bisogno interiore di celebrare il Santo Natale.
Sono convinto che nessuno è stato portato qui dall’abitudine ma da Gesù che in una notte come questa è nato a Betlemme da Maria ed è stato posto in una mangiatoia per animali.
Quel bambino è il Figlio di Dio che si fa uomo e avvertiamo e ci fa capire che ha qualcosa da dirci, qualcosa da donarci, qualcosa che non troviamo in altri posti.
Che cosa porta ancora agli uomini Gesù dopo duemila anni dalla sua nascita? Quale dono può continuare a fare solo lui perché solo lui, e nessun altro, è il Figlio di Dio che si è fatto uomo?
Permettete che proponga un risposta a queste domande che possono aiutarci a vivere profondamente il Natale. La mia risposta nasce dal vangelo che abbiamo appena ascoltato. S. Luca racconta che, mentre Gesù nasce nella borgata di Betlemme, ‘c’erano in quella regione dei pastori che vegliavano di notte, facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse gi luce’.
I pastori si trovano rischiarti da una luce intensa che fende la fredda notte e che viene dal cielo. Era la luce che il popolo ebreo aspettava e che il profeta Isaia, secoli prima aveva preannunciato, come abbiamo sentito nella prima lettura: ‘Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse’.
E S. Giovanni, presenta la nascita di Gesù con queste parole: ‘Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo’.
Gesù porta la luce di Dio e la porta per ogni uomo, quindi anche per ognuno di noi. Ma abbiamo bisogno di luce in questo momento? E di quale luce?
Non abbiamo bisogno certamente di luce esteriore. La nostra epoca ha acceso luci dappertutto, forse anche troppe quasi per cancellare la notte.
Ma per l’uomo non esistono solo luci e tenebre esteriori; c’è anche una luce e una tenebra interiore. I nostri pensieri, i sentimenti, i desideri dell’uomo possono essere illuminati o avvolti dal buio o da una specie di nebbia.
Un cuore luminoso traspare, poi, nel volto, nel sorriso, specialmente nello sguardo sereno e vivo della persona. Le tenebre o la confusione interiore generano spesso uno sguardo freddo, indifferente, stanco e, sul volto, un’ombra di tristezza o di ambiguità.
La luce e la serenità del cuore si diffonde nelle persone che ci stanno vicine, attraverso il nostro sguardo, il sorriso e la parola buona. Portiamo la nostra serenità e gioia nel loro cuore.
Questo è uno dei doni più belli che possiamo scambiarci; un dono che non costa niente. avvicina le persone. rinsalda i rapporti.
Conosciamo tutti il nome della luce che illumina i cuori: si chiama amore. Conosciamo, anche, i pensieri, sentimenti, voglie che possono appannare e spegnere questa luce di vita.
Vorremmo sempre trovare nel volto di chi ci viene incontro la luce dell’amore. Ma non siamo capaci di crearcela da soli. specialmente quando la vita è impegnativa e segnata da prove e sofferenze; e quante volte è così!
Natale ci annuncia: ‘E’ venuta
Gesù, appena nato, ha cominciato ad illuminare subito i pastori che andarono ad inginocchiarsi davanti a lui, portando nell’animo le amarezza della loro misera esistenza.
E quando si alzarono il loro cuore era rinnovato e lodavano e ringraziavano Dio per quello che avevano visto e contemplato.
In questa notte santa, durante questa S. Messa di Natale e davanti al presepio proviamo ad imitare i poveri pastori.
Apriamo il nostro spirito alla preghiera e affidiamo a Gesù, per intercessione di Maria che gli sta accanto, il nostro cuore così come lo sentiamo in questo momento.
Sarà sufficiente questa preghiera per aprire come le nostre finestre e lasciare che entri
Torneremo a casa con una luce serena e buona che traspare sul nostro volto e sarà il più bel dono che potremo fare ai nostri cari, agli amici che incontreremo, forse a qualche persona ferita dalla sofferenza.
Così sia per tutti un buon Natale.