Omelia nella Messa del Mercoledì delle ceneri (5 marzo 2025)

05-03-2025

Iniziamo oggi la Quaresima, tempo di grazia da vivere nella consapevolezza che non si tratta di un tempo “infinito”! È un tempo che dura 40 giorni, è un tempo in cui ci viene offerta un’opportunità, che merita di essere colta: quella di iniziare un cammino di “vera” conversione: così recita la preghiera di Colletta di questa celebrazione. È un modo per dire: attenti perché il cammino che stato facendo si espone anche al rischio di non essere autentico! Attenti!

Quali sono gli elementi che dobbiamo tenere presenti per comprendere se stiamo iniziando un cammino di “vera” conversione Basta pregare un po’ di più? Digiunare un giorno alla settimana? Dare l’elemosina a qualcuna delle persone che troviamo per strada? Gesù nel Vangelo di oggi ci dice che pregare, digiunare, fare l’elemosina rischiano di essere “ambivalenti”, cioè potrebbero essere vissuti al servizio del proprio “io”, della propria gloria, anziché al servizio di Dio e della gloria di Dio.

Ecco allora l’invito di Gesù a vivere la preghiera, il digiuno e l’elemosina nel segreto. Un criterio inequivocabile per verificare l’autenticità dell’esperienza cristiana è quella di non essere appariscente, roboante, eclatante, ma umile, riservata, laboriosa nel silenzio e nel nascondimento.

Così è vissuto Gesù per trent’anni prima di iniziare l’esperienza della vita pubblica, nella quale pure rifuggiva sempre dall’acclamazione e dall’esposizione, cercando piuttosto di privilegiare il rapporto personale con Dio Padre in luoghi deserti, con i discepoli chiamandoli in disparte, e con coloro che si rivolgevano a lui per essere sanati operando nelle case o comunque fuori dal clamore delle folle.

Il cammino della “vera” conversione quindi se da una parte rifugge dall’apparire e dalla superficialità, dall’altra si caratterizza per il fatto di andare sempre più in profondità nel rapporto con Dio, riconoscendolo come Padre misericordioso e benigno, tardo all’ira e ricco di benevolenza, compassionevole e pronto al perdono.

Dove potremo fare esperienza di questa “paternità” divina se non nell’ascolto assiduo della Sua Parola, nel silenzio dell’adorazione eucaristica, nella celebrazione del Sacramento della Riconciliazione? Segno di “vera” conversione sarà poter condividere con i fratelli quell’esperienza di misericordia sperimentata in prima persona da parte di Dio: “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato” (Lc 6, 36-37).

Il cammino della “vera” conversione è però sempre un combattimento contro lo spirito del male. Noi non siamo degli ottimisti ingenui!

Già nella prima domenica di Quaresima, il Vangelo ci metterà a confronto con questa realtà misteriosa, lo spirito del male, che ha messo a dura prova anche il Figlio di Dio sin dall’inizio del suo ministero pubblico. Gesù è uscito vincitore da questa lotta grazie al fatto che quello Spirito di Dio che lo aveva condotto nel deserto, lo ha sostenuto nella lotta. E quando lo spirito del male tornerà al termine dell’esistenza terrena di Gesù per schiacciarlo con la morte, lo Spirito Santo di Dio renderà vittorioso definitivamente Gesù, risuscitandolo dalla morte: il mistero pasquale è il culmine verso cui è orientata la Quaresima.

Anche noi in questo tempo di Quaresima lasciamoci guidare e sostenere nel combattimento contro lo spirito del male dallo Spirito Santo di Dio, che nel Battesimo ci ha resi figli di Dio, allora davvero nella Veglia Pasquale saremo partecipi con Cristo della vittoria sul peccato e sulla morte e potremo dire di aver fatto un cammino di “vera” conversione!