OMELIA NELLA CELEBRAZIONE DEI PRIMI VESPRI DEI SANTI PATRONI ERMACORA E FORTUNATO
Consegna della lettera pastorale per l’anno 2010 – 2011

11-07-2010

Cari sacerdoti, diaconi, consacrate/i, fedeli laici,
per una Chiesa diocesana la celebrazione della memoria dei suoi Patroni è una delle feste più solenni. La iniziamo questa sera in Cattedrale celebrando i primi vespri in onore dei santi Ermacora e Fortunato con la partecipazione delle comunità cristiane che formano l’Arcidiocesi di Udine, qui rappresentate anche dalle loro croci astili. La proseguiremo domani mattina, sempre in Cattedrale, con la S. Messa della festa dei S. Patroni e la concluderemo domani sera, con la concelebrazione eucaristica dei vescovi delle diocesi della Regione, nella basilica di Aquileia dedicata a Maria e ai SS. Ermacora e Fortunato.
Il ricordo del santo vescovo Ermacora, unito nel martirio al suo diacono Fortunato, ci riporta ogni anno alle origini della nostra fede e della Chiesa di cui siamo membri. Come sappiamo, infatti, Ermacora è stato il primo Vescovo che ha guidato la piccola comunità cristiana che si era formata nella città romana di Aquileia. Essa era nata grazie alla forza del Vangelo che S. Ermacora aveva annunciato, in modo convincente, con la sua parola e con la testimonianza della vita, fino al martirio.
Di lui e del suo diacono Fortunato abbiamo poche notizie. Abbiamo, però, la notizia più importante: egli ha contribuito a generare, in queste terre, la Chiesa di Cristo spargendo dentro la città di Aquileia il Seme del Vangelo di Gesù che, secondo la tradizione, avrebbe ricevuto direttamente dall’evangelista S. Marco.
Ermacora e altri missionari hanno predicato non una loro dottrina ma la Parola di Dio e tra gli ascoltatori alcuni si sono sentiti infiammare il cuore, come i due discepoli di Emmaus quando ascoltarono Gesù. Essi si sono riuniti attorno a quei missionari, attorno ad Ermacora ed è nata la prima comunità cristiana ad Aquileia. E’ nata dall’ascolto della Parola di Dio.
Questa Parola si è presto diffusa nelle nostre vallate come testimoniano le antichissime chiese che ho ammirato nella visita alle foranie che sto facendo. Grazie alla forza di convinzione della Parola del Vangelo un numero sempre più grande di persone ha scoperto la fede in Gesù Cristo e la primitiva comunità cristiana di Aquileia è cresciuta. E’ diventata una grande Chiesa che, come Madre, ha abbracciato tutto il territorio e la popolazione del Friuli. E’ la Chiesa di cui anche noi siamo figli e che questa sera ci ha riuniti nella Cattedrale, giungendo da ogni zona e vallata del Friuli.
I santi Patroni Ermacora e Fortunato ci dicono: ricordatevi che voi siete figli ed eredi di una Chiesa che viene da lontano e che è iniziata grazie alla potenza di una Parola che non era dottrina di uomini ma Parola di Dio, Vangelo di Gesù.
E ci esortano: custodite quella Parola! Rimanete in ascolto sempre della stessa Parola di Dio che secoli fa è stata seminata nella città di Aquileia. Accoglietela nel vostro cuore e seminatela ancora attorno a voi in ogni luogo e occasione.

Care sorelle e fratelli, con gioia celebro con voi per la prima volta la festa dei nostri Patroni. Sento la responsabilità di essere successore di S. Ermacora, primo Vescovo di questa Santa Chiesa di Udine, erede di Aquileia.
Molti mi chiedono: che programmi ha per la Diocesi? Quali sono le prime indicazioni pastorali che intende dare?
Quasi ad una sola voce con il mio santo predecessore Ermacora, vi offro la mia prima indicazione pastorale: ‘Ascoltiamo la Parola di Dio!’. Perché dalla Parola del Vangelo è stata generata la nostra Chiesa nella quale siamo cresciuti e abbiamo ricevuto il dono della fede. Solo se continuerà a nutrirsi di essa, la Chiesa di Udine sarà in salute e potrà compiere la sua missione.
Facendovi questa esortazione, oltre che con la voce di S. Ermacora, mi sento in piena sintonia con un altro santo mio predecessore e Pastore della Chiesa di Aquileia: S. Cromazio. In un suo sermone diceva: ‘Il cristiano ascolta i profeti e si nutre dell’insegnamento dei profeti, perché la predicazione dei profeti è cibo per l’anima e alimento dello spirito. Egli ascolta il Vangelo e mangia avidamente l’insegnamento del Vangelo, perché lì sente parlare Cristo, che discende come pane del cielo per nutrire il cuore dei credenti. Egli ascolta l’Apostolo e si nutre avidamente dell’Apostolo, perché l’insegnamento dell’Apostolo è per lui un ristoro. Per questo l’anima fedele mangia di tutto, perché trae forza da ogni scrittura divina, dall’alimento della fede e dalla parola di verità. Come se uno mangia i cibi in un grande banchetto, prende di ogni portata, così l’anima fedele e ricca in Cristo si nutre di ogni parola di Dio e ne trae forza e se ne sazia’ [1].
Ecco, cari sacerdoti e fedeli, il mio primo programma pastorale: ‘Ascoltiamo la Parola di Dio! Nutriamoci della Parola dei profeti, di Gesù, degli apostoli!’.
Grazie a questo nutrimento la nostra Chiesa ha attraversato i secoli, lungo i quali sono morte tante altre istituzioni umane che sembravano ben più potenti della Chiesa.
Usando le parole del S. Cromazio, esorto me e tutti voi a continuare a nutrici del vero cibo di vita eterna che è la Parola che Dio stesso ci ha inviato parlandoci per mezzo dei profeti e, nella pienezza dei tempi, per mezzo del suo Figlio stesso, il nostro Signore Gesù.
Il corpo deve nutrirsi ogni giorno per non indebolirsi e morire. Anche la nostra mente e il nostro cuore hanno il loro cibo: sono le parole.

Nel nostro tempo non manca certo questo cibo perché, come non mai, siamo immersi ogni giorno dentro tante parole che leggiamo, ascoltiamo, diciamo. Ma quante di queste parole valgono veramente? Se nutriamo la nostra mente di parole povere, vuote o inquinate, anche i nostri pensieri saranno deboli e intossicati i sentimenti del cuore.
Proprio perché siamo avvolti da tante parole di uomini è urgente che mettiamo dentro la nostra mente la Parola di Dio e la custodiamo nel cuore, come faceva Maria.
E poi, con la voce e la vita, portiamo quella Parola in famiglia, negli ambienti di lavoro, nella società, ai piccoli che crescono. Saremo missionari come lo fu S. Ermacora.
Consegno questa sera la mia prima Lettera pastorale intitolata: ‘Ascolta, figlio, le mie parole! Per essere una Chiesa guidata dalla Parola di Dio’.
La consegno perché sia guida, durante il prossimo anno pastorale, ad un rinnovato impegno di ascolto della Parola di Dio nella nostra Arcidiocesi.
Alla Lettera, in settembre, aggiungeremo delle schede che potranno servire per organizzare incontri di preghiera e ascolto della Parola di Dio.
Lo Spirito del Signore ci faccia sentire la fame della Parola di Dio: ‘Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio’. Ci doni la gioia che provarono i due discepoli di Emmaus quando sentirono infiammarsi il cuore alle parole di Gesù risorto che camminava con loro.
A conclusione dell’anno pastorale, organizzeremo un incontro diocesano a cui invito tutti. Sarà un incontro attorno alla Parola di Dio nel quale vorrei che ascoltassimo anche testimonianze di qualche persona, gruppo o comunità che ha vissuto l’ascolto della Parola del Signore.
Prima della pesca miracolosa Pietro dice a Gesù: ‘Sulla tua parola getterò le reti’. Sulla Parola di Dio, che ci impegniamo ad ascoltare e meditare, anche la Chiesa di Udine vuol andare a avanti e vedremo miracoli.


[1] CROMAZIO, VESCOVO DI AQUILEIA, Sermone XII sull’epistola ai Romani, in Corpus Scriptorum Ecclesiae Aquileiensis, IV/1, 107