Cari sacerdoti, diaconi, consacrate/i, fedeli laici
abbiamo ascoltato nella breve lettura della Parola di Dio l’inno di vittoria con il quale S. Paolo conclude il capitolo ottavo della lettera ai Romani: ‘Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? In tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati… né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù, nostro Signore’.
Nella sua vita l’apostolo aveva conosciuto la tribolazione, la persecuzione, la fame, i pericoli; alla fine avrebbe conosciuto anche la spada della decapitazione. Ma da quando aveva incontrato Gesù risorto sulla via di Damasco, aveva anche scoperto una sicurezza più grande di ogni minaccia: l’amore di Gesù per lui, più forte di ogni male e della morte stessa.
Per questo aveva fatto un grande atto di fede mettendo nelle mani crocifisse di Gesù risorto tutta la sua vita fino al martirio, supremo atto di fede nel suo Signore.
I Santi Patroni Ermacora e Fortunato hanno rivissuto la stessa esperienza dell’apostolo Paolo. Ascoltando ad Aquileia la predicazione del Vangelo ‘ portata, secondo la tradizione, da S. Marco stesso ‘ hanno conosciuto e incontrato l’amore di Gesù crocifisso e risorto. Affidandosi a lui hanno scoperto una nuova sicurezza e una nuova speranza che non conoscevano.
Con Paolo anch’essi erano pronti ad esclamare: ‘Chi separerà dall’amore di Cristo? Né l’opinione pubblica contraria, né la persecuzione, né la spada. In Colui che ci ha amati noi siamo più che vincitori’. E hanno concluso la loro esistenza terrena con il supremo atto di fede del martirio. Hanno dato testimonianza, come diremo nel responsorio, che ‘è grande il Dio dei cristiani’.
Questo atto di fede in Gesù crocifisso e risorto del vescovo Ermacora e del suo dia-cono Fortunato, sta a fondamento della Chiesa di Aquileia e della nostra Chiesa che ne è figlia. E’ giunto fino a noi grazie ad un’ininterrotta catena di credenti che lo hanno professato con la voce e testimoniato con la vita.
L’ANNO DELLA FEDE
Durante il prossimo anno pastorale vogliamo rinnovare, personalmente e comunitariamente, la fede per la quale hanno dato la vita i nostri Santi Patroni e tanti altri martiri e santi della storia della nostra Chiesa.
Ci invita a farlo il Santo Padre che ha indetto un Anno della fede a ricordo dei cin-quant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II e dei vent’anni dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.
In comunione con tutta la Chiesa Cattolica, anche nella nostra Chiesa di Udine vivremo un Anno della fede riscoprendo la gioia di aver ricevuto in dono quella fede che ‘ come afferma il simbolo di Aquileia ‘ è comune anche a Roma, ad Alessandria e a Gerusalemme; e, aggiungiamo oggi, a tante altre Chiese diffuse in tutti i continenti. Come il Papa a Roma, inizieremo l’Anno della fede con una celebrazione in Cattedrale il giorno 11 ottobre, anniversario del Concilio.
All’inizio dell’anno pastorale consegnerò una Lettera pastorale nella quale offrirò delle riflessioni e un programma di iniziative per valorizzare l’Anno della fede.
Tra queste iniziative, ne ricordo già ora alcune in particolare.
LA LECTIO DIVINA SUL TEMA DELLA FEDE NEL VANGELO DI LUCA
Proporremo anche quest’anno un sussidio ‘ preparato da mons. Rinaldo Fabris ‘ per l’ascolto comunitario e personale della Parola di Dio. Il sussidio sarà dedicato a brani del vangelo di Luca che leggeremo nelle domeniche. Saranno scelti brani che parlano direttamente dell’esperienza della fede. Saremo, così, aiutati a riscoprire nel Vangelo di Gesù la sorgente genuina della nostra fede in lui.
EDUCARE ALLA FEDE MEDIANTE L’INIZIAZIONE CRISTIANA
Continueremo a lavorare sul tema dell’educazione. Lo scorso anno, attraverso il sussidio ‘Educare alla vita buona del Vangelo nella Chiesa di Udine’, migliaia di educatori e genitori si sono coinvolti offrendo preziose osservazioni ed indicazioni. Altrettanto prezioso è stato il contributo del Convegno diocesano del 19 maggio scorso.
Possiamo dire che, passo dopo passo, stiamo creando una condivisione su che cosa la Chiesa intenda per educazione; su quali siano gli obiettivi, le condizioni, le attenzioni per una buona azione educativa. Questa condivisione è necessaria per creare in diocesi una reale alleanza educativa. Le conclusioni a cui siamo giunti cercheremo, ora, di applicarle alle nostre concrete attività educative che portano avanti le famiglie, le parrocchie, le foranie, le associazioni, le scuole, ecc.
La più importante e impegnativa azione educativa che offriamo ai nostri figli è il cammino di iniziazione cristiana che comincia con il battesimo e si conclude con la cresima.
E’ la più importante perché con questa azione educativa (che comprende il catechismo, l’esperienza dei sacramenti, altre varie esperienze) noi trasmettiamo alle nuove generazioni la nostra fede e contribuiamo a formare nuove coscienze cristiane.
E’ impegnativa perché conosciamo tutti le molte difficoltà che sta incontrando e che mettono a dura prova i ragazzi, i genitori, i catechisti e gli altri educatori.
Nell’Anno della fede cominceremo a prendere in considerazione il cammino di iniziazione cristiana che ha l’obiettivo proprio di trasmettere la fede ai bambini, ragazzi e giovani.
Partiremo dall’inizio considerando il primo tratto del cammino: quello che va dai 0 ai 6 anni, dal battesimo all’inizio del catechismo in parrocchia. Faremo delle proposte e offriremo sussidi da verificare assieme.
UN CAMMINO DI FEDE PER RAGAZZI E ADOLESCENTI
Coinvolgeremo nell’Anno della fede anche i ragazzi dell’età della scuola media e superiore. Le commissioni della Pastorale giovanile prepareranno dei sussidi che contengono veri e propri itinerari per aiutare ragazzi e adolescenti a riscoprire ed approfondire in modo esperienziale la loro fede.
Essi vivono un’età nella quale possono fare un passaggio decisivo: passare dalla fede accolta dagli adulti (in famiglie, in parrocchia, nel catechismo) ad una personale e convinta esperienza di fede che li accompagni per tutta la vita.
Come Vescovo e Pastore mi sento molto vicino alla ricerca che vivono i nostri ragazzi e giovani e cercherò di aiutarli nella fede in Gesù con tre incontri: il primo sarà in cinque zone della diocesi tra ottobre e novembre, il secondo all’inizio della Quaresima in Cattedrale e il terzo in vicinanza di Pentecoste, sempre in Cattedrale.
RINNOVATI ITINERARI PER IL CATECHISMO DEI BAMBINI
Per educare alla fede i bambini delle elementari, la Commissione catechistica diocesana offrirà degli itinerari con sussidi adeguati che potranno essere di supporto all’azione educativa in particolate dei catechisti e dei genitori. Questi itinerari sono ad experimentum e su di essi gli educatori potranno dare valutazioni ed indicazioni.
CI ACCOMPAGNINO I TESTIMONI DELLA FEDE: LA VERGINE MARIA E I SANTI PATRONI
Le iniziative che ho elencato ci mostrano come l’Anno della fede, indetto da Benedetto XVI, trovi la nostra Chiesa di Udine già impegnata in molto modi nella trasmissione, nell’educazione e nell’approfondimento della nostra fede.
Ad esse ne potremo aggiungere altre di particolari per quest’anno e che indicherò nella Lettera pastorale.
Nel programma di formazione del clero, nella formazione dei diaconi, negli incontri per religiose e religiosi e nelle diverse iniziative di formazione dei laici invito, in ogni caso, a tener conto del tema della fede, del 50° anniversario dell’inizio del Vaticano II e del 20° della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Sabato 18 agosto vivremo nel Santuario della Madonna di Monte Lussari il 30° Pellegrinaggio dei 3 popoli. Avrà come tema: ‘Beata colei che ha creduto. Con Maria verso l’Anno della fede’. Pregheremo che ci sia madre, sorella ed esempio mentre tutti assieme – Vescovo, sacerdoti, diaconi, consacrate/i, fedeli laici ‘ ci impegniamo a rinnovare con più convinzione la nostra fede e a trasmetterla con grande passione.
Ci siano vicini i Santi Patroni Ermacora e Fortunato che con la parola e la testimonianza fino al martirio hanno piantato nelle nostre terre la fede in Gesù Cristo che è stata, e vogliamo che sia in futuro l’unica sicurezza e speranza della nostra vita.
Festa dei Santi patroni Ermacora e Fortunato
(Cattedrale, 11 luglio 2012)