Cari Fratelli e Sorelle,
don Mario Gariup ci ha riuniti per l’ultima volta in questa sua chiesa dove ha celebrato per 44 anni e dove adesso celebriamo per lui la Santa Messa di esequie nella quale lo consegniamo alla misericordia di Dio. Poi riposerà qui nel cimitero accanto alle tombe di tanti cristiani che ha accompagnato e benedetto e che ora lo accolgono tra loro in cielo nella comunione dei santi.
Ad ognuno di noi don Mario ha lasciato qualcosa di sé: il sorriso, una parola buona di consiglio, di conforto, magari di richiamo, un sentimento di amicizia, un gesto di amore e di aiuto. Le persone buone lasciano un’eredità di bene nel cuore e nella vita di coloro che hanno potuto incontrarle e avere un legame profondo con loro.
Per quanto anch’io l’ho conosciuto, credo di poter dire che don Mario, dietro un carattere magari un po’ riservato, aveva un cuore veramente buono, sensibile verso l’amicizia, capace di amicizia. Ora che fisicamente ci ha lasciati cresce in noi un sentimento di sincera riconoscenza nei suoi confronti.
Questa la nostra riconoscenza farà veramente del bene a don Mario se la trasformiamo in preghiera per lui. La nostra preghiera è atto di amore che arriva fino al cuore di Dio e al cuore di don Mario che ricambierà intercedendo per noi dal cielo.
Nella seconda lettura san Paolo ci ha ricordato che dopo la morte ognuno comparirà «davanti al tribunale di Cristo per ricevere la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male». Mentre anche don Mario compare davanti a Cristo, suo Signore, gli siamo vicini con la nostra preghiera e lo raccomandiamo a Gesù perché guardi le tante opere di bene che questo sacerdote ha compiuto finché era nel corpo in mezzo a noi.
Uno dei grandi meriti di don Mario che possiamo ricordare al Signore è quello di essere stato veramente uno di quei servi fedeli di cui Gesù ci ha parlato nel vangelo. Voi, fratelli e sorelle, potete testimoniare che nei 44 anni che è stato parroco di Ugovizza e nei 20 di Malborghetto-Valbruna don Mario è entrato e si è incarnato nella vita delle persone e delle comunità cristiane che gli erano state affidate.
Papa Francesco invita i sacerdoti ad essere pastori che hanno addosso “l’odore delle pecore”; don Mario aveva questo odore perché viveva della vita dei suoi cristiani e delle comunità alle quali si era profondamente appassionato. Anche la spiccata intelligenza di cui era dotato l’ha impegnata per ricostruire la storia e la cultura delle popolazioni di queste vallate producendo un gran numero di studi e pubblicazioni per aiutare la gente a non perdere il ricordo delle proprie radici e delle proprie tradizioni.
Ha testimoniato fini alla fine il suo attaccamento alle comunità per le quali aveva consumato la vita. Pochi mesi fa, già in precarie condizioni di salute, era ospite a Udine della comunità della Fraternità sacerdotale ma ripetutamente mi supplicava di poter tornare a casa sua, a Ugovizza, anche contro il parere dei medici. Alla fine ho assecondato questo suo desiderio perché percepivo che veniva dal profondo del suo cuore. Adesso mi vien da dire che probabilmente presagiva che ormai il suo tempo si faceva molto breve e voleva concludere il suo pellegrinaggio terreno tra la sua gente come un padre che vuol morire tra i suoi figli.
Così è stato e si è addormentato serenamente nel Signore avendo ricevuto il sacramenti del viatico e dell’unzione degli infermi. Per altro era preparato alla visita del Signore perché, specialmente durante l’ultimo anno, le dolorose traversie di salute con ripetuti ricoveri e interventi chirurgici lo avevano purificato anche nell’anima. Lo avevano allenato a sopportare con pazienza le sofferenze e le debolezze del corpo affidato alla volontà di Dio.
Gesù chiama “beati” i servi che sono stati fedeli nel compito loro assegnato mentre aspettavano la visita del Signore.
Caro don Mario, preghiamo per te perché tu abbia la grande grazia di sentire Gesù che ti chiama “beato” perché, come lui, sei stato un pastore buono e fedele tra le sue pecore .Che tu sia beato sia per l’eternità nella gioia dei santi.