Cari fratelli e sorelle,
accompagniamo con l’affetto e la preghiera il nostro don Giuseppe Tracanelli all’incontro finale con Gesù risorto che lo accoglie nella sua misericordia e lo introduce nella vita che non avrà mai fine nella quale egli ha certamente sempre creduto e sperato.
Celebriamo, secondo il suo desiderio, la Santa Messa di esequie in questa chiesa parrocchiale di Goricizza dove egli aveva ricevuto i sacramenti e la sua prima educazione cristiana e dove aveva avvertito la chiamata del Signore a seguirlo nella vita sacerdotale. Riposerà anche nel vicino cimitero dove aveva già fatto preparare il suo posto.
Don Giuseppe conclude un lungo pellegrinaggio terreno che è durato quasi 88 anni dei quali ben 64 consacrati a Cristo e alla Chiesa di Udine in un fedele ministero sacerdotale.
Negli anni giovanili ha fatto servizio nella Cattedrale con il compito di mansionario dedicandosi alla cura della liturgia, grazie anche alla sua bella voce, e alle attività pastorali della parrocchia della Cattedrale. Successivamente, per 10 anni è stato parroco di Nogaredo di Prato per passare quindi nella parrocchia di Pozzo alla quale ha dedicato 40 anni della sua vita prima come parroco e poi come vicario parrocchiale. Il deterioramento delle condizioni generali di salute lo hanno portato per un breve periodo ad essere ospite nella comunità della Fraternità sacerdotale per passare, infine, nella residenza «Fondazione E. De Giudici» di Pradamano a cui va la nostra riconoscenza per la delicata assistenza riservata a don Giuseppe. Lì il Signore gli ha rivolto l’ultima chiamata a seguirlo, come servo fedele, nel banchetto celeste.
Abbiamo ascoltato nella prima lettura queste parole di S. Paolo: “Se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli”.
Per quanto ho conosciuto don Giuseppe, ho intuito che ha certamente vissuto esperienze belle nel ministero sacerdotale a cui si era dedicato con tutto il cuore e con tutte le sue capacità e i talenti che il Padre gli aveva donato. Ma la misteriosa volontà di Dio non gli ha risparmiato neppure la croce. Per anni ha sopportato la sofferenza della debolezza fisica e di quella interiore che ha volte pesa di più. Questo fino agli ultimi anni di esistenza terrena passati nella residenza di Pradamano dove ha toccato con mano che “il suo uomo esteriore si andava disfacendo” progressivamente. Lo Spirito del Signore, però, lo ha sostenuto anche in quella situazione umanamente molto dolorosa e gli ha donato forza e serenità di animo. Il suo uomo interiore si rinnovava e si purificava dentro la prova.
E noi crediamo che, purificato dalla croce e portando con sé le opere di bene che ha compiuto, don Giuseppe possa ora fissare il suo sguardo sulle “cose invisibili” che sono eterne perché sono il Volto di Dio e di Gesù risorto. Dopo aver sopportato con pazienza “il momentaneo, leggero peso della tribolazione” riceva “una quantità smisurata ed eterna di gloria”.
Fin che è stato in grado di farlo, don Giuseppe ha celebrato quotidianamente la Santa Messa che è l’azione più grande che un sacerdote possa compiere perché in quel momento Gesù stesso agisce realmente in lui e per mezzo di Lui. Ogni giorno ha mangiato il Corpo e bevuto il Sangue di Cristo nella comunione eucaristica. Grazie a questa comunione con Gesù goda la realizzazione della grande promessa del Signore che abbiamo ascoltato nel vangelo: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
Con affetto e riconoscenza, per quanto ha fatto di bene nella nostra Chiesa e per tante persone, noi offriamo questa Santa Messa di esequie invocando per il caro don Giuseppe quelle grazie che la Parola di Dio ci ha rivelato e che ho appena ricordato. Chiediamo a Dio Padre che lo accolga alla sua presenza e gli riveli la gloria del suo Volto senza più veli. Chiediamo che Gesù, che ha vinto la morte per se stesso e per noi, lo risusciti nell’ultimo giorno.
Riposa in pace, caro don Giuseppe, in attesa della risurrezione.