Cari fratelli e sorelle,
don Dionisio Mateucig ci ha riuniti, per l’ultima volta su questa terra, nella sua amata chiesa di Camporosso e all’ombra del santuario della Madonna di Monte Lussari, che è stata la passione dei suoi ultimi anni di sacerdozio. Tutti sentiamo dentro di noi uno strappo doloroso perché la morte che ci ha portato via questo sacerdote che era riuscito ad entrare nel nostro cuore, con dolcezza e familiarità, come un amico, un fratello, un padre buono. Il nostro dolore, però, è anche sereno perchè ricordando don Dionisio subito rivediamo il suo sorriso sempre affabile, accogliente, rassicurante.
Ognuno di noi trova dentro di sé, in questo momento, i ricordi belli di don Dionisio, le esperienze condivise con lui, i sentimenti profondi che ancora legano a lui. Credo, infatti, che abbia lascato una traccia di bontà umana e di fede genuina in tutte le persone che ha incontrato nel suo ministero iniziato, come cappellano a Cussignacco e proseguito come parroco a Forni di Sotto, a Sappada, a S. Pietro al Natisone e, infine, qui a Camporosso e al santuario di Monte Lussari.
Ognuno di noi sente il desiderio e il dovere di dire in questo momento e dal profondo del cuore: grazie, don Dionisio. Possiamo fargli sentire il nostro grazie standogli vicino con la nostra preghiera di suffragio e raccomandandolo a Dio Padre misericordioso e a Gesù del quale è stato fedele sacerdote.
Sperando di interpretare il pensiero e i sentimenti di tutti, cerco di ricordare il nostro caro don Dionisio alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato perché, per quanto l’ho conosciuto questo nostro sacerdote mi sembra che egli ha veramente messa in pratica. Per questo possiamo dire a Dio: accogli don Dionisio perchè ha obbedito alla tua Parola e l’ha incarnata nella sua vita.
Abbiamo ascoltato dal libro della Sapienza: «Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio e nessun tormento le toccherà». Don Dionisio è stato un uomo giusto davanti a Dio e davanti agli uomini. Chi non ha goduto del suo carattere sempre sereno, accogliente, ottimista, che appianava con pazienza i contrasti, che non conosceva parole di critica acida ma che cercava parole buone e confortanti? Erano qualità che venivano dal suo cuore; un cuore di uomo giusto che non conservava ombre di risentimenti, rancori, gelosie; un cuore che si era formato dentro il Sacro Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria.
Abbiamo ascoltato ancora: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore». Don Dionisio ha preso molto seriamente la sua ordinazione sacerdotale. Da quel giorno ha vissuto come un consacrato a Cristo e alla sua Chiesa di Udine. Come il chicco di grano, non ha più penato a conservare la propria vita e la propria persona ma l’ha messa a disposizione. L’ha consacrata a Dio e alla sua Chiesa nell’obbedienza che ha vissuto in modo esemplare accettando i nuovi incarichi che il vescovo gli chiedeva e accettandoli con prontezza e dignità d’animo, senza recriminazioni o parole inutili; anche quando c’era da abbracciare sacrificio e rinuncia di sé.
In tutte le parrocchie in è stato si è speso con quotidiana fedeltà, dedicandosi a tutte le esigenze delle comunità cristiane e dei fedeli a lui affidati. Anche quest’anno, quando ormai le forze erano allo stremo, è tornato al Monte Lussari perché lì era il suo dovere di parroco. E lì ha consumato il suo ultimo sacrificio, vicino a Maria, amorevolmente assistito dalle persone buone che gli hanno voluto bene e che in questo momento ringraziamo una per una.
È morto come il chicco di grano seguendo l’esempio di Gesù, su Maestro. Ora siamo certi che il Signore manterrà con don Dionisio la sua promessa: «Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore». Crediamo e speriamo che don Dionisio sia ora con Gesù risorto anche perchè Dio, come fa con i giusti, lo ha saggiato come oro nel crogiolo con la malattia degli ultimi tempi. Ora può accoglierlo come un olocausto che si è consumato per lui e per i fratelli.
Vicino a don Dionisio vediamo, in questo momento, il volto materno della Vergine Maria alla quale è stato per tutta la vita profondamente devoto, promuovendo pellegrinaggi al santuario di Maria Lugau e offrendo un contributo decisivo per rilanciare il santuario di Monte Lussari. Penso che in cuor suo sperasse di chiudere gli occhi proprio lassù, presso il suo santuario. Maria lo ha esaudito perché lì è rimasto fin quasi alla fine e ora riposerà a Camporosso, sotto gli occhi misericordiosi della Vergine.
Dal cielo don Dionisio continui ad intercedere per noi e ottenga la grazia di nuovi giovani chiamati al sacerdozio, ai quali è sempre stato affezionato.
Camporosso, 1° settembre 2016