d. Alberto Zanier è qui davanti a Gesù, al Vescovo e alla Chiesa e chiede di essere ordinato presbitero. Il rettore del seminario ha appena dato buona testimonianza di lui e della sua preparazione per cui lo accogliamo e iniziamo a celebrare i riti solenni e intensi dell’ordinazione sacerdotale.
Siamo nell’anno della fede e possiamo dire che stiamo per vivere un grande atto di fede. Lo sta per vivere, per primo, d. Alberto perché, in questo momento crede con tutto il cuore che attraverso l’imposizione delle mani del vescovo e dei sacerdoti concelebranti e la preghiera di consacrazione, Gesù trasformerà la sua persona. Grazie all’azione creatrice dello Spirito Santo lo renderà suo sacerdote per l’eternità e gli donerà il potere di agire in sua persona. In d. Alberto sarà Gesù che agisce e continua ad annunciare la sua Parola di salvezza, ad assicurare il perdono a noi peccatori, a donare il suo Corpo e Sangue a noi deboli pellegrini in cammino verso la patria vera del cielo.
In profonda comunione di fede e di affetto con d. Alberto, la sua ordinazione sacerdotale invita anche tutti noi ad un grande atto di fede. Non stiamo, infatti, partecipando ad una cerimonia solenne che dà a questo giovane un importante incarico dentro la Chiesa di Udine ma ad un reale e grande intervento d’amore di Gesù risorto che, dopo aver d. Alberto chiamato, lo unisce a sè e con la potenza dello Spirito Santo lo rende partecipe del suo stesso sacerdozio. Per questa consacrazione che Gesù compirà su di lui, d. Alberto potrà donare il perdono di Dio ai peccatori e, quotidianamente, consacrare il pane e il vino in modo che lui, per primo, e i suoi fratelli possano nutrirsi del Pane della Vita, il Corpo e Sangue di Gesù.
Possiamo dire che l’atto di fede che vivremo nell’ordinazione di d. Alberto è lo stesso che ci chiede sempre il sacramento dell’eucaristia. Celebriamo l’ordinazione di d. Alberto dentro la S. Messa della festa del Corpo e Sangue di Gesù che è il Mistero della nostra fede, come proclama il sacerdote dopo aver ripetuto sul pane e il vino le parole stesse di Gesù e averli consacrati nel suo Corpo e nel suo Sangue.
“Mistero della fede” ci dice il celebrante invitandoci ad adorare Gesù che si è reso realmente presente con il suo Corpo e Sangue per essere nostro cibo e nostra Vita. Mentre, però, guardiamo verso l’altare e verso Gesù che si dona nell’eucaristia, noi vediamo vicino un altro “mistero della fede”: è il vescovo o il sacerdote che hanno ripetuto in prima persona le parole di Gesù e consacrato il pane e il vino. E’ il Signore che li ha scelti e li ha consacrati con il suo Santo Spirito, come farà tra poco con d. Alberto, perché continuino la sua presenza e la sua opera di amore in mezzo ai cristiani. E la loro prima opera di amore è donare il Corpo e Sangue di Gesù, il Pane della vita.
Il Vangelo della moltiplicazione dei pani, che ci è stato letto, racconta che di fronte a cinquemila uomini affamati Gesù dice agli apostoli: ‘Date voi da mangiare a queste persone’. Essi non sanno cosa rispondere perché hanno appena cinque pani da distribuire. Anche noi vescovi e sacerdoti siamo poveri uomini e non abbiamo tante risorse personali per aiutare la gente. Gesù, però, mette nelle mani degli apostoli il suo pane che ha moltiplicato perché lo offrano ai fratelli e alle sorelle e quel pane è sufficiente per tutti; anzi ne avanza.
Gesù continua questo miracolo. Consacra i suoi sacerdoti, consacra le loro mani e mette in esse il suo Pane di Vita eterna, il suo Corpo e Sangue perché lo offrano a tanti cuori affamati e assetati di speranza e di vita.
Tra poco ungerò con il Sacro Crisma le mani di d. Alberto dicendo: ‘Il Signore Gesù Cristo, che il Padre ha consacrato in Spirito Santo e potenza, ti custodisca per la santificazione del suo popolo e l’offerta del sacrificio’. Consacrato nel cuore, nell’anima e nelle mani, d. Alberto potrà offrire a Dio Padre il sacrificio di Cristo nella celebrazione dell’eucaristia e donare ai fratelli riuniti il Corpo e sangue di Gesù che li santifica.
Tutto questo è il grande ‘Mistero della fede’ che Gesù ci ha lasciato perché, grazie ai sacerdoti, noi possiamo sempre incontrarlo e trovare il lui riposo e speranza.
Teniamo, allora, viva la nostra fede mentre iniziamo il rito di ordinazione e preghiamo per questo nostro giovane fratello perché abbia sempre una grande fede nel cuore e sia fedele al programma di vita che gli indicherò quando metterò tra le sue mani il pane e il vino: ‘Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore’.