Omelia in occasione della Giornata della Vita Consacrata (2 febbraio 2018)

02-02-2018

Cari Fratelli e Sorelle consacrate,

tutta la liturgia della Presentazione di Gesù al tempio ci invita contemplare, assieme al vecchio Simeone, Gesù come la Luce inviata da Dio in mezzo alle tenebre del mondo: «Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo Israele».

Chi porta nel tempio e tra gli uomini Gesù, Luce del mondo, è Maria. Egli entra tra le braccia della madre che lo consegna al santo Simeone.

Stiamo vivendo nella nostra Diocesi un anno dedicato in particolare a Maria e a lei vogliamo rivolgere la mente e il cuore anche in questa festa della Presentazione del Signore.

Nella lettera pastorale «Perseveranti e concordi nella preghiera con Maria» ho scritto: «Gesù sta sempre al centro della nostra vita ma Gesù lo possiamo incontrare solo attraverso la Madre che ce lo offre».  Contempliamo questa verità nel tempio di Gerusalemme dove incontriamo la Vergine Madre che offre il Figlio Gesù a quanti attendevano con fedele speranza il compimento delle promesse di Dio e che sono rappresentati dai due anziani credenti, Simeone e Anna.

Non possiamo separare Gesù da Maria perché egli vuol avere bisogno della Madre per essere portato nel tempio ed entrare, così, in mezzo al suo popolo che è venuto a salvare. Questa straordinaria comunione di cuore,  di mente e di volontà tra Madre e Figlio raggiungerà la sua massima e misteriosa intensità quando si compirà la profezia di Simeone: «Anche a te una spada trafiggerà l’anima«. Come ho scritto sempre nella lettera pastorale: «Come discepola fedele e madre amorosa lo accompagnerà fino alla croce e alla sepoltura; da quel momento diventerà l’Addolorata». La stessa spada trafiggerà i due santi Cuori. È una spada fatta di carità ardente verso noi poveri uomini peccatori che unisce il cuore del Figlio Gesù crocifisso e il cuore della Madre addolorata.

Contemplando il posto di Maria nel mistero della Presentazione del Signore, scopriamo anche la missione della Chiesa. Maria, infatti, ci appare come l’immagine della Chiesa; anch’essa vergine e madre nostra.

La Chiesa è chiamata a continuare la missione di Maria: portare Gesù in mezzo agli uomini; accendere tra le ombre della miseria umana la Luce delle genti. In questo nostro tempo non è una missione facile e neppure gratificante perché spesso ci si sente circondati da una greve indifferenza. Ma anche in questa situazione la Chiesa sente vicina Maria la quale portò Gesù al tempio in mezzo all’indifferenza del popolo che pure avrebbe dovuto aspettare il Messia. Gli unici che riconoscono subito chi sia quel bambino e chi sia la madre che lo portava in braccio sono due anziani credenti, Simeone e Anna. Il loro cuore e i loro occhi,  in anni di silenzio e di preghiera, si erano purificati fino a riconoscere la presenza di Dio che si faceva vicino in un bambino nato da una madre vergine.

Cari fratelli e sorelle consacrate, in questo tempo la Chiesa ha bisogno di credenti come Simeone e Anna. Essa è chiamata, più che mai, a farsi missionaria e portare Gesù a tanti fratelli che avrebbero bisogno del Salvatore. Incontriamo ogni giorno questi uomini e donne che camminano come disorientati nella vita; li incontriamo nelle nostre scuole, negli oratori, nelle persone che si rivolgono a noi chiedendo una parola e un aiuto.

Anche se non ne sono coscienti, hanno bisogno della luce di Gesù e del suo vangelo per ritrovare il senso della vita, l’orientamento nelle scelte da fare, la speranza. Dove possono trovarlo? Egli viene sempre portato dalla Madre che è Maria ed è la Chiesa. Ma lo trovano nella nostra Chiesa e nelle nostre comunità? Non possiamo nasconderci il rischio che anche dentro la Chiesa cali la nebbia dell’indifferenza che riempiva il tempio di Gerusalemme quando Maria  entrò con Giuseppe, portando il bambino Gesù. Se anche tra di noi le persone respirano indifferenza e tiepidezza spirituale, se ne vanno silenziosamente deluse.

Abbiamo bisogno che nella Chiesa e nelle nostre comunità di consacrati ci siano credenti della statura spirituale di Simeone ed Anna; capaci di vivere per anni il silenzio interiore e la preghiera fedele; aperti all’azione dello Spirito Santo che purifica il cuore e la mente. Questo credenti sanno riconoscere Gesù oggi presente, sanno abbracciarlo con tutti se stessi e cantare: «Posso anche andare in pace perché ho visto la Salvezza mia e di tutti gli uomini».

Sono questi credenti che oggi possono rianimare la Chiesa e le nostre comunità perché, come Anna, sanno parlare in modo convincente di Gesù a tutti coloro che incontrano.

In questa giornata dedicata alla vita consacrata nella Chiesa. affidiamoci a Maria perché deponga nel nostro cuore Gesù come lo affidò alle braccia di Simeone.