Cari Fratelli e Sorelle,
con l’immagine del sale e della luce Gesù mostra ai suoi discepoli quanto sia importante la loro presenza e azione dentro la società umana. Essi sono come delle lampade che diffondono la luce del Vangelo tra le tenebre che avvolgono gli uomini. La loro fedeltà a Gesù li porterà a trovarsi sempre circondati dalle tenebre perché siamo ancora nel tempo della lotta tra la luce e le tenebre, iniziata con l’incarnazione del Figlio di Dio e la sua passione, morte e risurrezione: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui eppure il mondo non lo ha riconosciuto». Giungerà il giorno nel quale il Sole, che è Gesù risorto, diraderà completamente la notte. Forti di questa attesa e questa speranza, i cristiani non si scoraggiano quando vedono attorno a sé tanta tenebra. Al contrario, sentono di aver ricevuto, col battesimo, la grande missione di essere lampade accese che riflettono lo splendore di Dio che Gesù ci ha rivelato.
La missione dei cristiani è decisiva per la salvezza dell’umanità. Lo è, prima di tutto, perché essi mostrano quanto sia bella la Luce; se si spegnesse la testimonianza di tutti i cristiani, gli uomini si dimenticherebbero la bellezza della Luce vera, quella che Dio ha acceso tra di noi con Gesù. Si accontenterebbero di povere e incerte lucerne. D’altra parte, solo quando si accende una lampada si crea un contrasto che fa vedere quanto sia brutto il buio. La testimonianza dei cristiani è quella luce che tiene viva la lotta tra la luce e le tenebre e impedisce che ci si abitui a vivere normalmente dentro la notte del male, senza più rendersi conto delle infernali conseguenze a cui si va incontro.
La parola di Gesù che abbiamo ascoltato può ben essere applicata ai nostro Centri di Aiuto alla Vita. Essi sono delle lampade che diffondono la luce del vangelo di Gesù in mezzo alla nostra società.
Cari fratelli e sorelle impegnati nei CAV e nel Movimento per la Vita, con le parole e con i fatti e la passione per ogni donna e il suo bambino che porta nel grembo, voi mostrate a tutti la bellezza di ogni bambino che nasce; bellezza e sacralità che nessuno ha il diritto di offendere e sopprimere. Ricordate, d’altra parte, che l’aborto non è né diritto, né conquista civile, ma è tenebra e viene dalla notte del Maligno che oscura le coscienze degli uomini. Per questo lottiamo perché nessuna donna, che aspetta un bambino, finisca dentro questa notte del male a causa, magari, di una situazione di debolezza o di solitudine, come, purtroppo, spesso succede. Per esperienza siamo convinti che molte donne eviterebbero a se stesse e al loro figlio questa tragedia, se si trovassero sostenute da cuori fraterni che le aiutano e non fossero lasciate sole o, peggio, spinte a gettare via il figlio.
Nella difesa della vita, non è una missione facile tenere accesa la luce del vangelo perché le tenebre non arretrano e sono aggressive. Nella notte della coscienza ci accorgiamo che la mente umana sta confondendo diritti e doveri fino a considerare un diritto sopprimere l’esistenza di un bambino totalmente indifeso.
Ma non ci scoraggiamo perché Gesù dice ai suoi discepoli: non meravigliatevi se vi troverete sempre ad essere lampade circondate dalle tenebre; è la vostra condizione nel mondo. Rinnovate piuttosto l’umile coraggio di diffondere la vera luce, la mia luce confidando nella potenza della mia risurrezione e dell’opera dello Spirito Santo che sempre è con voi.
Mostrò questo coraggio Madre Teresa di Calcutta ricordata dal messaggio del Consiglio Permanente della CEI per la Giornata nazionale per la vita. Al momento di ricevere il premio Nobel per la Pace, davanti ad un’assemblea imbarazzata e senza preoccuparsi di parlare in modo politicamente corretto, affermò: «Io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa. E leggiamo nelle Scritture, perché Dio lo dice molto chiaramente: ‘Anche se una madre dimenticasse il suo bambino, io non ti dimenticherò. Ti ho inciso sul palmo della mano’. Siamo incisi nel palmo della sua mano, così vicini a Lui che un bambino non nato è stato inciso nel palmo della mano di Dio. E quello che mi colpisce di più è l’inizio di questa frase, che “Persino se una madre potesse dimenticare, qualcosa di impossibile, ma perfino se si potesse dimenticare, io non ti dimenticherò”. E oggi il più grande mezzo, il più grande distruttore della pace è l’aborto».
Queste sono vere parole profetiche ispirate dallo Spirito di Dio e pronunciate da una santa donna che, con le sue consorelle, si dedicava ad accogliere con amore ogni donna incinta che si rivolgeva a loro per chiedere aiuto. E così è stata luce limpida di Cristo tra gli uomini.
Anche sul suo esempio, rinnoviamo il nostro impegno ad essere lampade accese che illuminano la dignità intangibile di ogni volto umano anche quando è ancora nel grembo della madre.
Con questa S. Messa iniziamo una serata e una notte di preghiera. La preghiera è fondamentale perché noi per primi abbiamo bisogno di aprirci a Gesù, che si dona nell’eucaristia, perché la sua luce ci illumini mente e cuore.
Dobbiamo, poi, pregare perché altri cristiani si sentano chiamati ad impegnarsi a difesa della vita umana e a collaborare con i Centri Aiuto alla Vita. Ne abbiamo bisogno in questo nostro Friuli che continua a distinguersi, purtroppo, per un continuo calo di nascite e un consistente numero di aborti e che ha bisogno di testimonianze luminose che risveglino la gioia di generare nuovi figli e la speranza per il futuro.
Maria, Madre e Vergine delle Grazie, sostieni il nostro impegno e intercedi per noi.
Udine, 4 febbraio 2017