Cari Fratelli e Sorelle,
il forte legame spirituale che mi unisce a tutte le vostre Aggregazioni laicali mi ha spinto ad inviarvi un messaggio speciale per la Santa Pasqua e a condividere alcune riflessioni su cui mi sto soffermando in questo tempo.
La situazione creata dal contagio da COVID-19 è certamente un momento di prova per Chiesa, per le nostre Associazioni e Movimenti e per la nostra fede personale.
Leggendo l’Antico testamento, vediamo che quando il popolo ebreo si trovava ad attraversare periodi di grave difficoltà si sentiva messo in discussione da Dio. La prova era sempre un passaggio molto serio dal quale il popolo non poteva uscire come si era prima ma solo purificato, convertito e più fedele alla volontà di Dio.
Le costrizioni che ci ha imposto questo virus maligno, hanno scombussolato la nostra vita personale e spirituale, i rapporti con gli altri, la vita stessa delle nostre Associazioni e Movimenti. Stiamo certamente attraversando un tempo di prova non comune.
Che cosa vuol dirci lo Spirito Santo? Su che cosa ci vuol mettere alla prova?
Mi sto ponendo da tempo queste domande e, tra le altre, mi sono venute in mente due risposte che desidero condividere con voi.
1. Credo, prima di tutto, che Dio voglia provare l’autenticità e la profondità della nostra fede.
S. Pietro, rivolgendosi ai suoi cristiani che erano sotto persecuzione e che si chiedevano perché Gesù permettesse quelle sofferenze, scrive: “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà” (1 Pt, 1,6-7).
Per i cristiani la fede è un dono più prezioso anche della vita fisica. Ed essa si purifica da scorie e e da idoli falsi, passando attraverso la prova.
Certamente questo passaggio attraverso la burrasca creata dal virus può essere come un provvidenziale crogiuolo per purificare la nostra fede. Può aprirci gli occhi per vedere in che condizione è la nostra fede, sia personale che comunitaria. Possiamo essere aiutati a riconoscere con più sincerità dove ci sono tiepidezze, attaccamento a falsi idoli, compromessi, distorsioni.
Sarebbe bello aiutarci, all’interno della Consulta delle Aggregazioni Laicali, a fare un sincero esame della nostra fede; aiutarci a capire quali segni lo Spirito Santo ci stia inviando in questa emergenza per diventare credenti in Gesù Cristo più autentici.
Vi lascio questa proposta se può interessarvi.
2. Il secondo invito che mi sembra lo Spirito di Cristo voglia inviarci e riguarda la comunione.
Il COVID-19 sta destabilizzando tutto e, se ci facciamo caso, usa un solo grimaldello: impedisce le relazioni normali. Impedisce di incontrarsi, di avere normali reali, di vivere una vita comunitaria fatta di celebrazioni liturgiche, riunioni, condivisioni di momenti di festa.
Questo digiuno delle relazioni tra noi ci fa soffrire perché sentiamo che ci manca qualcosa di molto importante. Può essere, però, anche uno stimolo per verificare come viviamo la comunione tra di noi, quanto la sentiamo importante, quanto profonda o superficiale è.
In particolare, lo Spirito Santo forse ci spinge a fare un esame su quale sia la qualità della comunione all’interno di ognuna delle Aggregazioni a cui apparteniamo e, poi, tra Aggregazione e Aggregazione dentro la Consulta e, infine, delle Aggregazioni con il Vescovo e la Chiesa diocesana.
Questa è una seconda argomento che vi lascio come suggerimento.
Concludo, cari fratelli e sorelle, invitandovi ancora a vedere questo tempo di sofferenza e di incertezza come una Provvidenza di Dio Padre che sempre desidera correggerci e renderci cristiani più autentici. Attraversiamolo assieme aiutandoci a fare un buon discernimento e donandoci reciproca ed edificante testimonianza.
Vi auguro di cuore una Santa Pasqua anche se non possiamo celebrarla come è per noi tradizionale. Gesù risorto rinnovi in noi il dono del suo Santo Spirito che effuse sugli apostoli già incontrandoli nel cenacolo il giorno stesso di Pasqua.
Su di voi, su tutte le Aggregazioni e sui vostri cari scenda la benedizione del Risorto, per intercessione della Beata Vergine delle Grazie.
+ Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo di Udine