Desidero esprimere un profondo dolore mio personale, oltre che dei sacerdoti, dei religiosi e di tutto il popolo cristiano per l’ultimo evento tragico: la morte di una persona, Shimpei Tominaga, che ha subìto violenza nei giorni scorsi a Udine.
È un episodio che ferisce molto sia la società civile, sia la comunità ecclesiale della nostra Arcidiocesi: ancora una volta una creatura che si era frapposta per fermare la violenza è rimasta vittima di quella stessa violenza.
Evidentemente tutto ciò ha radici complesse e remote: dobbiamo operare in modo tale da prevenire questi episodi attraverso processi di educazione, formazione e integrazione, affinché i valori del rispetto e della solidarietà siano accolti sempre di più.
In tutte le attività per i ragazzi e i giovani, che stiamo promuovendo proprio in questi giorni negli oratori delle nostre Parrocchie, stiamo lavorando in questa direzione: ci auguriamo che tutto ciò possa essere quel seme di speranza che il Vangelo ci chiede continuamente di seminare.
La vita non finisce con la morte: per tutti noi c’è una prospettiva di eternità. Con questa certezza affidiamo alla misericordia di Dio l’anima di questa ultima vittima della violenza e il dolore dei suoi familiari. Ma affidiamo alla misericordia del Padre anche i giovani che si sono resi protagonisti di questa violenza, perché possano rivedere l’impostazione della loro vita e giungere a un cammino di conversione autentica e sincera. Se lo vorranno abbracciare liberamente e volentieri, questo cammino sarà per loro l’opportunità di un’autentica rinascita.
+ Riccardo Lamba
Arcivescovo di Udine