Cari Fratelli e Sorelle,
in tutto il mondo si stanno impiegando ingenti risorse economiche e le migliori capacità umane per sconfiggere il virus che, nella «Supplica alla Vergine delle Grazie», ho definito «subdolo e invisibile» e che continua a «turbare la nostra salute e serenità». So che molti continuano a ripetere quella preghiera che ho scritto all’inizio del lockdown. Non stanchiamoci di invocare l’intercessione della Madonna perché ci aiuti ad uscire da questa lunga tribolazione.
Nella «Supplica», però, prima della salute fisica ho invitato a chiedere un’altra grazia:
«Rinnova in noi la coscienza
che più grave in noi è il male dell’anima
e facci sentire il desiderio
di essere liberati e perdonati
dai tanti nostri peccati».
Forse non tutti sono convinti che il «male dell’anima» arrechi più danni di quanti ne sta generando il contagio del Covid. Eppure questa è la verità di cui non è difficile rendersi conto se osserviamo la realtà con uno sguardo onesto. L’anima si ammala a causa di virus che infettano i sentimenti, i desideri, gli istinti, i pensieri e la volontà. Sette sono i più diffusi dentro l’uomo e per questo sono stati definiti: vizi capitali. Il cuore, infettato da uno o più di questi vizi, diventa, a sua volta, contagioso e inquina le persone con cui entra in contatto.
Questo avviene, ad esempio, nelle famiglie. Sappiamo, purtroppo, per esperienza quanto le debolezze e le difficoltà ad offrire un affetto gratuito da parte dei genitori possano lasciare ferite profonde nel cuore dei figli che poi li condizioneranno per anni, se non per tutta la vita. I danni più grandi li provoca il vizio dell’orgoglio quando penetra in coloro che esercitano un potere politico o economico spingendo a scelte che determinano vere e proprie ingiustizie a danno dei più deboli.
Nel tempo della Quaresima, che abbiamo iniziato, lo Spirito Santo dona una grazia particolare per guarire l’anima dai vizi e dai peccati che si sono radicati dentro di noi.
La guarigione comincia dalla diagnosi dello stato di salute o di malattia del cuore. Comincia, cioè, da un onesto esame di coscienza che permette di riconoscere i vizi annidati in noi e i peccati che ci hanno spinto a compiere contro Dio e contro il prossimo. Quando scopriamo una malattia, ci rivolgiamo con fiducia al medico, spinti dal desiderio di essere guariti. Gesù è il medico dell’anima che nel tempo della sua vita terrena passava, di paese in paese, per sanare i cuori piagati. Egli oggi continua in vari modi, nella Chiesa, la sua opera di guarigione; specialmente con il sacramento della Riconciliazione. Attraverso il sacerdote, accoglie i peccatori che confessano le loro malattie spirituali e rigenera il loro cuore con il suo perdono.
Cari fratelli e sorelle, faccio mie le parole di San Paolo: «Vi supplichiamo, in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio!» (2 Cor 5,20). Durate le settimane di Quaresima e in vista della Pasqua, troviamo il tempo per un sereno esame di coscienza per confessare a Gesù le malattie della nostra anima nel sacramento della Riconciliazione.
Il Signore ci doni la grazia di uscire dalla pandemia non solo salvaguardati nel fisico ma anche guariti nel cuore e invochiamo: «Un cuore nuovo donaci Signore e infondi in noi uno spirito nuovo» (Ez 11,19).
+ Andrea Bruno, arcivescovo