Il Signore sta per venire: un Avvento di speranza
Messaggio dell’Arcivescovo per l’Avvento 2013
“Il Signore sta per venire: venite adoriamo”. La Chiesa suggerisce ai suoi figli questa intensa invocazione durante il tempo dell’Avvento e, specialmente, nella novena di preparazione alle feste del Santo Natale.
Come le sentinelle di Sion, attendiamo il Signore che viene
È una preghiera nella quale risuonano le parole del profeta Isaia: “Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore a Sion” (52,8). Sulle mura della città santa le sentinelle vigilano giorno e notte scrutando l’orizzonte perché tutti sono in attesa di un avvenimento di vitale importanza: l’arrivo del Signore che libererà il suo popolo dall’assedio dei nemici. Il Signore non arriva per la prima volta ma ritorna dopo avere, per un periodo, abbandonato il popolo ripetutamente infedele. Le sue viscere di misericordia lo hanno mosso a compassione di fronte alla miseria a cui si erano condannati i suoi figli e torna in mezzo a loro per portare la salvezza che solo Lui può dare.
Le sentinelle per prime si accorgono che il Signore sta per venire ed alzano la voce per condividere con tutti la buona notizia che diffonde una ventata di speranza in tutta la città di Gerusalemme.
Il grido di speranza delle sentinelle di Sion risuona anche nella Chiesa durante il tempo liturgico dell’Avvento: “Il Signore sta per venire!”.
Le tre venute di Gesù, nostro salvatore
Rispetto al popolo di Dio dell’Antico Testamento, questa buona notizia ha un sapore particolare per noi cristiani, popolo di Dio del Nuovo Testamento. Noi conosciamo, infatti, anche un altro annuncio, quello dell’angelo che nella notte di Natale disse ai pastori: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,10.13).
Alla luce della Rivelazione sappiamo che il nostro Dio ė già giunto tra di noi in modo sorprendente: ci è stato donato un bambino, il figlio di Maria. Si è presentato come un neonato in tutto uguale ad un piccolo di uomo; è l’unico, però, tra i figli d’uomo alla cui culla tutti siamo invitati ad andare inginocchiandoci e adorando come alla presenza di Dio. La Chiesa ripete ogni anno: “Venite adoriamo”; adoriamo quel bambino il cui nome non è stato scelto da Maria e Giuseppe, ma da Dio stesso che è suo Padre dall’eternità. Si chiama Gesù ed è l’unico Salvatore perché ha un Amore tanto potente da vincere il male e la morte che rovina l’esistenza di ogni uomo sulla faccia della terra e rovina la storia dei popoli. Il suo cammino in mezzo a noi è iniziato a Natale, è passato attraverso il male fino alla morte in croce e si è compiuto nella risurrezione il mattino di Pasqua. Ha aperto così il cammino della speranza sul quale conduce anche noi se ci affidiamo a Lui ascoltando la sua Parola, credendo al suo amore infinito per noi e unendo tutta la nostra vita alla sua nel battesimo e negli altri sacramenti.
Egli è venuto la prima volta, partorito da Maria nella mangiatoia di Betlemme e continua a venire ogni giorno nella Chiesa che custodisce la sua Parola viva, la sua presenza viva nei sacramenti; specialmente nell’eucaristia, presenza reale del suo Corpo offerto per noi e del suo Sangue versato per purificarci dai peccati.
Verrà quando sarà la fine. Al termine del nostro pellegrinaggio terreno troveremo Gesù risorto che ci viene incontro per condurci nella terra promessa della risurrezione dai morti. Alla fine del tempo e della storia tornerà per raccogliere tutti gli uomini dentro la nuova Gerusalemme che sarà veramente la “città santa” dove Dio ha sconfitto il male e la morte con il sangue prezioso di Gesù, Agnello immolato.
Il tempo di Avvento e di Natale nell’anno della Speranza
Il tempo dell’Avvento richiama l’attenzione dei cristiani a queste tre venute di Gesù. Ricorda la prima venuta festeggiando la nascita del Signore a Betlemme. Rianima la nostra fede perché lo riconosciamo presente ogni giorno nella nostra vita. Invita ad alzare lo sguardo, come sentinelle, perché stiamo andando incontro a Lui quando egli stabilirà che è giunto l’ultimo giorno del nostro pellegrinaggio terreno.
L’Avvento è il tempo della speranza perché ricordiamo che il Signore Gesù si è fatto nostro fratello, con una carne e una mamma come ogni uomo, e non ci abbandonerà più fino alla morte e oltre la nostra morte.
Per questo è particolarmente significativo che iniziamo proprio con il tempo dell’Avvento l’Anno della speranza. Le quattro settimane di questo tempo forte dell’Anno liturgico e le feste del S. Natale siano occasione per meditare sulla speranza cristiana che è Cristo stesso, “nostra speranza”. Preghiamo e cantiamo: “Il Signore sta per venire: venite adoriamo”.
+ Andrea Bruno Mazzocato
28-11-2013