Cari Fratelli e Sorelle,
questa Santa Messa di Natale ci invita a sostare anche quest’anno davanti al presepio. Penso che ne abbiamo preparato uno in tutte le nostre case; lo troviamo nelle chiese, anche qui in cattedrale, e in tanti altri luoghi di incontro. Il presepio è la rappresentazione più bella e tradizionale della nascita di Gesù che tocca il cuore di noi cristiani, piccoli e grandi, e che attira l’interesse e la simpatia anche di coloro che seguono altre religioni. Esso diffonde un messaggio universale di fraternità e di pace che parla a tutti; per questo trova giustamente spazio anche negli ambienti educativi come la scuola, nei luoghi di sofferenza come gli ospedali e le case di riposo, nei luoghi di lavoro.
Se dedichiamo qualche minuto del nostro tempo per contemplarlo con calma, il presepio ci porta verso il suo centro che è la statuina di Gesù neonato tra Maria e Giuseppe. Mentre rivolgiamo verso di lui lo sguardo, ascoltiamo che cosa dice di quel bambino la Parola di Dio; che cosa ci hanno detto le letture della Sacra Scrittura poco fa proclamate dai lettori.
Ricordo brevemente alcune espressioni che rivelano chi sia il bambino nato due mila anni fa a Betlemme da Maria, perché sia tanto importante da aver segnato la storia umana che anche come datazione viene divisa tra prima di Cristo e dopo Cristo, perché possa interessare anche ognuno di noi in questo momento della sua vita.
Abbiamo ascoltato il profeta Isaia che annunciò la nascita di Gesù con un’immagine grandiosa: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse». Così accadde alla nascita di Gesù: i pastori che vegliavano di notte il gregge furono improvvisamente avvolti da una luce dal cielo mentre l’angelo annunciava loro: «Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore».
Chi accendeva questa grande luce tra gli uomini? Ancora Isaia profetizzò: «Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace». L’angelo confermò ai pastori che la profezia si era realizzata: «Troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
Ecco chi è il bambino che noi contempliamo nella statuina del presepio. È un bambino mandato da Dio. È il Figlio di Dio Padre che si è fatto uomo, si è fatto bambino nel grembo vergine di Maria per portare la luce tra gli uomini che annaspavano nelle tenebre. Egli è il Salvatore perché offre la possibilità di vedere la luce a chi cammina al buio senza capire dove va e col rischio farsi male ad ogni passo.
Se i pastori erano avvolti dalla notte fisica, tutti noi conosciamo e constatiamo ogni giorno che ci sono delle tenebre molto più pericolose: sono quelle che possono penetrare nella mente e nel cuore di un uomo. Sono le tenebre generate dal peccato.
L’odio, l’invidia, la smania di potere, la pretesa di vivere la libertà senza regole avvolgono di oscurità i pensieri degli uomini i quali, di conseguenza, si comportano da pazzi uccidendo innocenti che camminano per strada, portando via ai poveri il necessario per vivere, schiacciando gli altri per sentirsi un po’ più importanti.
L’attaccamento alle cose materiali, l’egoismo negli affetti, la smania di cercare piacere ad ogni costo fanno calare una tenebra fredda nel cuore che si indurisce anche nei confronti delle persone che dovrebbero essere le più care come coloro che ti hanno generato, l’uomo o la donna a cui hai promesso amore fedele, i figli che hai generato.
Gesù predicando il suo Vangelo ha acceso una grande luce, la luce della verità, di cui abbiamo sempre bisogno per non brancolare nel buio e farci del male gli uni con gli altri. A chi si apre a lui dona la sua Grazia che sgela i cuori di pietra; li guarisce rendendoli cuori di carne.
Cari Fratelli e Sorelle, il Santo Natale ci invita ad un salutare esame di coscienza per riconoscere che ognuno di noi, poco o tanto, ha dei vizi e dei peccati che gli oscurano i pensieri e gli induriscono il cuore. Ne stiamo portando le conseguenze noi e chi ci sta vicino.
Davanti al presepio, contemplando la statuina di Gesù neonato, rinnoviamo il desiderio di accogliere la luce grande cha egli ha acceso sul mondo. Rivolgiamo lo sguardo anche verso Maria e preghiamola perché ci aiuti ad aprire mente e cuore al Vangelo di suo figlio e diventare, a nostra volta, figli della luce in famiglia e in tutta la società. Questo è il “buon Natale” che auguro di cuore a tutti.
Udine, 25 dicembre 2017