OMELIA IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DELLA GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA

02-02-2010


In questa festa della Presentazione di Gesù al tempio, celebriamo la giornata della vita consacrata. Quest’anno abbiamo voluto celebrare questa giornata durante la S. Messa aperta a tutta la comunità cristiana perché la vita consacrata è un dono che arricchisce di grazie tutta la Chiesa e tutti i cristiani. Per questo tutti siamo chiamati a rendere lode a Dio per la sorelle e i fratelli consacrati che sono in mezzo a noi e pregare per loro.


Ricorderemo tra poco anche alcuni anniversari significativi di consacrazione: dai 25 fino ai 75 anni. Quale testimonianza di fedeltà ci offrono queste sorelle e fratelli che sono rimasti fedeli a Dio e alla Chiesa per tanti anni donando tutta la loro persona nella castità, povertà, obbedienza!


Pensando a loro non potevo andare col pensiero ai due grandi vecchi Simeone e Anna che incontrano Gesù nel tempio quando viene presentato a Dio secondo la legge di Mosè.


Solo loro riconoscono chi era quel bambino mentre entra nel grande tempio di Gerusalemme. Solo loro hanno occhi per vedere  al di là delle apparenze umane.


Non entra nel tempio di Gerusalemme un qualunque figlio di una famiglia ebrea che viene offerto a Dio in attesa che si realizzasse la promessa di un Salvatore.


Nel corpo di un figlio di uomo poco più che neonato, quel giorno entra nel tempio di Gerusalemme il Salvatore atteso, la Luce che illuminerà tutti i popoli.


Nonostante, però, che nel tempio ci fossero molti sacerdoti e scribi esperti della legge e conoscitori delle profezie, solo i due vecchi hanno occhi buoni, a dispetto della loro età, riconoscono chi sia quel bambino.


Perché Simeone ed Anna capiscono chi era entrato nel Tempio? Potremmo rispondere: perché erano dei consacrati a Dio.


Il racconto evangelico ci informa che non si allontanavano mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere: questa è la descrizione di un consacrato a Dio.


I digiuni e le preghiere continue li avevano formati ad una straordinaria fedeltà: stavano nel tempio ad aspettare che giungesse da Dio la consolazione per tutto il popolo, secondo le promesse.


Il popolo, per buona parte, si era stancato di aspettare che giungesse da Dio la consolazione e la gente si era contaminata con gli idoli degli altri popoli. Anche i capi del popolo si erano stancati di aspettare che Dio fosse fedele alle sue promesse e cercavano di ottenere la liberazione con mezzi umani, combattendo contro gli invasori o trattando con loro.


Simeone ed Anna stavano fedeli nel tempio ad aspettare la consolazione di Dio perché, quando fosse arrivata, ci fosse almeno qualcuno a riconoscerla e accoglierla.


Grazie, poi, alla loro costante preghiera lo Spirito Santo era su di loro. E lo Spirito Santo conduce quel giorno Simeone nel tempio e gli apre gli occhi quando vede venire avanti il bambino Gesù.


Dio aveva mantenuto la sua promessa; era giunta la salvezza e la consolazione per lui e per tutte le genti, per tutti i popoli della terra.


Così, con Gesù tra le braccia, Simeone ha un cantico mistico che tutti conosciamo bene e che ci accompagna ogni sera verso il riposo:’Ora lascia che il tuo servo vada in pace .. perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza .. la luce per illuminare le genti’.


Ecco  la missione dei consacrati. Notte e giorno stanno in comunione con Dio nel digiuno, a cui li portano i voti di povertà, castità, obbedienza e nella preghiera.


Essi sono coloro che aspettano fedelmente la consolazione che Gesù non farà mancare alla sua Chiesa. Tra i fratelli, presi e distratti da tante tentazioni, restano ad aspettare la consolazione che viene solo da Dio.


Illuminati dallo Spirito Santo, ricevuto nel giorno della consacrazione e coltivato nella preghiera, vedono anche i segni della salvezza e della consolazione del Signore oggi.


Abbiamo tanto bisogno di questi consacrati che  hanno gli occhi buoni come quelli di Simeone e Anna. Siamo in un tempo di prova simile a quello che viveva il popolo di Dio quando Gesù entrò nel tempio. Tanti battezzati si sono stancati di aspettare la consolazione che sona Gesù e si ripiegano su altre consolazioni, magari subito accattivanti ma, poi, amare.


Care sorelle e fratelli consacrati, col vostro cuore consacrato a Dio e pieno dello Spirito Santo, rimanete in attesa della consolazione che dona solo Colui che è entrato nel tempio come la Luce delle genti.


Non cedete anche voi ad altre consolazioni e farete un grande dono alla nostra Chiesa. Ci mostrerete che solo da Dio ha senso cercare la salvezza e la consolazione.


Illuminati dallo Spirito Santo ci mostrerete i segni dell’opera di Gesù che è tra noi e sta operando la sua salvezza per la Chiesa di Udine.


Voi consacrate e consacrati da 60, 70 anni, non siete vecchi e in pensione. Potete essere come Simeone ed Anna che erano vecchi solo per età, ma erano i più giovani nello Spirito e avevano gli occhi più buoni di tutti perché vedevano il Signore.


Dopo tanti anni di fedeltà alla consacrazione, mostrateci il Signore e continuate a rimanere nel tempio in preghiera. Non lo fate solo per voi ma per tutta la Chiesa.