Cari Fratelli e Sorelle,
non è mio compito delineare la statura morale e professionale del professor Attilio Maseri e i suoi meriti non comuni come medico, ricercatore e mecenate. Ci saranno altre opportune occasioni per assolvere questo dovere nei confronti di un figlio della terra friulana alla quale è rimasto sempre affezionato e che riconosce in lui un grande motivo di prestigio e di onore.
Le mie parole di Vescovo, vogliono, piuttosto, sostenere la nostra preghiera in suffragio della sua anima mentre ci troviamo raccolti attorno al suo corpo mortale per l’ultimo saluto cristiano. Sicuramente, in questo momento, il professor Maseri aspetta la nostra preghiera; quella preghiera di esequie con cui la Chiesa, da buona Madre, accompagna ogni suo figlio che, concluso il pellegrinaggio terreno e varcata la soglia della morte, va verso l’incontro definitivo con il Signore Gesù risorto per entrare nella vita eterna.
Il professor Maseri aveva nel cuore questa prospettiva di eternità perché era sostenuto dalla fede cristiana, profondamente radicata nella sua coscienza. Aveva respirato questa fede fin da bambino in famiglia, in parrocchia e nella tradizione friulana e ad essa è rimasto fedele pur frequentando, a motivo della sua professione, contesti culturali, scientifici e umani che si ispiravano ad altri principi. Mi è stato, ad esempio, testimoniato che frequentava costantemente la Santa Messa sempre con il suo stile sobrio e intelligente.
Credo sia lecito pensare che la fede cristiana e le parole del Vangelo, radicate in profondità nel suo cuore e nella sua intelligenza, abbiano ispirato tante sue scelte di vita. Si è fatto stimare, oltre che per le sue capacità professionali e scientifiche, per la nobiltà d’animo, la generosità, la rispettosa attenzione alla persona; per virtù, cioè, che hanno il sapore evangelico.
Nella fede il professor Maseri è nato, è vissuto ed è morto. Noi, che in questo momento condividiamo la sua stessa fede, possiamo offrire per lui la nostra preghiera di suffragio. Lo raccomandiamo alla misericordia del Dio dei vivi e dei morti, perché riconosca che questo suo figlio ha impegnato il tempo e le capacità avendo presenti le parole del Vangelo appena ascoltate: “Avevo fame e mi avere dato da mangiare.. ero malato e mi avete visitato”. Adesso incontrerà tante persone alle quali si è dedicato con competenza e passione quando erano malate o che ha aiutato con i suoi mezzi quando erano nel bisogno. E potrà sentirsi dire dal Signore Gesù le consolanti parole: “In quel malato o in quel povero hai aiutato me. Vieni benedetto del Padre mio”.
Nella vita del professor Maseri non è mancata neppure la sofferenza e la croce e in forme spesso molto pesanti. Ha dovuto sopportare la lacerante perdita degli affetti più cari e il conseguente peso della solitudine. Nell’ultimo tratto della sua esistenza sulla terra ha provato nella sua carne il significato delle parole dell’apostolo Paolo: “l’uomo esteriore si andava disfacendo” come “una tenda che un po’ alla volta veniva distrutta”. Possiamo immaginare che per un medico di lunga e qualificata esperienza come lui questo ultimo calvario sia stato ancora più pesante. Lo ha sopportato sostenuto dai conforti cristiani. Ora che, secondo la imperscrutabile volontà di Dio, la prova è giunta al termine, chiediamo per il professor Maseri la grande grazia suggerita dalla stessa Parola di Dio: “dopo il momentaneo peso della tribolazione, riceva una quantità smisurata ed eterna di gloria”. Possa contemplare con gioia piena quelle “cose invisibili” che solo dopo la morte si spalancano all’uomo credente e che “sono eterne”.
Ritrovi ora l’amata moglie Francesca e il figlio Filippo assieme a tanti altri amici a lui riconoscenti e possa contemplare in comunione con loro “quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano”.
Riposi in pace!