Cari Fratelli e Sorelle,
in questa domenica la Chiesa ci propone due importanti motivi di riflessione e di preghiera.
Siamo, prima di tutto, dentro la settimana che ogni anno viene dedicata alla preghiera per l’unità di cristiani. Gesù concluse l’ultima cena elevando una grande supplica a Dio Padre e chiedendo per gli apostoli e per tutti coloro che, grazie alla loro predicazione avrebbero creduto in lui, un’unica grazia: “Siano una cosa sola perché il mondo creda”. Purtroppo, lungo i secoli, i cristiani hanno ceduto alla tentazione di satana che lotta contro il desiderio di Gesù e cerca sempre di creare divisione. Sono nate, così, grandi divisioni dentro la Chiesa di Cristo, che tuttora permangono, tra Chiesa cattolica, Chiese ortodosse e comunità anglicane e protestanti. Ci sono, poi, tante divisioni più piccole dentro la nostra Chiesa diocesana, le nostre comunità, le famiglie. La preghiera più grande per chiedere l’unità dei cristiani è la Santa Messa perché qui siamo riuniti in un’unica assemblea; tra poco professeremo la stessa fede recitando assieme il “Credo” e potremo fare la comunione con l’unico Corpo di Gesù. Preghiamo, allora, perché i cristiani abbiamo la forza di vincere la tentazione alla divisione che, poco o tanto, prende tutti, e sacrificarci per far crescere la comunione e l’unità.
Papa Francesco, poi, dallo scorso anno ha intitolato questa domenica come “domenica della Parola di Dio”. Questo è il secondo motivo di meditazione che ci viene offerto oggi. In mezzo al fiume di parole umane che ci sommerge ogni giorno, c’è una Parola che si distingue da tutte le altre perché chi la pronuncia non è un uomo ma è Dio stesso. E’ Parola che è stata scritta da uomini ma che è stata ispirata dallo Spirito Santo di Dio. Egli ci ha parlato per mezzo di autori umani i quali, però, non hanno trasmesso il loro pensiero ma il pensiero e la volontà di Dio. La Chiesa ha raccolto e conservato questa preziosa eredità che è la Parola di Dio, in un libro che conosciamo tutti e che chiamiamo “Bibbia” o “Sacra Scrittura. In ogni Santa Messa e in tante altre occasioni la Chiesa sempre legge la Sacra Scrittura e proclama, così, la Parola di Dio invitandoci ad ascoltarla, meditarla e metterla in pratica nelle scelte e azioni che facciamo ogni giorno. Papa Francesco ha avuto una grande ispirazione dedicando una domenica, in modo particolare, alla Parola di Dio e ricordando che il Cuore misericordioso di Dio ha fatto un grande dono agli uomini rivelando loro il suo Pensiero, la sua Parola.
Dice il salmo 94: “Il Signore conosce i pensieri dell’uomo: non sono che un soffio”. Credo che tutti ci rendiamo conto facilmente che i nostri pensieri sono instabili come un soffio che va e viene. Basta che facciamo caso a tutti i discorsi che vengono fatti in questo tempo sul virus che ci sta impestando. Sono proprio come un soffio che cambia continuamente per cui è ben fatica fidarci di chi li esprime e restiamo in una continua incertezza. Come sul virus, anche su tutti gli altri aspetti della vita noi ascoltiamo e manifestiamo opinioni instabili e diverse l’una dall’altra.
In mezzo a questa babele di pensieri umani Dio ci ha rivelato la sua Parola ed è Gesù che l’ha fatta conoscere nel modo più pieno perché lui conosce bene il Pensiero di Dio essendo lui stesso la Parola di Dio. Per questo la Parola più sicura per orientare la nostra vita non sono le opinioni degli uomini ma il Vangelo di Gesù. Il Vangelo è come una roccia sicura su cui fondare la nostra vita personale, quella della nostra famiglia, della Chiesa e di tutta la società.
Prendiamo, ad esempio, le tre letture della Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato. Ci hanno messo davanti un invito forte e chiaro: “Convertitevi se volete salvarvi”. Lo ha predicato il profeta Giona agli abitanti della città di Ninive; lo ha ripetuto Gesù all’inizio della sua missione; lo ha sottolineato S. Paolo ricordandoci anche che la vita è breve e che, per questo, va presa sul serio.
Questo invito a “convertirci” è anche oggi la nostra via di salvezza indicata dalla Parola di Dio. La pandemia stessa ci sta facendo capire che non è cosa buona tornare alla vita di prima segnata dalla fretta, dall’individualismo, dalla dimenticanza delle esigenze che ha la nostra anima. E’ veramente necessario “convertirci”; modificare la rotta su cui era impostata la nostra vita personale e sociale. “Convertitevi!” è la sua Parola ispirata che risuona oggi nelle nostre orecchie e, speriamo, anche nel cuore e nella coscienza.
Sarebbe arricchente per tutti se la Parola di Dio avesse buona ospitalità anche nei mezzi di comunicazione per i quali preghiamo nella Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali.
Concludo con un invito finale: tra le opinioni umane che valgono quanto un soffio, prendiamo sul serio la Parola del Vangelo che ripete: “Se volete salvarvi, convertitevi!”. Madre Teresa di Calcutta l’aveva presa sul serio e ad un giornalista che le chiedeva da dove si poteva partire per riformare la Chiesa e la società, rispose: “Partiamo da me e da lei”. Ognuno di noi senta rivolto a sé la l’invito di Gesù alla conversione e cominci a metterla in pratica, Nel suo piccolo, contribuirà ad uscire da questa pandemia con una società migliore.
Cattedrale di Udine, 24 gennaio 2021