( Is 25,6-9: Mt 11,25-30)
Il legame di fraternità di noi Vescovi e sacerdoti con d. Battista Sburlino e il legame di stima e amicizia con lui di tanti di voi laici ci ha portati a questa S. Messa di esequie in suffragio della sua anima dopo che la morte, anche un po’ inattesa, ce lo ha portato via.
Il suo fisico, già provato in questi anni da diversi disagi, non ha retto all’ultima prova alla quale è giunto certamente purificato dalle sofferenze fisiche e morali.
Conoscendo il carattere vivace e attivo di d. Battista non ci è difficile comprendere come gli ultimi anni di progressiva inabilità siano stati un tempo di impegnativa purificazione che Dio gli ha chiesto e che lui ha saputo vivere con spirito di fede e di affidamento, anche trasfigurando la sua sofferenza in offerta per la Chiesa; quasi un ultimo atto del suo sacerdozio che lo univa al sacrificio redentore di Cristo.
Ha sentito sulle spalle il giogo di Gesù che si chiama croce e lo ha portato trovando quel ristoro spirituale che Gesù stesso promette a quanto sono affaticati e oppressi e si affidano a Lui. In questa debolezza evangelica d. Battista ha concluso la sua esistenza umana e sacerdotale che lo aveva visto sempre molto vitale e anche originale nel suo modo di proporsi.
Aveva ricevuto doni di acutezza intellettuale e di sensibilità per il bello che d. Battista ha sviluppato in modo utile agli altri. Tanti ricordano la sua competenza e passione per la musica che lo hanno portato anche ad un’attività di critico nota e apprezzata. La sua fine capacità critica si è espressa per anni in una efficace attività di pubblicista nel settimanale diocesano e in altri quotidiani.
Se queste sono state le espressioni più appariscenti delle capacità di d. Battista, ben altre sono state le forme in cui egli ha donato le sue doti e il suo animo cristiano e sacerdotale.
E’ stato un buon samaritano straordinariamente fedele all’interno dell’ospedale psichiatrico. Per lunghi anni si è fatto compagno di viaggio e pastore dal cuore grande per tante persone segnate da malattie e da debolezze che minavano la loro autosufficienza e dignità. Veramente ha scelto di stare tra gli ultimi e a loro dedicare le migliori risorse del suo animo e della sua intelligenza sia assicurando l’assistenza spirituale che promuovendo iniziative di animazione di vario genere.
L’identica fedeltà, unita ad una genuina sensibilità spirituale, lo portato ad essere, con Mons. Moretti e un gruppo di laici, promotore della nascita e della crescita del Monastero ‘Carmelo di Gesù di Nazareth’ di Montegnacco. A questo Monastero si è dedicato fino a quando la salute glielo ha permesso. In d. Battista le monache hanno trovato un sacerdote e un amico affidabile in ogni momento, pronto ad interessarsi per ogni loro necessità e a sostenerle anche di tasca propria.
Anche tante altre persone hanno goduto della carità di d. Battista fatta sempre con estrema discrezione per non pesare e offendere; segno di un animo sia generoso che nobile e delicato.
In d. Battista c’era una particolare attenzione alla spiritualità. Essa si è rivelata nel suo impegno a favore del Monastero delle Carmelitane con cui condivideva la forte esperienza di preghiera e contemplazione. Si è rivelata, ancora, nella direzione della Casa di esercizi spirituali di Tricesimo, presso il Santuario della Madonna Missionaria. A quel tempo essa era un vero centro propulsore di esperienze di ritiri ed esercizi per sacerdoti e laici. In essa d. Battista ha messo le sue capacità di organizzazione e inventiva e il suo cuore spirituale e sacerdotale.
Ho creduto di ricordare con pochi cenni alcune caratteristiche della personalità umana e sacerdotale di d. Battista Saburlino; quelle che ho raccolte dalle testimonianza di chi lo ha avuto vicino, spesso godendo del suo animo sensibile e della sua generosità.
A me, che l’ho conosciuto solo nei suoi ultimi mesi di vita in Fraternità sacerdotale, sono sembrate più che sufficienti per riconoscere che d. Battista è stato un dono per la nostra diocesi e il nostro presbiterio del quale in questo momento di estremo commiato vogliamo essere riconoscenti.
E vogliamo esprimere la nostra riconoscenza con una unanime preghiera di suffragio della quale certamente in questo momento d. Battista ci è a sua volta riconoscente.
Preghiamo per lui con le parole del profeta Isaia: Il Signore liberi d. Battista dalla coltre della morte e lo accompagni al banchetto della vita che per tanti anni ha celebrato nei segni della Santa Eucaristia e che ora può godere al di là dei veli in una gioia eterna.