Apoc 14,13; Gv 12,23-28
Oreste ci è stato portato via, quasi rubato, da un male improvviso e incontrollabile. Impotenti e increduli gli siamo stati vicini nei pochi giorni della sua malattia pregando subito, e in tanti, per lui. Ma è proprio vero che con il male e la morte non si scende a patti.
E così siamo qui a celebrare la S. Messa di esequie di questa brava persona e buon cristiano che ha lasciato un vuoto grande nel cuore e nella vita di tutti noi.
Più di tutti soffre per questo vuoto la sua cara moglie Edda. Solo lei sa cosa sono stati i 59 anni di matrimonio vissuti con Oreste in un amore vero e fedele, condividendo tutto nella comprensione profonda e nel sostegno reciproco. Dal loro amore sono nati i figli ai quali, come genitori, hanno saputo donare non solo la vita fisica ma una famiglia serena ed un’educazione amorevole e seria. Nel profondo dolore per l’improvvisa perdita, Adriano e Milena riconoscono quanto grande sia l’affetto e la riconoscenza li lega al loro papà; assieme a tutti gli altri familiari.
E tutti noi abbiamo perso un amico perché di amicizia leale, nobile e intelligente era capace Oreste. Molti qui presenti potrebbero raccontare ricordi ed esperienze che portano nel cuore.
Alle tante posso aggiungere la mia esperienza perché nell’anno e mezzo in cui siamo conosciuti è cresciuta anche tra Oreste e me una vera amicizia, basata sulla stima reciproca, sulla sua disponibilità rispettosa e sempre pronta a darmi una mano nelle più diverse necessità.
Al di là, però, della mia esperienza personale, sento il dovere di portare, come Vescovo, il dolore e la riconoscenza degli altri confratelli Vescovi, mons. Battisti e mons. Brollo, e di tutti i sacerdoti della diocesi.
Mons. Battisti, oltre dieci anni fa, invitò Oreste a prendersi l’impegno di aiutare i sacerdoti ad avere cura della loro salute. Ed egli avviò un sistema di controlli sanitari periodici chiamato ‘Prevenire’, del quale hanno tratto beneficio tanti sacerdoti.
In questo impegno Oreste profuse, non solo tutte le sue capacità e conoscenze, ma il suo cuore e la sua delicata sensibilità umana e cristiana, con una passione che non posso che definire straordinaria.
Quante volte ci siamo incontrati alla sette del mattino nel momento in cui mi portava puntualmente i giornali e io partivo per andare a celebrare le lodi e la S. Messa dai cappuccini. Era l’appuntamento in cui mi aggiornava della situazione di qualche sacerdote e prendavamo accordi sul modo migliore per seguirlo. Bastavano alcune frasi essenziali e anche quando i problemi erano complicati Oreste mi rassicurava sempre che avrebbe trovato una soluzione.
Fin dall’inizio sono rimasto colpito di come mi parlava dei sacerdoti perché sembrava parlasse di suoi fratelli. Ed era così. Oreste è stato un fratello per tanti nostri preti ai quali si è dedicato con fedeltà, pazienza e discrezione. Di loro è stato spesso il confidente non solo per problemi di salute ma anche per altre difficoltà e sofferenze personali.
Nella prima lettura della Parola di Dio abbiamo ascoltato ciò che una voce dal cielo dice a S. Giovanni: ‘Scrivi: beati fin d’ora i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono’.
Come non applicare in questo momento ad Oreste queste parole di Dio? E’ morto nel Signore facendo la comunione con il Corpo di Cristo anche negli ultimi giorni e pregano fino alla fine con i suoi cari. Ed è passato attraverso la morte seguito da tante buone opere perché alla fine ci accompagnano solo le opere di bene che abbiamo compiuto.
Con la nostra preghiera, in questo momento, vogliamo dare testimonianza a Dio che la vita di Oreste è stata. per noi. preziosa perché l’ha spesa col cuore sempre aperto alla sua famiglia, ai Vescovi e i sacerdoti e a tanti altri amici. Per questo merita il risposo con il Signore e la serenità eterna in compagnia di tanti sacerdoti e laici che ha aiutato fino alla fine e che ora ha ritrovato.
E resti nel nostro cuore il ricordo di Oreste perché può aiutarci a vivere con speranza i giorni che sono a noi assegnati. Non possiamo, infatti, non sperare di ritrovare un giorno il suo sorriso nobile e accogliente, la sua voce sempre incoraggiante, il suo cuore di amico che ci accoglie in quella vita eterna che Gesù promette a quanti lo seguono spendendo la propria vita nel servizio disinteressato dei fratelli.