Le tre letture della S. Scrittura scelte per la S. Messa dei Patroni Ermacora e Fortunato sono unite come da un ritornello: è il richiamo all’importanza che sia annunciata ed ascoltata la Parola di Dio. S. Paolo, in mezzo a tribolazioni di ogni tipo, afferma con forza: ‘noi crediamo e perciò parliamo’. Scopo della sua esistenza è parlare di ciò che crede; cioè, del Vangelo di Gesù che ha conquistato la sua vita. Gesù stesso, nel brano evangelico, consegna agli apostoli il compito di continuare la sua missione: portare in mezzo agli uomini la sua Parola perché la osservino.
Per questa missione sono vissuti e sono morti martiri anche il vescovo Ermacora e il diacono Fortunato. Hanno annunciato Colui nel quale credevano con una convinzione tale da non esitare di perdere anche la vita fisica nel martirio.
Essi consegnano a noi questa stessa missione perché sono tante le persone che attendono, anche se non lo sanno, la Parola del Vangelo, la sua luce, la sua verità, la sua speranza.
In diocesi ci stiamo chiedendo quali possano essere le forme più efficaci per seminare in questo tempo la Parola di Dio nella terra friulana.
Lo scorso anno ne ho indicato una, offrendo una lettera pastorale ‘Ascolta, figlio, le mie parole’ e dei sussidi e invitando a prendere in mano il libro della S. Scrittura, leggerlo e meditarlo.
Ma pensando in particolare ai bambini, agli adolescenti e ai giovani, ci sono altre vie per metterli in contatto con la Parola di Gesù? C’è una via maestra che la Chiesa ha sempre percorso: è la via dell’educazione.
Appena nato, il piccolo spalanca gli occhi e le orecchie e cerca da chi lo ha chiamato alla vita una parola sicura che lo orienti nell’esistenza che gli è stata donata. Vuole, però, una parola convincente; detta, cioè, con la voce e con l’esempio della vita. Come Ermacora e Fortunato che sacrificarono la vita per il Vangelo che predicavano.
Seminare nelle menti e nelle coscienze dei nostri figli, con la voce e con l’esempio coerente, la parola di verità, significa fare un’opera educativa ed è la più grande responsabilità che hanno tutti gli adulti nella Chiesa e nella società.
Non vogliamo venir meno a questa responsabilità e tradire le attese dei piccoli e giovani che stanno crescendo in mezzo a noi. Per questo in tutta la diocesi, dedicheremo, nei prossimi anni, una particolare attenzione al tema dell’educazione. Ci orientano in questa direzione tutti i vescovi italiani con il recente documento ‘Educare alla vita buona del Vangelo’.
Questo ci sembra un grande atto di amore verso i nostri figli perché niente ci può essere di più bello che educarli ad una vita buona alla luce del Vangelo. E’ un atto di attenzione e solidarietà, anche, verso i genitori che saranno sempre e inevitabilmente i primi educatori e che oggi si sentono spesso soli ed affannati di fronte ai figli da educare.
Sono convinto che il tema dell’educazione non interessi solo la Chiesa ma tutta la società. Per questo siamo pronti ad un dialogo e ad una ricerca comune con tutti coloro che in città e nel Friuli sentono forte il compito dell’educazione; magari perché vi sono direttamente coinvolti. Penso ai genitori, agli insegnanti delle scuole, ai tanti responsabili delle società sportive, a quanti gestiscono iniziative di tempo libero, agli operatori del mezzi di comunicazione sociale.
Forse troppo spesso si sentono ricorrenti lamentele sulle difficoltà ad educare oggi i piccoli e i giovani che crescono. Ma loro non hanno bisogno di lamentele fatte da adulti che danno, magari, anche l’impressione di essere rassegnati. Hanno bisogno di padri e madri che sanno annunciare una parola sicura che orienta nella vita e che sanno convincerli con l’esempio della vita. Sono i padri e le madri che li hanno generati fisicamente e, accanto a loro, altri adulti che li amano e li guidano moralmente e spiritualmente.
La Chiesa diocesana di Udine non ha alcuna intenzione di fermarsi a lamentele rassegnate perché sa che sua missione primaria è quella di seminare nelle coscienze delle nuove generazioni quella Parola che porta sempre luce e speranza. E sa che non può fare, ai propri figli, dono più bello.
Se ci saranno persone e istituzioni educative che desiderano accogliere il nostro invito e fare assieme una costruttiva riflessione sul compito educativo oggi in Friuli, troveranno vescovo e diocesi pronti a camminare assieme.
Sarebbe bello che riuscissimo a far nascere una specie di alleanza educativa sul nostro territorio, a sostegno, prima di tutto, dei genitori e delle famiglie. Questo sarebbe un grande segno di speranza per i nostri figli , il segno che gli adulti sono seriamente attenti a loro e non li abbandonano ad orientarsi da soli nelle strade dell’esistenza.
Avremo bisogno di fede, speranza, passione e fantasia intelligente. Ma i santi Patroni Ermacora e Fortunato ci assicurano che la Parola che loro hanno annunciato e che noi ancora vogliamo far conoscere alle nuove generazioni ha in sé la potenza dello Spirito di Dio. Per questo continueremo a seminarla ed educare ad essa i figli che Dio ci ha dato.