Cari confratelli nell’episcopato, sacerdoti e fedeli,
mentre preparavo questa omelia da rivolgere a voi, mi tornavano in mente le parole del salmo 121 ‘Quale gioia quando mi dissero: andremo alla casa del Signore. Ed ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme’. Le cantavano i pellegrini ebrei quando erano in vista della città santa verso la quale si erano incamminati, partendo dalle loro case e dai loro paesi.
Possono essere le parole anche della nostra preghiera in questo momento. Penso che tutti siamo partiti con gioia perché andavamo verso il Monte santo del Signore e di Maria, come pellegrini che per qualche ora lasciano la casa, gli impegni, i programmi e salgono per un incontro particolare con Maria e con suo Figlio Gesù.
A volte, per incontrare il Signore è necessario che ci stacchiamo dalle cose di ogni giorno e saliamo verso il Monte santo come hanno fatto tanti profeti e uomini giusti nella Bibbia e nella storia della Chiesa.
Ora siamo giunti con il corpo alla casa di Maria e di Gesù. E’ importante che portiamo qui anche la nostra mente se fosse ancora occupata da altre preoccupazioni e il cuore se fosse attirato da altri desideri e interessi.
Sentiamoci sotto lo sguardo materno di Maria che in questo monte e in questo santuario ha assicurato sempre una particolare presenza. Sentiamoci raccolti attorno a Gesù perché stiamo celebrando la S. Messa in cui Lui ci ha realmente parlato e si donerà a noi con il suo Corpo e Sangue nella comunione eucaristica.
Presentiamo a Gesù le preghiere che salgono dal più profondo del nostro animo, mettendole nelle mani di Maria che intercede per noi.
Preghiamo per le persone che ci stanno a cuore e che aspettano da noi quel grande atto di amore che è una preghiera per loro.
Preghiamo tutti insieme anche per la nostra Diocesi che fa questo pellegrinaggio come avvio del nuovo anno pastorale 2011-12.
Come ogni anno ci siamo dati dei temi, delle mete verso cui tendere tutti insieme: diocesi, foranie, parrocchie. Vogliamo continuare a sentirci come una grande famiglia; anzi, come il popolo di Dio che cammina secondo la volontà del Signore.
Proprio per capire sempre meglio questa volontà vogliamo rinnovare l’impegno di leggere, ascoltare e meditare la Parola di Dio.
Accanto a questo ci prenderemo un altro grande impegno. E’ un impegno che dobbiamo ai nostri figli che stanno crescendo in mezzo a noi: riuscire ad essere per loro dei bravi educatori.
Come possiamo essere educatori dei quali i piccoli e i giovani possono fidarsi? Come possiamo creare nelle famiglie, nelle parrocchie, nei gruppi, nelle scuole un clima favorevole alla loro educazione?
Partiamo con queste domande all’inizio del nuovo anno pastorale e cercheremo le migliori risposte con il contributo di tutti coloro che vorranno coinvolgersi.
Questo santuario dedicato a Maria è il miglior punto di partenza per un cammino dedicato all’educazione perché Maria e Giuseppe, suo sposo, sono stati gli educatori più efficaci.
Come abbiamo ascoltato nel racconto del Vangelo, essi accolgono in mezzo a loro il più grande dono: un figlio che è l ‘Emanuele, ‘il Dio con noi’.
Quel figlio è il più grande dono di Dio che darà senso e scopo a tutta la loro vita e, insieme, è la più grande responsabilità perché l’angelo li chiama a mettersi al suo servizio perché Gesù cresca e realizzi la vocazione e la missione per la quale Dio Padre lo ha mandato in mezzo agli uomini.
Maria e Giuseppe, come genitori ed educatori, ci siano di esempio mentre cercheremo di capire in quale modo in questo tempo possiamo essere validi educatori dei nostri piccoli. Ci ricordino che i bambini che nascono sono il più grande dono di Dio per il papà e la mamma che li hanno generati e per tutti noi che li accogliamo alla vita.
Verso di loro noi siamo posti a servizio per accompagnarli a crescere bene nella vita, a realizzarla e a non rovinarla o fallirla. Avremo compiuto il nostro servizio di genitori ed educatori quando i figli arriveranno a fare dono totale e definitivo di se stessi nella vocazione per la quale Dio Padre li ha voluti all’esistenza. Così è stato per Gesù e a questo è chiamato ogni giovane battezzato.
Non c’è gioia più grande per un giovane e una giovane arrivare ad un dono di amore definitivo in cui impegna tutta la sua persona o nell’alleanza matrimoniale o nel ministero di sacerdote e nella consacrazione del cuore e del corpo a Dio e ai fratelli nella verginità.
Accompagnati dall’esempio e dall’intercessione di Maria e di Giuseppe, ci impegneremo in questo e nei prossimi anni a trovare le strade e le condizioni per educare nel modo migliore le coscienze dei piccoli, degli adolescenti e dei giovani secondo il Vangelo di Gesù.
Questi due santi genitori seppero accompagnare Gesù a crescere in sapienza, età e grazia. Aiutino a fare altrettanto tutti i genitori, i sacerdoti, i catechisti, gli insegnanti e gli altri educatori.
‘Maria e Giuseppe, santi genitori di Gesù, proteggete i nostri figli che crescono e mettete nei nostri cuori l’amore necessario per guidarli a crescere in sapienza età e grazia davanti a Dio e agli uomini’.