Intervento in occasione degli incontri di inizio anno con i giovani

22-10-2014
Meditazione su Gv 15, 9-17
 
Siamo durante l’Ultima Cena e Gesù ha seduti attorno a sé a tavola gli undici apostoli. Giuda era già scappato via nella notte. Li guarda uno ad uno con intensa amicizia e rivolge l’invito: “Rimanete nel mio amore”, “Non allontanatevi mai da me. Non dimenticatevi di me”.
 
Questo stesso invito lo rivolge ad ognuno di noi: “Rimani nel mio amore; non staccarti da me”.
Perché fa questo invito agli apostoli che a tavola con lui e a noi che siamo qui attorno a lui?
Perché Gesù sa bene come siamo fatti. Tra di noi siamo diversi in tante cose ma in una siamo tutti uguali: abbiamo lo stesso desiderio piantato nel più profondo del cuore. Tutti abbiamo il desiderio – per non dire, il bisogno, di “rimanere nell’amore”.
 
Se ci troviamo dentro l’amore stiamo bene e siamo contenti. Se veniamo lasciati fuori dell’amore stiamo male, a volte, molto male.
Stiamo subito bene quando qualcuno/a mostra di stimarci sinceramente, o sappiamo di poter fidarci di lui (o di lei) perché quando abbiamo bisogno sappiamo di trovarlo vicino, o quando ci sentiamo voluti bene con delicatezza e rispetto.
Stiamo male ogni volta che qualcuno di giudica e rifiuta, o tradisce la nostra fiducia, o si approfitta di noi per i suoi interessi come fossimo una cosa da usare.
Noi siamo stati creati da Dio per “rimanere nell’amore”, gli uni con gli altri.


Purtroppo troppe volte non ci riusciamo perché abbiamo attorno a noi persone – anche le più care – che hanno i loro difetti a causa dei quali non sanno capirci, esserci sempre fedeli, aiutarci nel bisogno.
E noi, a nostra volta, abbiamo l’egoismo che ha radici profonde dentro di noi a causa del quale pensiamo prima di tutto a noi stessi, cerchiamo le persone simpatiche e che ci fanno comodo, proviamo invidia perché vogliamo essere più degli altri.
Abbiamo bisogno di “rimanere nell’amore” e non ci riusciamo; in questo modo, ci facciamo reciprocamente del male e nel cuore nasce tristezza, delusione, malessere.
 
Gesù sa come siamo fatti; per questo, lascia agli apostoli il suo invito da vero amico e fratello: “Rimanete nel mo amore”; “rimanete legati a me in ogni modo e io non vi abbandonerò mai. Metterò il mio amore dentro di voi e un po’ alla volta guarirò il vostro cuore che è ferito e troppo debole per amare per primo senza aspettare ricompensa”.
 
Ho accompagnato tanti giovani che avevano il cuore ferito e quando erano toccati su quelle ferite si chiudevano immediatamente in se stessi o diventavano aggressivi ferendo, a loro volta gli altri. Con gioia ho visto che Gesù li ha veramente guariti con la medicina del suo amore. Hanno scoperto una serenità che non conoscevano, la gioia di saper accettare gli altri anche con i loro difetti, di aver la forza di fare il primo passo senza aspettare che l’altro si muova.
 
Andiamo anche noi verso Gesù perché ci guarisca il cuore con il suo amore. Poi, tornando a guardarci tra di noi scopriremo che riusciamo a vivere come lui ci chiede: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato”.
 
Gesù ci ha insegnato il segreto della vera gioia e può assicurarci: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.