OMELIA NELL’XI ANNIVERSARIO DELLA SUA ORDINAZIONE EPISCOPALE CON LA CONSEGNA DELLA LETTERA AI BAMBINI E RAGAZZI DELLA DIOCESI “VI CHIAMO AMICI”

08-12-2011


‘Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetto con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo’. Le parole di S. Paolo, ascoltate nella seconda lettura, interpretano il mio animo in questa celebrazione eucaristica nella quale ricordo, assieme a voi, l’undicesimo anniversario di ordinazione episcopale.


Dio Padre, senza particolari meriti miei, ha benedetto la mia vita con una benedizione spirituale, con un’effusione particolare dello Spirito Santo in Cristo. Mi ha consacrato vescovo ‘in Cristo’; Gesù Cristo è diventato ancor di più il centro di tutta la mia vita che, come la sua, non ha avuto e non ha altro scopo che l’amore per la Chiesa.


Questa benedizione spirituale in Cristo mi ha portato all’Arcidiocesi di Udine per continuare l’opera dei miei predecessori ‘ tra i quali tanti santi ‘ e, cioè, amare questa Chiesa come Gesù continua ad amarla senza misura.


Questa è la vocazione per la quale mi sento scelto da Dio Padre prima della creazione del mondo e per la quale rinnovo in questa S. Messa il mio impegno.


Cosciente di tanti limiti e debolezze, mi affido all’intercessione di Maria che festeggiamo con il titolo di ‘Immacolata’ perché totalmente aperta alla volontà di Dio.


Mentre i primi uomini, Adamo ed Eva, si nascosero quando Dio li cercava nel giardino nel quale erano stati creati e nel quale avevano peccato, Maria si fece trovare subito dal suo Dio quando la raggiunse attraverso l’arcangelo Gabriele.


Anch’io mi sono aperto a Dio quando mi ha rivelato la sua volontà imprevedibile di consacrarmi per la difficile missione di vescovo dentro la Chiesa. Chiedo a Maria di aiutarmi a vivere questa missione con il cuore aperto alla Chiesa che in questo momento mi è stata affidata, l’Arcidiocesi di Udine.


In questa Chiesa ho trovato tanti figli e fratelli da amare e da guidare sulle vie del Vangelo. In questa celebrazione eucaristica desidero riservare una parola particolare ai più piccoli tra loro: ai bambini e ai ragazzi.


Penso a loro con la tenerezza di Gesù che un giorno esclamò: ‘Lasciate che i bambini vengano a me perché di essi è il Regno dei cieli’. Penso a loro con il desiderio di guidarli sulle strade di una vita bella, che riempia le attese più profonde dei loro piccoli cuori.


Per loro ho preparato una lettera che contiene gli auguri per il S. Natale e un dono natalizio. Questo dono è un racconto nel quale presento ai nostri bambini e ragazzi l’esperienza di loro coetanei che la Chiesa riconosce come santi.


Il titolo della lettera è ‘Vi chiamo amici’. Sono parole di Gesù per quei piccoli che voleva attorno a sé senza preoccuparsi se un po’ disturbavano i grandi. Il cuore di un bambino e di un ragazzo ha la capacità di affezionarsi a Gesù e di vivere un’amicizia vera con Lui. Può sentire un desiderio forte di imitarlo con tutto se stesso, senza mezze misure fino alla santità.


Con la mia lettera desidero indicare questa strada ai nostri bambini e ragazzi, la strada verso Gesù e verso l’amicizia con Lui. Sono convinto che questo è il mio compito di buon pastore, la mia principale opera educativa che, in questa occasione, ricordo anche agli altri educatori, iniziando naturalmente dai genitori.


Nel legame con Gesù i piccoli possono trovare la gioia profonda che il loro cuore attende; possono trovare serenità e speranza anche quando la vita e le persone li hanno feriti troppo presto.


Ho scritto questa lettera per i bambini e i ragazzi; ma spero che faccia riflettere anche noi adulti. Quando gli apostoli volevano allontanare i bambini da Gesù perché erano sporchi e disturbavano, il Maestro li rimproverò dicendo: lasciate che i piccoli vengano a me; lasciatevi disturbare da loro e conduceteli a me.


Continuiamo anche a noi a condurre i nostri figli a Gesù perché con lui si capiscono, forse meglio di noi. Assieme arriveranno al Signore i loro genitori, i sacerdoti, i catechisti, tutti gli educatori. Non c’è meta più bella e sicura, come ci ricorda il S. Natale. Attorno a Gesù ci ritroviamo un’unica famiglia, la famiglia dei figli di Dio, con i piccoli in prima fila.