Omelia in occasione delle esequie di suor Tarcisia Lorenzi (20 febbraio 2019)

20-02-2019

Cari Fratelli e Sorelle,

in questo momento di fede e di preghiera mi tornano alla mente le occasioni che ho avuto per incontrare suor Tarcisia e dialogare con lei. Molti di voi potrebbero portare una testimonianza più profonda della mia perché hanno avuto la possibilità di conoscerla più a lungo. Immagino cosa possono raccontare di suor Tarcisia i tanti bambini e ragazzi che hanno goduto delle sue cure, i genitori che le hanno affidato il loro figlio, le consorelle che hanno condiviso con lei la fede e la fraternità quotidiana, gli operatori dell’Istituto “Santa Maria dei Colli”, i sacerdoti che hanno offerto il loro ministero in questa comunità, i volontari, i rappresentanti delle Istituzioni e altri ancora. Questa sorella dei poveri di S. Caterina da Siena è stata, infatti, per oltre 50 anni una presenza forte ed incisiva sul nostro territorio e ha saputo raggiungere molte persone e toccare molti cuori.

Lascio, però, ad altri momenti un ricordo di suor Tarcisia che sarà doveroso e che farà bene del bene. In questa S. Messa di suffragio per la sua anima desidero, piuttosto, invitare tutti alla preghiera e, specialmente,ad una sentita preghiera di ringraziamento. Riconosciamo, infatti, che suor Tarcisia è stata un dono di Dio e un segno vivo della sua presenza in mezzo a noi.

Abbiamo appena ascoltato le parole di S. Giovanni: «Fratelli, noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli». Questa cara suora ha amato i fratelli con tutto il cuore, con fedeltà quotidiana, mettendo in questo amore tutte le energie e i molti talenti ricevuti dalla Provvidenza, con una particolare predilezione verso i più deboli e sofferenti. In questo suo amare non a parole ma nella concretezza dei fatti ci ha mostrato che lei era già «passata dalla morte alla vita». Da quando aveva incontrato Gesù e a lui aveva consacrato tutta se stessa, aveva rinunciato a tutto, era morta a se stessa per donare ai fratelli tutto quello che era e aveva. Non aveva avuto più paura di consumarsi senza risparmio perché aveva scoperto una vita nuova, la vita fatta di amore che non aveva davanti la morte ma l’abbraccio con l’Amore pieno che è il nostro Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

Questo amore stato la forza che l’ha sostenuta anche durante la pesante malattia che l’ha portata alla morte fisica. Quando ormai era costretta a letto le ho fatto visita per portarle la benedizione di Dio, mi ha profondamente edificato la serenità  e il sorriso trasparente che salivano dalle profondità del suo animo dove dimorava l’amore che Gesù le aveva donato e che non era oscurato né dalle sofferenze né dalla paura della morte. Era già del Signore e lo attendeva come sposa fedele.

Ora crediamo e speriamo che suor Tarcisia sia nell’abbraccio del suo Sposo eterno per il quale ha donato tutto. Lo crediamo e lo speriamo perché ella si presenta davanti a Gesù potendo mostrargli le credenziali che lui chiede ai suoi discepoli, come abbiamo sentito nel vangelo.

Può dire, con tutta verità a Gesù: «Ho accolto ogni giorno, con cuore aperto, sorelle e fratelli piccoli, deboli, sofferenti e nei loro occhi e sul loro volto ho riconosciuto il tuo sguardo e il tuo sorriso».

Siamo certi che si sente rispondere dal Signore risorto: «Tutto quello che hai fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’hai fatto a me: Vieni benedetta del Padre mio».

Questa è la grazia che in questa S. Messa chiediamo per suor Tarcisia e nella nostra preghiera per lei mettiamo tutto l’affetto e la riconoscenza che proviamo per lei.

Suor Tarcisia ce ne sarà grata e intercederà per ognuno di noi e, in particolare, per l’amata comunità di “S. Maria dei Colli” perché  possa proseguire la sua provvidenziale opera di carità sulla quale ella l’ha indirizzata in 53 anni di servizio.

E non dimentichiamo l’esempio luminoso di questa cara suora che abbiamo avuto vicino perché ci ha mostrato l’unica strada sulla quale val la pena di spendere i giorni che ci sono dati: è la strada del dono di noi stessi che porta dalla morte alla vita eterna. dove suor Tarcisia ci attende.