OMELIA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA PER LA VITA

05-02-2012


Cara sorelle e fratelli,


ci soffermiamo a meditare sulla bella pagina del Vangelo che ci è stata annunciata. S. Marco racconta in sintesi come Gesù impegnava le sue giornate. Egli passava nelle case, per le piazze, lungo le strade e diffondeva vita sulle persone che si accalcano attorno a lui. Tutti erano rovinati dal male che aveva aggredito o il loro corpo con malattie o la loro anima con l’azione del demonio e delle sue tentazioni. Tutti erano tristi perché, rovinando la vita, il male aveva oscurato anche la speranza.


Gesù annunciava la sua parola che entrava nei cuori e aveva la potenza di sconfiggere il male guarendo i corpi e liberando i cuori. La luce di una speranza e di una gioia nuova illuminava i volti, le case e i paesi. La giornata di Gesù cominciava il mattino presto; quando era ancora buio si raccoglieva in una profonda preghiera, dialogando con il Padre suo. Da quel dialogo si alzava e andava a portare la vita agli uomini che cedono al male. Nel suo cuore di uomo c’era il Cuore di Dio Padre che la S. Scrittura definisce ‘amante della vita’.


Gesù ha chiamato i dodici apostoli e tutta la Chiesa, da loro fondata, a continuare la sua missione di amare, sostenere e guarire la vita degli uomini perché essi possano ‘avere la vita e averla in abbondanza’.


E’ questa passione per la vita umana, ricevuta dal Cuore di Gesù, che ha suggerito alla Chiesa italiana di istituire una ‘giornata per la vita’.


E’ una giornata, prima di tutto, di preghiera perché la missione di Gesù iniziava il mattino presto con un prolungato dialogo con Dio, suo Padre. Da quel dialogo partiva il suo pellegrinaggio in mezzo ai fratelli, confortando, infondendo speranza e guarendo dal male.


Come ricordavo lo scorso anno, non illudiamoci di conservare l’amore per la vita umana senza restare in comunione con Gesù e con il Padre attraverso la preghiera e la S. Messa. Se ci stacchiamo dalla Sorgente un po’ alla volta il cuore si inaridisce e perde l’amore per la vita. Purtroppo, gli esempi non mancano anche in Europa e in Italia guardando le leggi che i parlamenti hanno emanato  e la mentalità che si è diffusa.


La Giornata per la vita è, poi, un momento per ringraziare e incoraggiare quei cristiani che, singolarmente o in associazioni, si dedicano con impegno a difendere la vita nascente e a sostenere la vita debole di fratelli provati dalla vecchiaia, dalla malattia o da altre debilitazioni.


Il nostro primo grazie va ai genitori che hanno collaborato con Dio generando quest’anno un figlio. Dice il messaggio della Conferenza episcopale Italiana per la 34° Giornata Nazionale per la Vita: ‘La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita’. E’ vero: donare la vita ad un figlio rinnova la vita anche dei genitori; li fa sentire giovani nel cuore e nel corpo. E un bimbo che nasce porta giovinezza a tutta la società umana, a tutto il nostro Friuli di cui conosciamo la bassa natalità.


Non ci nascondiamo che generare un figlio in questi tempi chiede coraggio e speranza nel futuro. Chiede un amore che, stando a calcoli umani, può sembrare a volte anche un po’ insensato. Ma tante coppie di genitori possono testimoniarci che è vero il contrario; il loro amore, che li ha resi disponibili a donare la vita ad un nuovo figlio, ha visto bene.


L’amore è intelligente e capisce come si dona la vita, come la si rispetta, come la si protegge anche quando è particolarmente debole.


Certi calcoli sull’inizio e fine vita ‘ che si trasformano poi in leggi ‘ possono sembrare, a prima vista, anche molto razionali. Ma dobbiamo confessare che li sentiamo freddi e, per questo, alla lunga non capiscono il mistero della vita.


E così, contiamo anche nel nostro Friuli numeri pesanti di aborti, quasi 100.000 da quando esiste la legge dello stato. Ricordo un attimo questi dati perché sono reali, senza alcun spirito di polemica, anzi. Sono cosciente che il dramma di un aborto è un mistero molto difficile da capire: è un mistero come Dio Creatore e Padre accolga con sé quella sua creatura che non ha potuto vedere la luce del nostro sole, è un mistero il vuoto che si crea nel cuore e nel corpo della madre che ne sia o non ne sia cosciente, è un mistero quanto pesi il vuoto che un aborto lascia nella nostra Chiesa e nella società.


Solo l’amore ‘ quell’amore che ha Gesù nel suo Cuore ‘ capisce un po’ di più. Quando Madre Teresa di Calcutta fu ricevuta all’ONU, ci aspettava che parlasse delle ingiustizie che creano quelle vittime che lei soccorreva con le sue suore. Parlò prevalentemente della tragedia dell’aborto invitando le donne a portare alle sue suore i neonati piuttosto che impedire loro di nascere. Quella suora santa aveva l’amore di Gesù nel cuore e capiva un po’ di più di noi.


Prima di fare discorsi sull’inizio e fine vita ‘ che più volte finiscono, ahimè, nella polemica ‘ chiediamo allo Spirito Santo di crescere nell’amore di Gesù per avere la sua passione per la vita e per coloro che chiedono di nascere o hanno la vita indebolita dal male.


Ascoltiamo coloro che, nel nostro territorio, parlano animati da un amore sofferto che si sta dedicando quotidianamente ad accogliere, rispettare e sostenere la vita di figli, familiari, amici.


Grazie a noi Gesù continui a passare nelle nostre case, piazze e strade portando la sua parola divina che libera dal male e diffonde luce e speranza.