Omelia in occasione della celebrazione eucaristica per il «voto cittadino»

25-10-2015
Cari fedeli,
 
in questa festa tradizionale e cara alla città di Udine della Beata Vergine delle Grazie abbiamo riascoltato la lettura del miracolo di Gesù alle nozze di Cana. Il racconto è ricco di simboli che illuminano il valore del matrimonio e della famiglia.
L’evangelista Giovanni fa capire che Gesù, con Maria e gli apostoli, accetta l’invito alle nozze perché ha il suo vino buono che avrebbe salvato la festa, altrimenti destinata irrimediabilmente a rovinarsi. L’amore tra un uomo e una donna è una grande festa per loro due, per i parenti stretti e per tutta comunità. Non è mai, infatti, una vicenda privata ma avvenimento che coinvolge tutta la comunità umana. Quando l’uomo e la donna lasciano padre e madre per unirsi tra loro due nella gioia di un amore indissolubile, essi diventano una carne sola. Con questa scelta essi realizzano la loro vocazione, cioè lo scopo della loro esistenza. Insieme, impiantano una nuova cellula vitale dentro la Chiesa e dentro la società umana. Dalla loro comunione, fedele per sempre, sgorga la vita perché nascono i figli. Ed essi, pure, sono la gioia e il principale scopo della vita dei due genitori e, insieme, sono la speranza di tutta la comunità.
Detto in poche parole, questo è il grande progetto di amore per il quale Dio ha creato l’uomo la donna, diversi e complementari tra loro. È un progetto sempre attuale perché sta nel profondo del cuore di ogni giovane che si innamora di una ragazza e viceversa. Nel reciproco amore, essi sentono che c’è la promessa di una gioia grande che sperano sia per sempre. E’ un progetto che sta anche nel piccolo cuore di ogni figlio che nasce perché si attende che i due genitori siano a lui fedeli volendosi bene per sempre.
Questa verità basilare è stata con chiarezza riproposta anche nella relazione finale del Sinodo sulla famiglia, che Papa Francesco ha oggi concluso.
Purtroppo, dobbiamo riconoscere che i nostri cuori sono indeboliti da una radicata tendenza all’individualismo, all’egoismo per cui, di fronte alle fatiche del rapporto di coppia e di famiglia e alle prove della vita, possono stancarsi. Come per i due sposi delle nozze di Cana può finire il vino che avevano messo da parte e la festa del loro matrimonio si intristisce; e nell’amarezza ognuno tende a chiudersi in se stesso rompendo i legami di amore e di solidarietà anche con chi si era impegnato in modo convinto.
Conoscendo la debolezza dei nostri cuori, Gesù, assieme a sua Madre, accetta l’invito e va alle nozze. Porta il suo vino che è un vino nuovo capace di rendere ancora più bella e gioiosa la festa delle nozze. Ha creato un sacramento per rendere l’uomo e la donna, che hanno già ricevuto il battesimo, capaci di amarsi per sempre e di donare alla vita figli che cresceranno nella sicurezza di contare sulla fedeltà indissolubile dei loro genitori.
La relazione finale del Sinodo dei vescovi in più passi parla del “Vangelo della famiglia” ricordando che Gesù è venuto a portare la bella notizia che nel sacramento del matrimonio egli stesso dona alla coppia cristiana un amore per sempre; un amore più forte del logorio degli anni, delle prove della vita, più forte della morte. Col sacramento del matrimonio indissolubile Gesù non ha imposto regole o costrizioni ma ha portato speranza: la speranza che nel matrimonio e nella famiglia è possibile la fedeltà indissolubile. E’ possibile vivere l’amore che Dio ha pensato quando ha creato l’uomo e la donna perché si donino reciprocamente formando una carne sola e diventino suoi collaboratori generando all’esistenza dei figli che sono capolavori unici perché ogni persona umana è irripetibile.
Questa è la speranza che la Chiesa desidera annunciare a tutti, specialmente ai giovani che sentono svegliarsi in loro le belle energie dell’amore. Non chiudiamo gli occhi di fronte alle difficoltà che tante coppie e famiglie incontrano per vivere un amore per sempre. Come chiede il Sinodo, anche la nostra Chiesa di Udine è pronta ad accogliere, ascoltare e accompagnare ogni situazione, spesso segnata da ferite dolorose impresse specialmente nel cuore dei figli. Vogliamo che questo sia uno dei modi per vivere l’Anno santo della misericordia indetto da Papa Francesco.
Però, ai giovani vogliamo mostrare gli orizzonti più grandi e più belli; gli orizzonti di un amore più forte perché nasce da cuori rigenerati dal vino nuovo che è lo Spirito Santo di Gesù.
La beata Vergine delle Grazie, continui ad intercedere per noi, come fece durante la festa di nozze a Cana di Galilea. Interceda specialmente per le nostre care famiglie e le protegga in ogni momento e in ogni situazione del loro cammino. Questo sia il Voto cittadino che quest’anno rivolgeremo in modo particolare a Maria al termine della S. Messa.
 
Udine, 25 ottobre, Basilica della Beata Vergine delle Grazie