Omelia in occasione del pellegrinaggio diocesano a Castelmonte (8 settembre 2017)

08-09-2017

«Tutti gli undici apostoli erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui». Mentre erano perseveranti e concordi nella preghiera, nel giorno di Pentecoste, Gesù mantenne la sua promessa e fece scendere su di loro il suo Santo Spirito che entrò in ciascuno mostrandosi anche nel segno visibile di una lingua di fuoco.

 

Nella copertina della mia lettera pastorale, che ho scritto quest’anno per tutti i cristiani di Udine e che avete ricevuto all’inizio della Santa Messa, vedete riprodotta questa scena raccontata dagli Atti degli apostoli. E il titolo della lettera riprende le parole del testo biblico: «Perseveranti e concordi nella preghiera con Maria»; con il sottotitolo: «La Chiesa di Udine in missione accompagnata dalla Madre».

 

La Chiesa di Cristo è nata quando gli undici apostoli, dopo aver partecipato all’ascensione di Gesù al cielo, si sono riuniti attorno a Maria con alcune donne e alcuni parenti di lui e hanno formato una comunità di preghiera unendo le loro voci alla voce della madre del Signore e madre loro. 

 

Cari sacerdoti, diaconi, fratelli e sorelle, noi siamo nella stessa situazione degli apostoli e delle donne nel cenacolo. Anche noi siamo in questo momento «perseveranti e concordi nella preghiera». E Maria è realmente con noi e  sta pregando con noi e per noi in questo luogo santo dove Ella è venerata e invocata da tanti secoli. Come Madre prega con noi, suoi figli, per ottenere da Gesù lo stesso Dono divino che ricevettero gli apostoli e le donne il giorno di Pentecoste: lo Spirito Santo.

 

Abbiamo bisogno che lo Spirito Santo di Gesù riempia il cuore di ciascuno e rinnovi tra di noi il duplice miracolo che fece negli apostoli e nelle donne: il miracolo della comunione e il miracolo della missione.

 

Lo Spirito Santo creò tra gli apostoli e le donne una grande comunione. Li rese, come ricordano sempre gli Atti deli Apostoli, «un cuor solo e un’anima sola»; tanto che chi li vedeva esclamava ammirato: «Guarda come si vogliono bene!». Fece, poi, crescere in loro il desiderio e il coraggio di farsi missionari e mostrare a tutti la loro fede in Gesù con le parole e con la vita.

 

Quanto abbiamo ancora bisogno nella nostra Chiesa di Udine e in tutta la Chiesa di Cristo del miracolo della comunione e della missione! Quanto abbiamo bisogno di volerci più bene con il Cuore di Gesù tra le persone, nelle famiglie, tra parrocchie e paese vicini. In questo modo saremo ancora una Chiesa missionaria perché tanti fratelli, tormentati dalla solitudine, si avvicineranno e scopriranno il nostro segreto che si chiama Gesù e il  suo amore che ha riempito i nostri cuori grazie all’azione dello Spirito Santo.

 

Noi vogliamo andare per questa strada che è la stessa per la quale Chiesa è sempre andata, cominciando dal giorno della Pentecoste. Anche il progetto diocesano delle Collaborazioni pastorali che ci stiamo impegnando a realizzare è un coraggioso cammino lungo il quale speriamo e desideriamo che lo Spirito Santo faccia crescere la comunione tra le persone e tra le parrocchie. E nella gioia di sentirci uniti nell’amore di Cristo, desideriamo far gustare la nostra esperienza di fede a tutti; parlando tante lingue come gli apostoli a Pentecoste. Sapendo, cioè, parlare al cuore dei piccoli, dei giovani, di chi ha smarito la fede e l’orientamento della vita, alle famiglie, a chi è nella sofferenza e cerca una speranza.

 

Castelmonte ci ricorda che non siamo soli con le nostre deboli forze. Abbiamo una grande compagna di viaggio: è Maria, la Madre che Gesù ci ha donato dalla croce. Come gli undici apostoli e le donne nel cenacolo, anche noi sentiamo la sua voce che si unisce in questo momento alle nostre mentre siamo concordi nella preghiera.

 

In terra friulana la Chiesa si è sempre sentita sostenuta e accompagnata dalla Madre. È una terra segnata dalla presenza di Maria e dalla devozione a lei; fin dall’antichissima basilica di Aquileia, dedicata all’Assunta e, poi, nei tanti santuari piccoli e grandi, antichi e recenti sorti dalla spontaneo affidamento della popolazione alla Vergine Madre.

 

Dal santuario della Madone di Mont partiamo per un Anno pastorale durante il  quale guarderemo in modo particolare a lei. Lei ci porta Gesù come lo ha portato a Giuseppe al quale l’angelo disse: «Non temere di prendere con te Maria perché il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo». Andiamo a Maria che è la Porta che apre la strada verso Gesù.

 

Invito tutti a vivere con partecipazione e fede le tante feste e ricorrenze che nelle parrocchie sono dedicate a lei. Nella parte conclusiva della  lettera pastorale offro alle persone, alle famiglie e alle comunità cristiane tanti suggerimenti per guardare a Maria come esempio da seguire e madre a cui affidarci.

 

Concludo la lettera con una preghiera nella quale mettiamo sotto l’intercessione di Maria la nostra Chiesa diocesana e il progetto pastorale su cui ci siamo avviati. La stamperemo anche in un cartoncino da distribuire a tutti per recitarla in tante occasioni personali e comunitarie.

 

La recitiamo la prima volta adesso a conclusione della mia omelia concordi nella preghiera:

 

«O Maria, sorella e madre nostra,

come gli apostoli e le donne nel cenacolo,

uniamo le nostre voci alla tua,

concordi e perseveranti nella preghiera.

 

Affidiamo alla tua intercessione

la Chiesa di Udine e  tutte le sue comunità

che si stanno aprendo

alle nuove foranie e alle collaborazioni pastorali.

 

Invoca sul vescovo, i sacerdoti, i diaconi,

i consacrati e tutti i fedeli,

una rinnovata effusione dello Spirito di Cristo

perché le parrocchie, superando paure e diffidenze,

si aprano alla reciproca accoglienza.

 

Ottienici la grazia di rispondere al desiderio di Cristo:

“Siano una cosa sola perché il mondo creda”,

affinché la nostra Chiesa sia testimone e missionaria

della potenza del tuo amore. Amen».

Udine, 8 settembre 2017