Omelia in occasione del 60° Congresso dell’Associazione Friulana Donatori di Sangue (23 settembre 2018)

23-09-2018

Cari Fratelli e Sorelle e, in particolare, cari Donatori di sangue,

il Vangelo, che abbiamo ascoltato, ci ha ricordato la legge fondamentale su cui Gesù ha fondato la sua Chiesa: «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti». È la legge del servizio.

Chi è il più importante? Colui che trova in se stesso la forza per farsi servitore di tutti: gratuitamente, senza chiedere niente in contraccambio; fedelmente, senza stancarsi quando passa il tempo; liberamente, senza costrizioni o secondi fini.

Gesù insegna la legge del servizio ai dodici apostoli dopo averli sentiti discutere su chi fosse il più grande e importante nel loro gruppo, dopo Gesù. Essi seguivano l’altra legge che governa troppo spesso la società umana e che è contraria a quella del vangelo: il più grande è colui che mette gli altri sotto di lui; il più furbo è chi sa badare, prima di tutto, al proprio interesse; il più intelligente è colui che sa accumulare beni, cariche, applausi.

Sappiamo per esperienza che la legge del più forte e del più furbo porta a rovina i rapporti tra persone e tutta la società. Però, continua a convincere molti; a volte anche noi.
Gesù vuol creare tra gli uomini una comunità nella quale ci si senta fratelli e sorelle e la fonda su una legge nuova, la legge del servizio reciproco. Il più grande e il più bravo sia colui che ha la forza e la larghezza di cuore di farsi servitore di tutti.

È su questa legge evangelica che sono nati anche i donatori di sangue e si sono uniti in una associazione che in 60 anni di vita è diventata come un albero sempre più grande. Un albero cresce e si sviluppa se ha radici che si diramano in tutto il terreno dal quale riceve il nutrimento necessario per portare frutti. La nostra Associazione Friulana Donatori di Sangue ha diffuso le sue radici il tutto il territorio del Friuli, nei paesi, nelle scuole, nei posti di lavoro e in tanti altri ambienti. E’ diventata una straordinaria associazione di popolo, una ammirevole impresa del popolo friulano, con risultati che tutti conosciamo.

A 60 anni di distanza possiamo chiederci: qual è stato il segreto del suo grande sviluppo? Credo stia proprio nel capillare radicamento sul territorio che l’associazione ha saputo creare, grazie anche all’opera intelligente e instancabile dei presidenti e di tanti collaboratori.

Ma tutto questo sforzo non avrebbe dati risultati così positivi se nei nostri paesi, nelle scuole ed ovunque non si fossero trovate persone di ogni età pronte a donare gratuitamente e con gioia un po’ del loro sangue. Se non si fossero trovati cristiani nei quali la legge del servizio, insegnata da Gesù, non fosse proprio entrata fino nel sangue per cui erano pronti a donarlo.
Grazie alla loro formazione cristiana, essi sentivano e sentono che la goccia di sangue che donano non lascia in loro un vuoto. Il vuoto che la goccia di sangue lascia si riempie subito con una goccia di gioia per aver aiutato un fratello, con una goccia di amore che è vita sia per chi riceve che per chi dona.

Questo è il miracolo della legge del servizio che Gesù ha portato tra noi uomini: chi dona gratuitamente, a sua volta gratuitamente riceve. Dona sangue e riceve gioia per aver contribuito a salvare un fratello; nel sangue dona un po’ di amore e il suo cuore si riempie di più amore.

Con questa S. Messa prego perché questo spirito di servizio, insegnato nel vangelo, resti vivo nel cuore di tanti friulani perché lì sta il segreto che tiene vivo e sano il grande albero dell’Associazione Friulana Donatori di Sangue e tutta la nostra società.

Continuiamo a comprendere e a far comprendere ai nostri giovani che c’è più gioia nel dare che nel ricevere; che quando ti privi per donare non si crea un vuoto dentro di te ma l’animo si riempie di gioia pura e di amore.

La Vergine Maria, la grande Serva, ci sia vicina con il suo esempio e ci accompagni con la sua intercessione.

Udine, 23 settembre 2018