Omelia in occasione dei Primi vespri dei Santi Patroni Ermacora e Fortunato (11 luglio 2021)

11-07-2021

Cari Fratelli e Sorelle,

c’è un comando di Gesù che ha orientato in modo decisivo la vita degli apostoli e la vita della Chiesa. Narra San Luca che Pietro e gli altri apostoli avevano faticato tutta la notte sul lago di Tiberiade, ma le loro reti erano rimaste completamente vuote. Mentre essi, stanchi e rassegnati, stavano riponendo la rete dentro la barca, Gesù li sorprende con un ordine umanamente privo di buon senso. Si rivolge a Pietro con queste parole: “Duc in altum”, “Prendi il largo, e gettate le vostre reti per la pesca” (Lc 5,4-5). Pietro e i suoi compagni obbediscono sostenuti da una sola garanzia: “Sulla tua Parola”.

Quel comando di Gesù (“Duc in altum!”) e quella garanzia (“Sulla mia Parola”) hanno orientato l’azione missionaria della Chiesa di ogni epoca.

Sono stati il punto riferimento dei nostri Santi Patroni Ermacora e Fortunato. Essi si trovarono a vivere dentro una città e una civiltà che erano state splendide, ma che, come abbiamo cantato nell’inno, erano ridotte “ad un edificio ormai cadente”, destinate ad una irreversibile decadenza. In mezzo alle macerie che si accumulavano dentro l’Aquileia romana, essi non elaborarono progetti sociali o militari per risollevare le sorti della città. Solamente “gettarono le reti” della predicazione del Vangelo fidandosi della potenza della Parola che annunciavano e dello Spirito Santo che l’accompagnava. In quest’opera di Dio ci misero tutto quello che avevano, fino al sangue senza aspettare di essere confortati dai risultati ma affidandosi solo alla Parola di Gesù che non rimise in piedi la vecchia Aquileia romana, ma generò la nuova Aquileia cristiana, la nostra Chiesa madre.

In tempi recenti, il comando di Gesù: “Duc in altum!”, lo ha fatto risuonare S. Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica “Novo millennio ineunte”: “All’inizio del nuovo millennio, riecheggiano nel nostro cuore le parole con cui un giorno Gesù invitò l’Apostolo Simone a «prendere il largo » per la pesca: « Duc in altum » (Lc 5,4). Pietro e i primi compagni si fidarono della parola di Cristo, e gettarono le reti. «E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci » (Lc 5,6).

Gli ha fatto eco, pochi anni dopo, Papa Francesco con la sua Esortazione apostolica “Evangelii gaudium” nella quale spinge con decisione la Chiesa del terzo millennio ad “uscire”, ad “andare” senza temere di esplorare strade nuove e confidando sempre sulla “novità” e la “gioia” che porta il Vangelo.

Dentro questa Chiesa, a cui viene chiesta tanta passione missionaria, ci sentiamo anche noi interpellati dal comando, sempre vivo, di Gesù: “Duc in altum!”, “Prendi il largo e gettate le reti per la pesca”.

Desideriamo mettere questa sua Parola come stella polare, ago della bussola del cammino  della nostra Chiesa diocesana nel prossimo anno pastorale. L’esperienza della pandemia, con tutte le sue conseguenze, ci sta mettendo alla prova. Da questa prova desideriamo uscire vincitori non rimanendo seduti dentro la barca, tra le reti che possono sembrarci vuote e inutili. Torniamo a gettare, in questo nostro Friuli, la rete della predicazione del Vangelo, dell’esperienza spirituale e liturgica, della solidarietà con chi ha più bisogno. Non deve fermarci l’obiezione molto umana degli apostoli: “Abbiamo provato tutta la notte senza prendere nulla”. Chiediamo anche all’intercessione dei Santi Patroni un grande supplemento di fede che ci permette di dire: “Sulla tua Parola” torniamo al largo e gettiamo le reti.

Un altro impegno importante che ci prendiamo è di rispondere assieme al comando di Gesù; di prendere il largo seguendo una rotta comune: vescovo, presbiteri, diaconi, comunità, operatori pastorali. Abbiamo in mano una rotta di navigazione che ci ha suggerito lo Spirito Santo e che abbiamo delineato in questi anni con il contributo di tanti: è il nostro progetto diocesano “Siano una cosa sola perché il mondo creda”. In esso troviamo le direttrici lungo le quali andare e andare assieme per gettare le reti di un rinnovato annuncio e di una viva testimonianza del Vangelo nel nostro Friuli.

Per questo durante il prossimo anno pastorale continueremo anche nell’impegno di attuare concretamente il progetto diocesano perché si incarni nelle nostre comunità e nella nostra diocesi e non resti solo sulla carta. A settembre offriremo anche degli orientamenti per proseguire e proseguire assieme in questo importante impegno che delinea, almeno in parte, il futuro della Chiesa di Udine.

In questi primi vespri dei Santi Patroni chiediamo allo Spirito Santo la grazia di avere la loro fede che era solidamente piantata sulla Roccia della parola di Gesù e non su altre sicurezze o garanzie. Le nostre reti sono fragili ma portano la potenza della Parola di Gesù risorto e “sulla sua Parola” possono ancora servire a raccogliere fratelli e sorelle che cercano speranza e salvezza.

Udine, 11 luglio 2​​021