Omelia in occasione dei 660 anni di fondazione del Santuario di Monte Lussari (25 luglio 2020)

25-07-2020

Eccellenze e cari Fratelli e Sorelle,

Caifa, con un cinico calcolo politico, dichiara la condanna a morte di Gesù: «Non considerate che come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». Anche se innocente, Gesù doveva essere sacrificato per evitare che con la sua predicazione e i suoi miracoli provocasse un intervento armato dei romani contro il popolo ebraico. L’evangelista Giovanni commenta che Caifa, senza volerlo, pronunciò una grande profezia sul significato della morte di Gesù. Egli stava consegnandosi liberamente alla morte a favore di tutti i figli di Dio. Essi si erano dispersi a causa del peccato e Gesù, come il Buon Pastore, dava il suo sangue sulla croce per riunirli e formare un nuovo popolo di Dio. 

Dall’alto della croce, prima dell’ultimo respiro, egli donò anche sua Madre ai figli che si riunivano attorno a lui. Sul calvario nasce, così, la Chiesa formata da tanti figli di Dio uniti attorno a Gesù che dona loro il suo corpo e il suo sangue e attorno a Maria che, come ogni madre, si prodiga perché i suoi figli siano uniti e concordi.

A Buona ragione, perciò, Maria merita il titolo di “Madre dell’unità”. Con questo titolo la invochiamo in questa Santa Messa. La preghiamo da questo santuario di Monte Lussari che da 660 anni è un segno di unità posto nel cuore del continente europeo. È il “santuario dei tre popoli” che nei secoli hanno formato l’Europa; diversi tra loro per lingua e tradizioni, ma uniti dalle comuni radici cristiane che questo santuario ricorda. 

Eredi di una millenaria tradizione cristiana e di tanti pellegrini che ci hanno preceduto nei secoli sul Monte Lussari, ci siamo oggi riuniti per testimoniare che i popoli europei possono avere ancora una speranza di unità e di solidarietà reciproca se si riconoscono tutti figli di Dio raccolti sotto la croce di Gesù e il manto della Vergine Madre.

Siamo qui, poi, per pregare Maria, Madre dell’unità, per tutta l’Europa che sta attraversando un momento delicato e decisivo che può consolidare o, al contrario, disgregare la sua unità.

Invochiamo, prima di tutto, l’intercessione della Madre dell’unità sulle Chiese e le comunità cristiane radicate dentro i popoli europei. I Vescovi che concelebrano questa S.anta Messa ne rappresentano già quattro di grande tradizione: la Chiesa di Lubiana, di Capodistria, di Gurt-Klagenfurt e la Chiesa friulana, erede della Chiesa Madre di Aquileia. Ma tante altre Chiese cattoliche formano una grande rete di fede e di comunione sul territorio europeo. Ad essere si aggiungono le Chiese ortodosse e le comunità cristiane nate dalla Riforma. 

Siano una cosa sola perché il mondo creda”, pregò Gesù prima di entrare in agonia nell’orto del Getzemani. Se le Chiese e le comunità cristiane, che si riconoscono nell’unica fede in Gesù e nell’unica devozione a Maria, cresceranno nella comunione tra di loro, esse saranno una sorgente feconda di unità per tutta l’Europa del terzo millennio. 

Affidiamo, poi, all’intercessione di Maria tutti i politici e gli amministratori che in questo momento sono chiamati a governare i destini dei loro popoli. Tocca a loro difendere e potenziare il grande progetto di un’Europa unita come una sinfonia di tradizioni e culture diverse irrorate dall’unica linfa vitale che è il Vangelo di Gesù. Quando questa linfa viene meno, cominciano a scorrere liquidi tossici che infettano la società fino a corrompere anche le leggi che dovrebbero salvaguardare il bene comune. Purtroppo non possiamo non constatare che questa intossicazione delle menti, dei cuori e delle coscienze è in atto con segni preoccupanti. Pensiamo all’offuscamento del senso della dignità della persona dal suo concepimento alla sua morte fisica, a certi stravolgimenti del significato della famiglia, alla miopia nel vedere i bisogni dei più deboli, degli “scarti” secondo il linguaggio di Papa Francesco.

Stiamo lottando per uscire dall’inquietante pandemia che ha colpito anche tutti i popoli europei. Invochiamo la Vergine delle Grazie perché ci liberi da questo male. Ed invochiamola, con altrettanta fede, perché questa prova a cui ci ha sottoposto il coronavirus, sia un passaggio di purificazione che rinnova nelle popolazioni europee la linfa della fede cristiana della quale il Santuario di Monte Lussai è da tanti secoli un faro luminoso posto al confine dei tre popoli.