UNA CHIESA IN CAMMINO ‘SOTTO LA PAROLA DI DIO’.Intervento all’incontro diocesano dei referenti foraniali d’ambito pastorale

12-03-2011


 


Introduzione


 


Questo incontro vede riuniti i direttori e i referenti d’ambito delle foranie assieme all’Arcivescovo, al Vicario generale, ai direttori degli uffici pastorali diocesani e ai delegati episcopali. Si colloca a metà, circa, dell’anno pastorale e offre l’opportunità di un confronto sull’azione pastorale della nostra Chiesa diocesana per aiutarci a camminare in modo sempre più concorde e a favorire la stessa concordia in diocesi, nelle foranie e nelle parrocchie.


Ho dato un titolo al nostro incontro: Una Chiesa in cammino ‘sotto la Parola di Dio’. Ci sono, infatti, segni incoraggianti che ci mostrano come la Chiesa di Cristo che è in Udine sia una comunità di battezzati che continua un cammino serio e convinto avendo come stella luminosa la Parola del suo Dio.


Dal mio punto di osservazione di Pastore, constato dei segni che motivano l’affermazione che siamo una Chiesa in cammino ‘sotto la Parola di Dio’.


 


 


1°. Una Chiesa ‘sotto la Parola di Dio’


 


Viviamo un tempo in cui la Chiesa cattolica sta dedicando particolare attenzione alla Parola di Dio. Ricordiamo il Sinodo del 2009 sfociato nella recente e ricca Esortazione apostolica di Benedetto XVI ‘Verbum Domini’. Ricordiamo ancora la nuova traduzione della Bibbia da poco consegnata alla Chiesa italiana. La prima indicazione pastorale, poi, che ho dato alla nostra Diocesi è stata la Lettera pastorale ‘Ascolta, figlio, le mie parole’, completata dai messaggi per l’avvento e la quaresima.


La Chiesa di Cristo è il popolo al quale Dio si è fatto vicino facendo udire la sua Parola perché ascoltiamo, meditiamo e rispondiamo obbedienti. Così vogliamo essere anche nella nostra Diocesi cercando che ogni programma pastorale sia sotto la luce della Parola di Dio.


La sensibilità verso la Parola di Dio è sempre stata tenuta viva in questa Diocesi e con la mia prima Lettera pastorale ho voluto confermare subito questa importante tradizione.


Nei gruppi che faremo ci sarà la possibilità  di uno scambio di esperienze che permettano di verificare quanto si stia tenendo conto in Diocesi dell’invito ad ascoltare la Parola di Dio che ho proposto quest’anno. Potranno emergere indicazioni importanti:


a. per continuare a mantenere vivo l’ascolto personale e comunitario della Parola di Dio.


Essa è, assieme ai sacramenti, la sorgente che nutre la vita di ogni battezzato e di ogni comunità cristiana.


b. per educare alle condizioni spirituali che rendono fecondo l’ascolto della Parola di Dio.


Sono necessarie delle condizioni perché il testo della Sacra Scrittura diventi in noi Parola viva di Dio che penetra nel cuore di chi ascolta e opera la conversione e la santificazione. Non basta leggere il testo della Bibbia e riflettere su di esso (come si fa con qualunque altro libro) perché avvenga in noi l’incontro vitale con la Parola di Dio che è Gesù stesso che ci parla oggi con l’identica efficacia con cui parlò ai due discepoli di Emmaus. E’ necessario  creare in noi delle condizioni che Gesù stesso indica specialmente nelle parabole del seme e che ho commentato ai nn. 16-20 della Lettera pastorale;


c. per formare all’esperienza liturgica che è il momento più fecondo di ascolto della Parola di Dio.


Le celebrazioni liturgiche (e sacramentali in particolare) sono strutturate in  due momenti inscindibili tra loro: liturgia della Parola e liturgia del Sacramento. Per mezzo della proclamazione della Parola di Dio e del rito sacramentale, lo Spirito Santo crea l’incontro personale di salvezza tra i battezzati e Gesù crocifisso e risorto e forma la Chiesa.


Ogni altro momento di ascolto e meditazione personale e comunitaria della Sacra Scrittura dovrebbe preparare a orientare alla celebrazione liturgica, nella quale il Signore ci parla oggi con efficacia.


In questo abbiamo ancora strada da fare constatando, ad esempio, che i bambini e i ragazzi partecipano numerosi al catechismo ma molto meno alla S. Messa.


 


 


2°. Una Chiesa in cammino


 


Sostenuta da una particolare attenzione alla Parola di Dio, la Chiesa di Udine è un popolo in cammino, desideroso di trasmettere la gloriosa Tradizione cristiana che lo ha generato lungo i secoli. Non voglio nascondere le fatiche e le difficoltà che incontriamo nell’azione pastorale e i disorientamenti in cui si trovano molti battezzati. Però, il Signore mi sta mettendo davanti anche dei segni che rivelano come la nostra Diocesi e le nostre comunità cristiane abbiano un’anima viva, formata da molti credenti fervorosi e da tradizioni autentiche e non solo esteriori.


 


a. Metto in luce uno di questi segni di speranza: la mia prima visita pastorale alle comunità cristiane, passando di forania in forania.


Ho potuto visitare circa 600 comunità durante undici mesi di ‘pellegrinaggio’, concluso domenica scorsa. Mi sono messo io, per primo, in cammino come il pastore che vuol arrivare vicino al gregge che gli è stato affidato e come lo sposo che desidera conoscere la sposa direttamente e non per sentito dire.


Attorno a me ho visto, però, tante persone mettersi a loro volta in cammino per andare ad incontrare il nuovo Vescovo. In questo gesto esteriore ho colto un atteggiamento spirituale profondo: il diffuso desiderio di camminare assieme sulle strade del Signore con la guida del pastore e successore degli apostoli inviato dal Santo Padre.


Ascoltando e pregando assieme, ho percepito che è viva l’anima cristiana delle comunità grandi e piccole e della Chiesa diocesana. Ho visto, poi, tanti suoi membri (sacerdoti, diaconi, consacrate/i, laici) animati da un profondo sentimento di fede, di amore e di desiderio di servire; percorsi da quella ‘linfa vitale’ dell’amore di Dio in Cristo, di cui ho parlato agli operatori pastorali commentando la parabola della vite e dei tralci.


Per questi motivi credo di poter affermare che questa visita pastorale è stata, per me e per la Diocesi, un momento di grazia più ricca di quanto potessi aspettarmi. Constatiamo che è vera l’affermazione di S. Paolo: Dio ci sorprende sempre con una misericordia più grande di quanto noi possiamo chiedere o pensare (cfr. Efesini 3,20.21).


Sempre l’apostolo ci invita a rispondere ai segni di salvezza che Dio opera tra noi con un inno di ringraziamento. E’ quanto ho fatto nell’omelia della S. Messa celebrata a conclusione di ogni visita alla forania.


Inviterò, anche, in qualche prossima occasione, ad innalzare la nostra preghiera di ringraziamento a Dio Padre aggiungendo, da parte mia, un grazie alle tante persone che mi hanno accolto e hanno contribuito a rendere questa prima visita pastorale un momento di grazia.


Ho pensato a due occasioni in particolare:


– Per la Pasqua invierò a tutta la Diocesi un breve messaggio con l’invito al ringraziamento e alla speranza, partendo dall’esperienza della visita pastorale.


– Nel pomeriggio della festa di Pentecoste inviterò tutti ad una Convocazione diocesana attorno alla Parola di Dio per concludere quest’anno pastorale con delle testimonianze reciproche. Durante questo incontro di preghiera e comunione ecclesiale consegnerò una lettera rivolta alle varie categorie di cristiani che ho incontrato nelle comunità e nelle foranie con un breve messaggio per ognuna.


 


b. I doni di Dio sono un compito da valorizzare: le tracce di cammino per il prossimo futuro della Chiesa diocesana.


I doni di Dio, per i quali  rendiamo grazie,  chiedono da parte nostra una risposta e indicano orientamenti su cui lo Spirito ci invita a camminare.


Durante il primo anno e mezzo del mio ministero nella Chiesa di Udine ‘ e in particolare durante la visita alle comunità cristiane ‘ ho visto progressivamente illuminarsi delle prospettive feconde su cui incamminarci. A volte le ho richiamate anche negli incontri in forania con i sacerdoti e diaconi, con gli operatori pastorali. Esse sono in continuità con il cammino che la Diocesi ha percorso gli scorsi anni e  possono aiutarci a rispondere alle sfide che la nostra azione  pastorale sta incontrando.


Ne elenco quattro:


I. Individuare criteri per organizzare nel modo migliore la nostra azione pastorale.


Vogliamo porci questa domanda: con quali scelte l’opera della Chiesa può essere efficace oggi nella terra friulana, tenendo conto della nostra concreta realtà (delle comunità grandi e piccole, della mobilità della gente sul territorio, del numero dei sacerdoti, dei diaconi, dei ministeri laicali, ..)? Come promuovere una collaborazione tra comunità che arricchisca ogni singola comunità e metta in comunione i reciproci doni?


II. L’impegno educativo come tema pastorale diocesano per i prossimi anni.


Come sappiamo, è il tema che i vescovi italiani hanno scelto negli ‘Orientamenti pastorali’ del prossimo decennio. Ci mettiamo su questa linea anche noi perché ne avvertiamo l’urgenza per la nostra Diocesi. Sarà l’occasione per verificare le varie iniziative educative offerte dalle parrocchie, dalle foranie e dalla diocesi e fare qualche scelta che il Signore ci suggerirà. Potremo, inoltre, dialogare anche con la società civile perché tutti avvertono il problema dell’educazione.


III. La formazione ‘base’ dei laici operatori pastorali.


Da più parti mi è stato rivolto l’invito ad offrire esperienze di formazione di base specialmente ai laici che si impegnano nelle comunità e nella pastorale. Verificheremo le iniziative proposte in passato e cercheremo di capire che cosa i laici chiedono per offrire risposte qualificate che aiutino questi laici a crescere nella santità mentre offrono il loro generoso servizio.


IV. La formazione permanente dei sacerdoti e dei diaconi permanenti.


I sacerdoti hanno bisogno di essere sostenuti nella loro vita e nel loro ministero da adeguati aiuti di formazione; la stessa esigenza è vera per i diaconi permanenti.


 


Ci incammineremo su questi quattro grandi temi aiutandoci tutti per trovare assieme le strade che lo Spirito Santo vuole indicare in questo tempo alla Chiesa di Udine. E’ mio desiderio ascoltare il maggior numero di persone possibile per comprendere le esigenze reali e avere consigli sui quali fare le scelte che rispondano alla Volontà di Dio, alla Tradizione della nostra Chiesa e alla necessità delle comunità e dei cristiani.


Viviamo un tempo complesso ma anche stimolante; un tempo di missione che ci chiede di andare all’essenziale e di aprire anche nuove frontiere. In questo tempo, l’impegno primo nostro dovrà essere la preghiera per entrare in sintonia con lo Spirito di Gesù che opera instancabilmente tra noi e ce ne offre i segni.


+ Andrea Bruno Mazzocato


Arcivescovo