Omelia nelle esequie di mons. Vittorino Di Marco

21-08-2015
Cari fratelli e sorelle,
in questa antica Pieve dei SS. Pietro e Paolo abbiamo portato il corpo mortale del caro don Vittorino Di Marco, esaudendo la sua volontà. Da qui, dalla sua Dignano, era partito per donare a Dio e alla Chiesa tutta la sua vita per 64 anni di sacerdozio. Qui ha voluto tornare per essere accompagnato all’incontro finale con il Signore dalla preghiera di coloro che gli hanno voluto bene e, per tanti motivi, gli devono riconoscenza.
 
Abbiamo ascoltato le parole dell’apostolo Paolo: «Tutti ci presenteremo al tribunale di Dio, perché sta scritto: “Io vivo, dice il Signore. Ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua renderà gloria a Dio”. Dunque, ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio». Anche per don Vittorino è giunto il momento, dopo un lungo pellegrinaggio terreno durato quasi 90 anni, di rendere conto a Dio, ponendo davanti alla Misericordia del Padre i frutti di tanti anni di vita e di sacerdozio. In questo suo incontro finale con il Signore vogliamo essergli ancora vicini per mezzo della Santa Messa di esequie e alla preghiera di suffragio. Lo raccomandiamo a Gesù risorto perché lo accolga al banchetto eterno tra i suoi servi beati che, come abbiamo sentito dal Vangelo, hanno la gioia di trovarsi tutti assieme seduti a tavola nella Comunione dei Santi e di essere serviti dallo stesso Gesù.
Siamo sicuri di poter chiedere questa grazia per don Vittorino perché è stato veramente un servo fedele: un servo fedele del Signore Gesù che lo aveva chiamato al sacerdozio, della Chiesa diocesana di Udine al cui servizio si era consacrato e di tutti i fedeli in mezzo ai quali si è speso con generosità nel ministero sacerdotale.
 
L’obbedienza al vescovo lo ha portato, negli anni della giovinezza, ad essere vicario parrocchiale a Vendoglio e, successivamente, a Marano. Poi, è stato chiamato in città a Udine come parroco per 17 anni a San Rocco per giungere infine alla parrocchia di San Nicolò al Tempio Ossario. Qui, possiamo dire, ha profuso le migliori energie della sua maturità sacerdotale lasciando un profondo e riconoscente ricordo di cui molti parrocchiani e amici hanno dato testimonianza in questi giorni.
Personalmente ho conosciuto don Vittorino ormai anziano e ritirato nella comunità della Fraternità sacerdotale. Di lui conservo il ricordo del suo volto sorridente dal quale non traspariva solo cordialità d’animo ma la gioia di un sacerdote che incontra il suo vescovo.
 
Ma dalle testimonianze raccolte ho capito quanto don Vittorino sia stato un servo fedele; si direbbe, un sacerdote all’antica, ma in senso positivo e di valore.  È stato il pastore che si è sempre preoccupato di non fa mancare al suo gregge il nutrimento sano grazie ad una predicazione sempre fondata sulla Parola di Dio ed una cura attenta alla liturgia e alla celebrazione dei sacramenti. Era attento a tutte le pecore a lui affidate perché nessuna si perdesse. Ha dedicato particolare cura alle persone più deboli, ai malati e agli anziani che visitava regolarmente nelle case portando il perdono di Dio e il conforto della S. Comunione. Con vera passione del cuore si è dedicato ai giovani riunendoli attorno a sé per condurli in una robusta formazione cristiana. Questa formazione ha lasciato in loro una traccia profonda che continua a sostenerli nella vita. Una comunità ha il suo momento di incontro più significativo dentro la propria chiesa e d. Vittorino ha speso non poche energie e risorse materiali per il monumentale Tempio Ossario di Udine affinché fosse sempre accogliente e rispondesse alle esigenze della liturgia postconciliare. Nella sua vita personale, condivisa con la sorella, ha tenuto, invece, uno stile molto sobrio, vivendo in un appartamento modesto e usando i soldi per la parrocchia e per le persone.
 
Mi fermo a questi tratti della personalità e della spiritualità di don Vittorino che sono vivi nella memoria dei cristiani che lo hanno conosciuto e amato. Ricordandoli possiamo dire che egli è stato un servo fedele di Gesù Cristo e della Chiesa, fedele negli anni, fedele nella costanza quotidiana.
 
Preghiamo con fede e affetto perché don Vittorino abbia ora la grazia di entrare nella gioia del suo Signore che ha atteso in questi anni nella preghiera e nella fraterna comunione con gli altri confratelli anziani dentro la Fraternità sacerdotale. È morto per il Signore e ora viva per l’eternità nel Signore.
 
Dignano, 21 agosto 2015