Omelia nelle esequie di mons. Renzo Dentesano

14-09-2015
Eccellenza, confratelli sacerdoti e fedeli,
il carissimo don Renzo ci ha riuniti per l’ultima volta nella sua Pieve di Santa Maria di Gorto e noi siamo venuti per rivolgergli l’ultimo saluto; per dargli il saluto cristiano che è un arrivederci pieno di speranza.
Il male, che da anni lo tormentava, ha avuto il sopravvento sul corpo di don Renzo e la morte c’è lo ha portato via. Non sarà più nostro fedele compagno di viaggio. Mancherà tanto a don Giuseppe al quale ci sentiamo in questo momento particolarmente vicini con l’affetto e il sostegno. Mancherà a tutti voi, cari cristiani delle comunità di Mione, Luint, Luincis, che eravate abituati ad avere ogni giorno la fedele presenza di don Renzo come sacerdote, amico, fratello. Possiamo ben dire che a voi ha consacrato 43 dei suoi 50 anni di sacerdozio; lo ha fatto con un cuore grande, un cuore di vero buon pastore come testimoniano ora le vostre lacrime e l’amore riconoscente che provate per lui.
 
In questo momento, però, don Renzo ci chiede di fargli l’ultima carità non fermandoci solo alle lacrime e ai ricordi, che pure ci vengono spontanei. Ci chiede di essergli vicini, in questa Santa Messa di esequie, con la nostra preghiera personale e comunitaria. La preghiera di suffragio, grazie alla potenza di Gesù risorto, ci permette di accompagnare le persone a noi care anche oltre la barriera della morte. Don Renzo ci sarà molto riconoscente perché in questo momento non lo lasciamo solo ma lo sosteniamo mentre egli vive l’incontro faccia a faccia con il suo Signore al quale ha consacrato tutto se stesso, fin in tenera età, seguendo la vocazione al sacerdozio.
 
Ognuno di noi potrebbe adesso raccontare di tante occasioni in cui ha ricevuto del bene dal cuore di don Renzo, profondamente umano e sensibile alle persone pur con il suo carattere schietto e senza fronzoli. Tutto il bene che egli ci ha fatto mettiamolo dentro la nostra preghiera perché il Signore Gesù lo veda e ricompensi don Renzo come suo servo buono e fedele.
Pregando in questi giorni per lui mi è venuto in mente il brano del vangelo che abbiamo appena ascoltato. Gesù, pieno di gioia, rende lode a Dio Padre perché ha nascosto il significato del Vangelo ai sapienti e ai dotti e lo ha rivelato ai piccoli. Credo che don Renzo sia stato uno di questi piccoli che ha capito e vissuto il vangelo di Gesù. Per le occasioni che ho avuto di parlare con lui ho sempre sentito di avere davanti un uomo e un sacerdote autentico, senza ombre di ipocrisia, di voglia di cercare un posto di prestigio; animato da un’onestà profonda che aveva imparato da piccolo in famiglia e aveva maturato nella meditazione della Parola di Dio. Aveva nel cuore la passione del buon pastore per tutte le sue pecore alle quali si è dedicato giorno dopo giorno senza avere altre mire ma, per usare l’immagine di Papa Francesco, prendendo su di sé “l’odore del gregge”.
 
Questa donazione di sé sincera e fedele è stata riconosciuta dalle persone; per questo don Renzo è stato stimato e benvoluto da tutti e lascia ora un vuoto nei cuori e nelle comunità.
Come vero sacerdote ha amato la Chiesa di Udine alla quale si era consacrato in giovane età. In modo intelligente, anche se senza tanti clamori, ha amato la storia della sua Chiesa recuperandone, assieme a don Giuseppe, la ricca tradizione di fede e le testimonianze di questa tradizione presenti nelle chiese di questa vallata.
 
Solo per queste virtù che don Renzo ha vissuto in mezzo a noi e che ho appena ricordato, sono convinto che ora sia accolto da Gesù come uno dei piccoli che hanno compreso e vissuto con verità il Vangelo dedicandosi ad ogni sorella e fratello che bussava alla sua porta e amando sinceramente la sua Chiesa.
 
Preghiamo perché don Renzo senta dire dal Signore: «Vieni a me ed entra nel mio riposo, dopo le fatiche che hai affrontato lungo gli anni del tuo ministero». E il peso della tribolazione, che non è mancata nella sua vita, ora sia ricambiata con una quantità smisurata ed eterna di gloria. Ora don Renzo ci attende nella dimora non costruita da mani d’uomo e il suo esempio di sacerdote e cristiano autentico rimanga vivo nella nostra memoria.
 
Pieve di Santa Maria di Gorto, 14 settembre 2015