OMELIA NELLE ESEQUIE DI MONS. MARIO GERUSSI

10-05-2011


 (Apoc 21,1-7; Gv 5,24-29)


 


Mons. Mario Gerussi è stato chiamato da Gesù risorto ad entrare nella Gerusalemme del cielo dove non c’è  ‘più la morte, né lutto, né lamento, né affanno’ come abbiamo sentito annunciare nella  prima lettura dal libro dell’Apocalisse. E’ la città che Gesù ha inaugurato con la sua risurrezione e ascensione al cielo. Un altro sacerdote che ci saluta e va verso la patria eterna perché ha concluso la sua missione su questa terra; una missione durata, per d. Mario, quasi 87 anni dei quali 64 spesi in un fedele e generosO ministero sacerdotale.


Il suo è  stato un ministero particolare dedicato, negli anni migliori, all’insegnamento e all’educazione delle giovani generazioni: 44 anni dedicati alla scuola. Già nei primi anni di sacerdozio ha iniziato a insegnare in seminario mentre conseguiva la laurea in lettere all’università di Trieste. Poi, al seminario si è aggiunto l’insegnamento e la presidenza nel liceo ‘S. Bernardino’, nel liceo linguistico diocesano e nel ‘Blanchini’.


Tanti ex allievi, avendo saputo in questi giorni del decesso di mons. Gerussi, avranno avvertito uno spontaneo sentimento di dolore e di riconoscenza verso l’antico professore e preside. Le figure degli educatori, incontrate negli anni dell’età evolutiva, si incidono profondamente nell’animo degli studenti. Il loro insegnamento e, ancor di più, il loro esempio restano  punti di riferimento nelle scelte della vita.


D. Mario ha lasciato certamente la sua eredità sacerdotale e culturale in generazioni di studenti contribuendo a formare  l’intelligenza e l’animo di coloro che sono entrati, poi, nella società ricoprendo, spesso, posti di responsabilità.


Ha trasmesso loro quella passione per la cultura, specialmente umanistica, che lo ha accompagnato per tutta la vita, fino quasi al declino; come testimoniano le sue pubblicazioni degli ultimi anni. Oltre alla cultura, ha trasmesso loro la sua umanità cordiale, affabile, portata al dialogo, quasi semplice. Ha testimoniato, giorno dopo giorno, la sua fede e spiritualità contribuendo a formare credenti, come è compito di ogni sacerdote.


E’ una grande missione quella dell’educatore che forma le giovani intelligenze e le tenere coscienze perché sappiano affrontare la vita in modo preparato e coerente ai valori cristiani. Ne stiamo prendendo coscienza in modo particolare in questa nostra epoca nella quale siamo costretti a denunciare un’emergenza educativa.


D. Mario Gerussi si è dedicato con capacità e passione alla missione educativa, sostenuto da un sincero amore per i ragazzi e i giovani che si affacciavano alla vita adulta.


Porta con sé la riconoscenza di tante persone che hanno trovato in lui un educatore meritevole sempre di fiducia. Questa riconoscenza si trasformi ora in preghiera per lui perché riceva la ricompensa più grande che abbiamo sentito promettere da Gesù: quanti fecero il bene riceveranno una risurrezione di vita.


Giunto al 70° anno di vita, d. Mario diede un grande esempio di umiltà, libertà interiore e spiritualità sacerdotale e si mise a disposizione del suo Vescovo per fare il parroco.


Non è difficile comprendere quanto potesse essere impegnativa una simile decisione per uno che aveva vissuto quasi sempre nel mondo della scuola e dello studio.


Egli l’affrontò con grande serenità d’animo e con la disponibilità a servire la sua Chiesa, per la quale era stato ordinato sacerdote, là dove c’erano necessità pastorali.


Così giunse a Billerio, nelle terre della sua infanzia che egli ha ricordato con pennellate suggestive nella sua ultima opera di carattere autobiografico.


Si immerse nella comunità cristiana di Billerio per 13 anni lasciando anche tra voi cristiani di questa comunità un esempio di fede, di spiritualità, di umanità buona e attenta alle persone. Potete certamente parlare voi più di me.


Ha vissuto gli ultimi 4 anni nella ‘Fraternità sacerdotale’ accettando, anche con ammirevole impegno ascetico, la vita comune, condividendo le celebrazioni e la preghiera e coltivando, sino alla fine i suoi interessi culturali. Ricordo che di essi mi parlò con grande entusiasmo già nell’incontro che ebbi con lui durante la mia prima visita alla comunità sacerdotale della Fraternità.


Le sue ultime parole sono una preghiera che ci ha lasciato come testamento spirituale: ‘In nomine Domini. Amen. In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum. O Signore, come è stato grande il tuo amore e continue le tue misericordie con me nella mia vita tutta. Così sia immensa la tua misericordia con me e infinito il tuo amore nella morte e nell’eternità, per l’intercessione e l’amore della santissima Madre Maria. Grazie’.


Facciamo nostra l’estrema preghiera di d. Mario Gerussi e con essa lo raccomandiamo a Dio Padre e a Gesù risorto perché guardino al suo animo sincero e sacerdotale e accolgano le buone opere compiute per il bene di tanti fratelli. Gli donino la gioia di contemplare i nuovi cieli e la terra nuova in compagnia dei santi.