Omelia nelle esequie di mons. Emanno Lizzi – 9 maggio 2016

12-05-2016

Eccellenza, cari confratelli, parenti e amici di don Ermanno,

abbiamo ascoltato nella lettura del Vangelo il racconto della morte, sepoltura e risurrezione di Gesù secondo Luca. Questa Parola di Dio illumina la nostra preghiera e ci suggerisce di chiedere al Padre delle misericordie che anche d. Ermanno, dopo i giorni della passione possa entrare nella risurrezione del Signore Gesù nel quale ha sempre creduto e per il quale ha donato la sua esistenza terrena nel sacerdozio.

 

Si è concluso il lungo e duro calvario che don Ermanno è stato chiamato a percorrere per quasi due anni, pietosamente e delicatamente accudito e sostenuto da tutto il personale della Fraternità sacerdotale, dalle amate nipoti, da tanti amici sacerdoti e laici. Solo Dio Padre, che scruta le menti e i cuori, conosce cosa sia costato al nostro caro d. Ermanno questo tempo misterioso e pesante di croce. Noi, come gli amici di Giobbe, abbiamo potuto solo stargli vicini con il cuore e con la preghiera cercando un po’ di alleviare la sua agonia interiore.

 

In questo momento abbiamo la fondata speranza che, purificato da tanta sofferenza,  questo nostro sacerdote sia giunto al passo della morte avendo sulle labbra la stessa preghiera di Gesù crocifisso: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Gesù, che abbiamo appena celebrato asceso al cielo, lo porti con sė e lo renda partecipe della stessa consolazione che lui stesso ha vissuto quando è tornato al Padre col suo corpo risorto e segnato dalle ferite della passione.

 

Abbiamo ascoltato nella lettura del libro dell’Apocalisse la voce potente che dal cielo diceva a Giovanni: «Scrivi: beati i morti che muoiono nel Signore. Essi riposeranno dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono».

 

Questo riposo nel Signore sia la ricompensa eterna per il caro d. Ermanno perché giunge davanti al volto di Dio Padre accompagnato dalle buone opere che ha compiuto lungo gli 86 anni di vita e i 60 di sacerdozio. Davanti al Signore possiamo in questo momento testimoniare che  egli ha speso bene questi anni e i talenti ricevuti dalla Provvidenza mettendoli con generosità e profondo senso di responsabilità a servizio della sua Chiesa.

 

Certamente il servizio più prezioso è stato offerto da don Ermanno ai sacerdoti e ai giovani che si preparavano al ministero presbiterale. Inviato, subito dopo l’ordinazione, a specializzarsi in teologia morale, da giovanissimo ha iniziato ad insegnare questa fondamentale e delicata disciplina teologica. È stato l’impegno più importante e il filo conduttore della sua vita e del suo ministero. Ho raccolto tante testimonianze su quanto don Ermanno fosse coscienzioso ed esigente nell’insegnamento, continuando lui per primo a curare la propria preparazione e un continuo aggiornamento. Con questa qualificata dedizione, ha formato generazioni di presbiteri a consigliare e guidare le coscienze e le comunità. Dentro il presbiterio diocesano è stato un autorevole punto di riferimento, considerando  anche che per anni ha avuto il compito di seguire i preti giovani in una loro formazione permanente.

 

Il rapporto con i confratelli era facilitato dal suo carattere aperto al dialogo, affabile, positivo; e anche nobile per cui non portava ombre o risentimenti  di fronte a malintesi o comportamenti poco corretti nei suoi confronti. La sua risata contagiosa creava sempre un clima di serenità e metteva a loro agio le persone, predisponendo all’amicizia.

 

Ha portato il suo contributo per una cultura cristianamente illuminata non solo in seminario e tra i sacerdoti ma anche a servizio dei laici. Per anni si è dedicato alle associazioni dei Medici Cattolici e dei Maestri Cattolici e all’associazione  che lavora nel mondo dei mezzi radiotelevisivi.

 

La passione educativa, che ha caratterizzato il suo animo, lo ha portato a dedicarsi, oltre che ai futuri sacerdoti in seminario, ad altri giovani e per lungo tempo è stato assistente spirituale all’Istituto Uccellis.

 

Non dimentichiamo, ancora, il lungo e fedele servizio alla Cattedrale con il compito importante di canonico penitenziere. Questo ministero lo ha messo a contatto con la coscienza di molte persone per le quali è divenuto punto di riferimento sia per la capacità di accoglienza e di ascolto che per l’affidabile preparazione morale.

 

Ho brevemente ricordato alcune delle opere di bene che don Ermanno ha saputo compiere lungo la sua intensa esistenza sacerdotale. Chi lo ha conosciuto di persona potrà aggiungere, al mio sintetico elenco, certamente altre preziose testimonianze.

 

«Si, essi riposeranno dalle loro fatiche perché le loro opere li accompagnano»: così affermava la voce dal cielo ascoltata da S. Giovanni.  Questa è la preghiera per il caro don Ermanno che sale spontanea anche dal nostro cuore: ricco di frutti di bene e purificato da una severa sofferenza riposi per sempre nell’abbraccio misericordioso di Dio e nella Comunione dei Santi.