Omelia nelle esequie di don Roberto Freschi

16-02-2015
 “Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò”. Nel racconto della morte di Gesù troviamo anche quello della morte di d. Roberto Freschi. Gesù ha chiamato questo suo discepolo e suo sacerdote fedele a seguirlo fin sulla croce, a partecipare alla sua agonia del corpo e all’agonia dell’anima. Nel suo cuore è rimasta viva la preghiera umile e obbediente di Gesù: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Nella dura prova a cui la misteriosa volontà di Dio lo ha chiamato, è stato fortificato da questa preghiera ed è stato sostenuto dalla presenza amorevole dei familiari e di persone a lui care e affezionate, alle quali va la nostra sincera riconoscenza.
 
Giunto al termine del suo calvario è spirato; possiamo dire che è spirato con Gesù nel quale ha creduto e per il quale ha speso tutta la sua vita sacerdotale.
 
Ora tutti noi rivolgiamo la nostra preghiera commossa e questa S. Messa di esequie a Gesù risorto perché, spento il respiro terreno, doni il suo respiro eterno a d. Roberto. Preghiamo la misericordia di Dio Padre Onnipotente con le parole del libro della Sapienza: “Tu che hai voluto saggiare questo tuo sacerdote come oro nel crogiuolo, ora trovalo degno di te e gradiscilo come un olocausto purificato dalla prova”.
 
La prova della lunga malattia è stato l’estremo sacrificio che ha completato la vita sacerdotale di d. Roberto; un’esistenza spesa per la Chiesa e per i fratelli con una dedizione profondamente fedele, onesta, con la dedizione del servo fedele.
 
Ne possono dare testimonianza i cristiani delle diverse parrocchie a cui d. Roberto è stato inviato dai suoi vescovi: vicario parrocchiale a Tolmezzo e Lignano e, successivamente, parroco di Cassacco e di Sappada fino a giungere a Buttrio dove ha speso ben 20 anni del suo sacerdozio assumendosi, dal 1997, anche la cura pastorale di Camino.
 
Personalmente ho conosciuto d. Roberto poco prima che la malattia desse i primi segni e, in seguito, abbiamo avuto molte occasioni per vederci fino agli ultimissimi giorni. Devo confessare che mi ha sempre colpito la sua dignitosa riservatezza; anche quando mi parlava del suo male lo faceva sempre con un tono pacato ed essenziale quasi a non voler pesare su chi lo stava ascoltando. Mi riconfermava, piuttosto, la sua volontà di rimanere in parrocchia perché quello era il suo posto, il posto del servo del Signore che si dedicava al compito ricevuto fino alla fine. Così ha fatto accettando, negli ultimi tempi, gli aiuti indispensabili di confratelli e di bravi laici.
 
La sua dignitosa e fedele riservatezza era come un velo dal quale traspariva l’umanità e la spiritualità di d. Roberto. Si coglieva in lui un’umanità vera anche se sobria e senza fronzoli ed esibizioni. Credo che molte persone abbiano potuto godere del suo cuore attento alle persone, capace di fedeltà autentica, quella che si manifesta più nelle opere di solidarietà che nelle parole.
 
Più a fondo, si percepiva in d. Roberto una solida spiritualità sacerdotale che a volte si manifestava in modo più evidente come, ad esempio, nella predicazione che ha nutrito la fede e la vita di tanti cristiani ed è stata spesso apprezzata. Era il solido rapporto con il Signore che alimentava la sua fedeltà nel servizio alle comunità cristiane a lui affidate; fedeltà che significava guida sicura delle persone e della parrocchia sulle strade della fede e della morale della Chiesa. E’ stata la fedeltà del buon pastore che sa di dover guidare il gregge che gli è stato affidato su sentieri sicuri e ai pascoli della Parola di Dio.
 
Come Giuseppe d’Arimatea, ottenuto il permesso da Ponzio Pilato, tolse il corpo crocifisso di Gesù e lo depose in un sepolcro, anche noi porteremo il corpo di d. Roberto dalla sua croce al sepolcro. Secondo la sua volontà riposerà qui a Buttrio, tra le altre tombe dei suoi cristiani, molti dei quali lui stesso ha accompagnato alla sepoltura. Noi preghiamo perché ora ritrovi quei cristiani nella vita eterna e condivida con loro la consolante Comunione dei Santi. La sua anima trovi la gioia della carità di Dio Padre con Gesù, Maria, i santi, tanti confratelli sacerdoti e fedeli. Dopo il lavoro anche faticoso, come sacerdote fedele della vigna del Signore ora con lui riposi in pace.