OMELIA NELLE ESEQUIE DI DON PRIMO MININ E ALFREDO ANTONUTTI

22-10-2011


( Sap 3,1-9; Gv 17,24-26 )


 


Inizio l’omelia in questa S. Messa di esequie del carissimo d. Primo Minin e del suo amico e collaboratore, Alfredo Antonutti con la preghiera di Gesù. Nella lettura del Vangelo abbiamo ascoltato il racconto di S. Giovanni: ‘Gesù, alzati gli occhi al cielo, pregava dicendo: ‘Padre, voglio che quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato’.


Nella fede siamo certi che Gesù sta facendo questa preghiera per d. Primo e Alfredo: ‘Padre, voglio che siano con me dove sono io’. Noi tutti, qui riuniti, siamo nel dolore: prima di tutti la sorella di d. Primo e la moglie e la sorella di Alfredo e, poi, gli altri parenti, noi Vescovi e confratelli sacerdoti, i cristiani di Cargnacco e delle altre parrocchie dove d. Primo ha donato il suo sacerdozio.


Il dolore non spegne in noi la preghiera perché resta viva nel nostro cuore la speranza. Per questo vogliamo unirci anche noi alla preghiera di Gesù implorando anche noi ‘Padre, fa che d. Primo e Alfredo siano con Gesù vicino a te e contemplino con cuore sereno la sua gloria. Sei stato tu infatti a donarli a Gesù col battesimo e, d. Primo anche con il sacerdozio. E lungo la loro esistenza cristiana sono stati fedeli discepoli del tuo Figlio’.


Nella sua misteriosa Provvidenza, Dio Padre ha voluto unirli nella morte. Alfredo ha fatto a tempo a fare l’ultimo servizio al suo parroco e poi è passato insieme a lui nella vita eterna.


Uniti nella morte come lo erano stati nella vita perché tra d. Primo e Alfredo c’era un rapporto ben più intenso di quello del servizio al tempio sacrario. Nei dodici anni di collaborazione era cresciuto tra loro profondo affetto e stima. Più a fondo li univa ormai una vera sintonia spirituale, il coinvolgimento nella liturgia, l’amore e il servizio alla comunità e ai tanti visitatori del tempio votivo. 


Alla parrocchia di Cargnacco e al suo tempio sacrario d. Primo si è dedicato per 14 anni con quella passione e disponibilità con cui ha vissuto sempre il suo ministero sacerdotale che lo ha visto cappellano a Cormor di Udine e a Rivignano e parroco a Sclaunicco, Carpeneto e Orgnano.


Credo di poter dire che in questi due anni del mio ministero a Udine ho avuto la gioia di conoscere personalmente d. Primo per le diverse occasioni che abbiamo avuto di incontrarci, di dialogare e, tante volte, di sorridere assieme.


Non era difficile conoscerlo perché con trasparenza immediata manifestava quello che portava nel cuore. Era facile entrare in rapporto con lui grazie al suo carattere immediato, aperto, sincero, sempre pronto al sereno dialogo. Era facile volergli bene perché trasmetteva gioia, entusiasmo per ciò che faceva, sensibilità delicata verso le persone.


Anche negli ultimi mesi, vissuti nella Fraternità sacerdotale, aveva saputo inserirsi nel modo migliore tra i confratelli anziani e spesso provati dalle infermità. Aveva portato un clima di vivacità e di comunione serena. Manifestava la sua delicatezza d’animo ripetendo spesso la sua riconoscenza per l’ospitalità e la qualità del servizio che aveva trovato in quella casa provvidenziale.


La sua umanità ricca di doni d. Primo l’aveva messa tutta a servizio del suo essere sacerdote. E’ stato un sacerdote autentico nella fede e nella vita spirituale vissuta personalmente e trasmessa ai cristiani affidati alle sue cure pastorali. Ha voluto bene come padre e pastore sensibile alle persone ascoltando e comprendendo le loro esigenze e sofferenze.  


Ha vissuto per la comunità parrocchiale che il Vescovo gli aveva affidato. Non senza qualche titubanza ha accettato di prendersi la responsabilità di Cargnacco. Lo preoccupava l’accumulo di impegni  perché alle normali necessità della parrocchia si univano quelle del tempio sacrario.


Poi, però, con tanta generosità si è messo dentro anima e corpo e ha rivelato anche la sua intelligenza sapendo guidare la parrocchia e, insieme, provvedere alle necessità del tempio in modo attivo e puntuale.


Ha trovato uno grande collaboratore a tutto campo in Alfredo Antonutti. Alfredo è stato uno di quei laici straordinariamente preziosi per un parroco e per una parrocchia perché sanno dedicarsi con passione, totale generosità e competenza. Giunto alla pensione, si è quasi consacrato alla sua chiesa provvedendo a tutto il necessario, alla comunità che nel tempio si riuniva organizzando e animando le celebrazioni, al suo parroco per il quale è stato amico e fratello.


Ha testimoniato una fede autentica e una gratuita carità più con i fatti che con le parole perché Alfredo non era di molte parole ma col cuore grande e fedele.


Il libro della Sapienza ci ha assicurato: ‘le anime dei giusti sono nelle mani di Dio’. Pensiamo di poter raccomandare a Dio d. Primo e Alfredo perché sono stati due giusti. Pur con i limiti e le debolezze che ogni uomo ha, hanno servito Dio, la Chiesa e le persone con trasparente generosità e onestà di cuore fino al termine dei giorni che Dio aveva loro assegnati.


Uniti nella gioia eterna, donata a chi può contemplare la gloria del Signore, intercedano per i loro cari, per la parrocchia di Cargnacco e per tutta la nostra Diocesi.