Omelia nelle esequie di don Luigi Regeni

11-08-2015
Cari fratelli e sorelle,
abbiamo ascoltato le parole consolanti di Gesù: “Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno”. Per il carissimo don Luigi Regeni l’ultimo giorno è giunto ed egli è completamente nelle mani di Gesù risorto. Con le nostre capacità umane non possiamo fare più nulla per lui dopo che negli ultimi mesi hanno cercato di sostenerlo nella malattia tante persone che gli hanno voluto veramente bene: confratelli sacerdoti, parenti, medici, amici. Ora don Luigi ci chiede di essergli vicini con la preghiera di suffragio che va oltre i nostri limiti umani e supera anche la barriera della morte. Ed è per fare questo ultimo dono a don Luigi che ci siamo mossi dalle nostre case e ci siamo riuniti qui in chiesa per partecipare alla S. Messa di esequie. Tra poco su questo altare, sul quale don Luigi ha tante volte celebrato, offriremo a Dio Padre il sacrificio di Cristo e, in un’unica offerta, uniremo tutta la vita di don Luigi che a Dio si era consacrato come sacerdote.
 
La sua vita è stata segnata dal sacrificio non solo nell’ultima, pesante malattia ma anche da tante altre prove fisiche e morali che hanno accompagnato la sua esistenza. Quanto gli siano costate possiamo solo intuirlo conoscendo la sua acuta intelligenza e la sua delicata sensibilità d’animo che si è manifestata, ad esempio, nei suoi interessi e capacità musicali ma che, certamente, è stata messa alla prova in tanti momenti della sua vita.
 
Nei lunghi dialoghi che ho avuto con lui durante il tempo dell’ultima malattia mi ha colpito la grande dignità con cui affrontava la pesante prova e più ancora la fede profonda che mi ha confidato e da cui traeva serenità nonostante la debolezza in cui si trovava.
 
Su questa fede don Luigi fondava il suo sacerdozio che ci teneva a dirmi di aver sempre cercato di vivere con grande responsabilità: nella predicazione perché non si può prendere alla leggera la Parola di Dio, nelle celebrazioni liturgiche perché in esse si rende presente il Mistero di Dio, nell’attenzione alle persone. Sono convinto che abbiate compreso questo profondo animo sacerdotale di don Luigi tutti voi che lo avete avuto come pastore nelle diverse comunità cristiane alle quali è stato inviato dal vescovo: due volte a Marano, all’inizio del suo ministero e nel ’91, parroco a Invillino e a Torviscosa e, infine, gli ultimi 12 anni qui a S. Giorgio di Nogaro, con una particolare presenza e predilezione per Zellina di cui mi parlava come la sua famiglia nella quale si è sentito accolto e voluto bene.
 
In questo momento, assieme alla fede e allo spirito sacerdotale, possiamo presentare a Dio anche la carità che in tanti modi don Luigi ha vissuto. Al di là della sua riservatezza, non era difficile sentire in lui un animo delicato e generoso. Anche le sofferenze patite avevano reso il suo cuore attento alle persone e, in particolare alle persone deboli e bisognose. Ricordo solo che da giovane sacerdote si era dedicato con passione, in qualità di vicedirettore, alla Caritas diocesana e qui a S. Giorgio uno dei compiti a cui teneva di più era quello di cappellano della casa di riposo per portare alle persone anziane la compassione e la consolazione del buon smaritano. Compatibilmente con le sue condizioni fisiche è stato, poi, sempre pronto ad offrire la sua collaborazione con generosità ai confratelli con cui condivideva volentieri la vita e l’amicizia e tra i quali ha ora lasciato un vuoto.
 
Questo mio breve ricordo di don Luigi potrebbe essere arricchito molto dai ricordi personali che tutti voi portate nel cuore uniti ad affetto e riconoscenza per questo sacerdote che la volontà di Dio ci ha portato via anche troppo presto.
 
Ora lo raccomandiamo al Padre davanti al quale don Luigi giunge ricco della sua fede, della sua carità di pastore e della sua sofferenza purificatrice. Nel Vangelo Gesù ci ha rivelato la volontà di Dio Padre: “Che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Questa volontà di Dio si compia per il nostro amato don Luigi e abbia la vita e la gioia eterna.
 
San Giorgio di Nogaro, 10 agosto 2015