OMELIA NELLE ESEQUIE DI DON LIONELLO REMOR

16-01-2012


Apoc 14,13; Mt 25,31-46


 


Care sorelle e fratelli,


d. Lionello Remor ci ha lasciati provato anche dall’ultimo incidente patito mentre era in visita al Piccolo Cottolengo di S. Maria La Longa dei benemeriti Padri di d. Orione. In quella casa della sofferenza e della carità, a cui era molto legato, egli ha compiuto il suo ultimo atto sacerdotale. L’ultimo di tanti gesti e opere di amore e di solidarietà che, sempre con tanta discrezione, hanno caratterizzato la vita e il ministero di d. Lionello e che lo hanno portato anche a raccogliere pubblici riconoscimento che lui certamente non cercava.


Questa sensibilità attenta e delicata verso chi soffriva nasceva dal suo cuore che si era formato al Cuore di Gesù crocifisso. Le parole del Signore, che abbiamo ascoltato nel Vangelo, si erano profondamente impresse in lui ed erano la molla morale che lo spingeva verso chi era meno fortunato: ‘Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’. D. Lionello riconosceva Gesù nei suoi fratelli più deboli ed indifesi; fossero i malati dell’ospedale o i bambini vittime della feroce guerra balcanica e degli orfanatrofi della Romania o gli immigrati che arrivavano bisognosi di tutto o i disabili.


La vera sorgente che ha nutrito il sacerdozio e la carità di d. Lionello è stata la sua profonda spiritualità. Il bisogno di un nutrimento spirituale di alta qualità lo aveva portato ad accostare, con altri amici sacerdoti e diaconi, il Movimento dei Focolari di Chiara Lubich. Ha seguito per tanti anni e con grande fedeltà questa spiritualità formandosi alla Parola di Vita e scoprendo una comunione sempre più personale con Gesù crocifisso e totalmente abbandonato alla misteriosa Volontà del Padre.


Questa spiritualità ha forgiato anche la sua personalità e il suo carattere già delicato, sensibile, schivo e rispettoso delle persone. Sapeva accostare le persone con semplicità evangelica, dando loro accoglienza e attenzione, ascoltando le loro sofferenze e dedicandosi a loro con fedeltà in tutto quello che poteva fare.


Della fede e della ricchezza umana e sacerdotale di d. Lionello hanno goduto per 30 anni i cristiani della parrocchia di Magredis dove, dopo un breve periodo a S. Giorgio di Udine e a Madonna di Buia, è giunto ad appena 27 anni prima come cappellano. poi come vicario e infine come giovanissimo parroco. Nella comunità cristiana di Magredis ha profuso le sue migliori energie affrontando anche la terribile prova del terremoto che lo ha visto punto di riferimento e animatore di straordinarie iniziative di solidarietà e di volontariato da parte anche di molti aderenti al Movimento dei Focolari.


30 anni di parroco e il duro lavoro del dopo terremoto avevano messo a dura prova le energie di d. Lionello che, per altro, non era di costituzione particolarmente robusta. Per questo, concluse il ministero di parroco accettando, con grande disponibilità, la proposta del Vescovo Mons. Battisti di dedicarsi al ministero della consolazione tra gli ammalati. Per 10 anni fu cappellano all’Ospedale civile di Udine e poi per 20 anni, fino alla sua morte, nel Policlinico ‘Città di Udine’. Contemporaneamente, abitando a Leonacco si dedicò anche a quella comunità cristiana, collaborando con il parroco di Tricesimo.


Alle sorelle e ai fratelli provati dalla malattia d. Lionello poté donare il suo animo delicato da buon samaritano, la sua fede che nasceva dal rapporto con Gesù crocifisso e il suo ministero sacerdotale con i sacramenti della Penitenza, dell’Eucaristia e dell’Unzione degli infermi. Nonostante l’età avanzata, non mi chiese mai di essere sollevato da questo suo servizio ai malati a cui rimase fedele proprio fino alla fine; fino a quando l’incidente occorsogli mentre faceva un suo abituale gesto di carità al piccolo Cottolengo lo ha definitivamente prostrato. E nell’Ospedale, in cui era stato di casa, è passato al Signore, amorevolmente assistito dalla fedele Vilma che per tanti anni ha condiviso vita, spiritualità e carità di d. Lionello e alla quale va la nostra sincera riconoscenza.


Entrando nel regno di Gesù risorto d. Lionello ha ritrovato certamente i tanti frutti di carità che, in modo discreto, ha compiuto qui sulla terra negli anni del suo sacerdozio; ha ritrovato tanti volti di persone che ha fraternamente aiutato e nelle quali ora con più chiarezza riconosce il volto di Gesù.


Preghiamo per lui con tanta speranza perché senta direttamente le parole del Giudice finale che lo accolgono: ‘Vieni, benedetto del Padre mio; ricevi in eredità il regno preparato per te fin dalla fondazione del mondo. Perché ho avuto fame e mi hai dato da mangiare .. ero forestiero e mi hai ospitato .. malato e mi hai visitato’.