OMELIA NELLE ESEQUIE DI DON FAUSTINO CROATTO

19-10-2013


 (Rm 6,3-9; Gv 14,1-6)


 


Mentre siamo riuniti per celebrare la S. Messa di esequie del caro d. Faustino Croatto, da Gesù stesso abbiamo ascoltato queste consolanti parole: ‘Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: «Vado a prepararvi un posto»? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi’.


A chi pone tutta la sua fiducia in lui, Gesù promette di non abbandonarlo mai e di preparargli un posto accanto a sé nella vita eterna, dopo la morte fisica.


Sostenuti da questa speranza, preghiamo per d. Faustino perché giunga ora nel suo posto preparato per lui dal Signore risorto, dopo un lungo pellegrinaggio terreno durato quasi 89 anni dei quali ben 62 consacrati a Dio nella vita sacerdotale.


Nella vigna del Signore, d. Faustino è stato uno degli operai della prima ora che ha lavorato con umiltà e fedeltà sopportando il peso di una giornata molto lunga. Ora giunge a raccogliere la ricompensa promessa da Dio ai suoi servi fedeli.


Aveva iniziato il suo ministero come religioso nella Congregazione di Don Orione; ma ben presto aveva sentito più confacente a lui la vita e l’opera del prete diocesano. Per questo aveva chiesto e ottenuto l’incardinazione dell’Arcidiocesi di Udine. Dopo aver offerto, per alcuni anni, il suo aiuto alle parrocchie di Camino al Tagliamento e Paluzza, si era offerto di andare missionario in Uruguay, Panamà e Stati Uniti. Tornato in Friuli dopo 15 anni fu nominato parroco di Vendoglio dove esercitò il ministero per 22 anni. Ragioni di età e di salute lo convinsero a rinunciare al compito di parroco, ritirandosi nella Fraternità sacerdotale che lo ebbe ospite negli ultimi 18 anni di vita.


In Fraternità ebbi modo anch’io di conoscerlo e frequentarlo nelle mie diverse visite. Mi ha sempre accolto con un sorriso sereno, con modi sobri ma disponibili.


Queste caratteristiche della sua personalità mi sono state confermate anche da coloro che gli sono stati vicini molto di più di me. Si era inserito nella vita fraterna grazie alla sua cordialità e generosità e al grande rispetto delle esigenze della comunità.


Era fedele ai momenti comunitari di celebrazione della S. Messa, di preghiera e recita del S. Rosario. In essi traspariva la sua profonda spiritualità sacerdotale e una solida vita interiore fondata sulla fede e sulla preghiera.


Con delicatezza d’animo non faceva pesare sugli altri le sue sofferenze interiori che teneva per sé con nobile riservatezza. Non si lamentava mai neppure della solitudine che conservava nel cuore senza apparenti amarezze. Capitava di sentire dalle sue labbra un’espressione che è un po’ il compendio della sua vita e della sua spiritualità: ‘Faccio la volontà di Dio e non dò fastidio a nessuno’. Sono parole dalle quali traspare una sensibilità quasi francescana; e, forse, per questo ha scelto che il suo funerale venisse celebrato nella chiesa dell’ex convento dei frati cappuccini. E qui lo stiamo celebrando in ossequio alle sue ultime volontà.


La Fraternità sacerdotale era diventata realmente la sua famiglia e ad essa si mostrò sempre riconoscente fino a lasciarvi i suoi pochi beni come segno di gratitudine.


Ricordando con affetto il lungo tragitto umano e sacerdotale di d. Faustino, non possiamo non sentire in noi un sentimento di stima e di riconoscenza per la testimonianza di fede e di dedizione alla Chiesa e ai fratelli che ci lascia.


Secondo le parole della lettera ai Romani che abbiamo ascoltato, egli era stato vitalmente unito a Cristo nel battesimo e consacrato a lui con l’ordinazione sacerdotale. Dopo una vita di fede e di fedeltà al ministero, d. Faustino è morto in Cristo e con Cristo. Crediamo, allora, che anche lui sta oramai vivendo in eterno con lui perché ‘Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui’. Distrutto l’uomo vecchio egli vive ora nella piena libertà dell’amore che anima la Comunione dei Santi, partecipando al loro canto di lode rivolto al Trono di Dio Padre e all’Agnello immolato.