OMELIA NELLE ESEQUIE DI DON ANTONIO MANTOVANI

16-02-2010


 


Cari sacerdoti e fedeli, la nostra fede ci riunisce oggi per dare l’ultimo saluto terreno a d. Antonio Mantovani e, soprattutto, per accompagnarlo con la nostra preghiera di suffragio mentre incontra il suo e nostro Dio faccia faccia, dopo che il suo corpo terreno ha ceduto alle ultime malattie, che lo hanno violentemente colpito, e alla morte.


Lo avevo affidato, qualche giorno fa, alla misericordia del Padre con il sacramento dell’Unzione degli infermi quando lo avevo visitato in ospedale. Ora lo sosteniamo ancora con la nostra preghiera e offrendo per lui il sacrificio di Cristo che d. Antonio per quasi 43 anni ha fedelmente celebrato in questa chiesa di Fauglis e in questo altare.


Questa chiesa è testimone della sua dedizione all’edificio materiale per il quale si è prodigato investendo anche non poche risorse economiche personali purché i parrocchiani avessero il loro dignitoso luogo di culto.


Ma è testimone, specialmente, della sua fede sacerdotale che lo ha animato quando offriva quotidianamente, su questo altare, il sacrificio di Cristo, quando accoglieva i peccatori e donava il perdono del Signore, quando pregava personalmente e aiutava a pregare piccoli e adulti.


Nel brano del Vangelo abbiamo ascoltato Gesù che fa l’elogio dei suoi servi fedeli; l’elogio dei suoi discepoli che durante la vita terrena si sono dedicati alla missione che lui aveva chiesto loro per il bene della Chiesa e la salvezza dei fratelli.


D. Antonio aveva ricevuto da Gesù la vocazione e la missione ad essere sacerdote per la Chiesa di Udine. Oggi possiamo riconoscere che l’ha accolta con piena disponibilità e vi si è dedicato lungo 55 anni di ministero pastorale.


Gesù chiede ai suoi servi di essere specialmente fedeli e d. Antonio lo è stato mettendo dentro il suo sacerdozio le risorse e i talenti ricevuti.


Ognuno mette i suoi, magari, anche con delle fatiche dovute ad aspetti meno felici di noi stessi che tutti ci portiamo dietro.


La dote più importante, però, è essere servi fedeli alla vocazione ricevuta perché quella è necessaria per la vita della Chiesa e dei cristiani.


Dedicandosi ad essa per tutti gli anni della sua vita, dall’ordinazione in poi, d. Antonio ha dato un importante contributo alla continuità della fede nella nostra Chiesa.


Lo ha dato, prima di tutto, con la celebrazione della S. Messa in obbedienza al comando di Gesù: ‘Fate questo in memoria di me’. Della S. Eucaristia, infatti, si nutre la fede di ogni cristiano e vive la Chiesa e, con questo Pane del cielo, continua il suo cammino e la sua missione lungo i secoli.


Ha tenuto viva e trasmesso la fede che abbiamo ricevuto, predicando, poi, la Parola di Dio e facendola conoscere alle nuove generazioni mediante la catechesi.


Ha donato il perdono e la misericordia di Dio nel sacramento della confessione perché la grazia dello Spirito Santo entrasse in tante coscienze che si presentavano pentite per i peccati commessi.


Possiamo dire che il principale merito di d. Antonio è stato quello di essersi mantenuto un servo fedele, un sacerdote che non veniva meno ai suoi compiti principali; compiti che non si era scelto lui, ma gli erano stati consegnati da Gesù il giorno dell’ordinazione sacra.


Con questo merito si è presentato davanti al suo Signore: una vita spesa per il ministero sacerdotale, offerta a Gesù perché  Egli potesse continuare a portare i suoi mezzi di salvezza in mezzo ai fratelli.


Gesù, buon Pastore, lo ha accolto e noi siamo vicini a d. Antonio in questo momento con la nostra preghiera per intercedere per lui; per chiedere la grazia di sentirsi dire per l’eternità: ‘Beato questo servo’. E abbia la consolazione, per noi inimmaginabile, si sedere al banchetto dei santi e vedersi servire dal suo Signore.


Purificato delle debolezze, che l’occhio misericordioso di Dio vede e purifica, abbia la gioia di incontrare Gesù, che si manifesta a lui senza veli, e di riconoscersi simile a Lui perché, come Lui, figlio del Padre. Così è la promessa che abbiamo ascoltato nella seconda lettura e che invochiamo come grazia per d. Antonio.


La Vergine Maria gli stia vicino con la sua tenerezza di madre e lo accompagni al Signore con la sua intercessione potente.