Omelia nelle esequie di don Alfredo Tocco

21-01-2016
Cari fratelli e sorelle,
siamo riuniti attorno all’altare del sacrificio di Cristo e attorno al corpo mortale del caro d. Alfredo Tocco. Desideriamo essergli vicini con la nostra fraterna preghiera; particolarmente vicini dopo che la morte lo ha colto in una situazione di tremenda solitudine. Si senta ora accompagnato all’incontro con il Signore dal nostro affetto che si trasforma in preghiera di suffragio. Partecipiamo anche al dolore del fratello e della cognata che tre anni fa avevano accolto a casa loro d. Alfredo con cuore aperto, pieno di compassione e di delicatezza e se lo sono visto portare via in modo così inaspettato e tragico. Esprimiamo la nostra cristiana solidarietà alla Chiesa diocesana di Iglesias di cui d. Alfredo era sacerdote; mi ha telefonato il vescovo, S. E. Mons. Zedda per esprimere la sua partecipazione spirituale alla nostra S. Messa di esequie. Il nostro pensiero va anche ai fedeli della parrocchia di Cristo Re di Carbonia ai quali d. Alfredo si era donato per quarant’anni come parroco facendosi stimare e amare per la sua fede profonda e per il suo cuore buono di pastore.
Abbiamo ascoltato le consolanti parole di Gesù: “Venite a me voi tutti che siete stanchi ed oppressi e io vi darò ristoro”. Ho conosciuto d. Alfredo quando, dopo aver lasciato la parrocchia di Carbonia, è venuto a trovarmi accompagnato dalla brava cognata Rina. Mi voleva informare che, a causa della malattia invalidante che lo aveva colpito, aveva deciso di venire ad abitare dal fratello e chiedeva di essere accolto anche da me, in accordo con il suo vescovo di Iglesias, e di poter continuare ad esercitare, per quanto gli era possibile, il ministero sacerdotale.
Ho accettato subito e volentieri la sua richiesta perché ho sentito di avere davanti a me un sacerdote certamente affaticato e indebolito dal male, ma dal cuore buono e dalla fede solida e profonda; proprio mite e umile di cuore come chiede Gesù ai suoi discepoli.
Tante altre volte ho avuto occasione di pregare con lui perché veniva a concelebrare a Cividale e, specialmente, a Castelmonte, quando sapeva che presiedeva il vescovo verso il quale manifestava sentimenti profondi e spontanei di amore e di comunione.
Ascoltando, anche, una sua testimonianza ho capito che lungo tutta la sua vita e, specialmente, i suoi quasi 54 anni di sacerdozio aveva maturato nel profondo del suo animo una fede ben ancorata sulle verità della Rivelazione cristiana e vissuta in un rapporto spirituale con Gesù. Da Gesù aveva imparato ad essere mite e umile, accogliente e compassionevole verso i fratelli.
Credo che per queste sue virtù il vescovo gli conferì il ministero di esorcista; un compito di grande responsabilità perché chiede fede sicura, spirito di preghiera e tanta compassione nel cuore per accogliere, comprendere e aiutare i fratelli vessati dallo spirito del male.
Pur essendo stato per pochi anni tra noi, ci eravamo affezionati a d. Alfredo, alla sua presenza discreta ma fedele, al suo sorriso semplice ma che veniva dal cuore e si rifletteva negli occhi e sul volto.
Prima di perdersi nel bosco, aveva celebrato la sua ultima S. Messa al santuario di Castelmonte al quale si era particolarmente legato. Non è difficile capire quanto un animo come quello di d. Alfredo sentisse viva in sé la devozione alla Vergine Maria. Siamo certi che gli è stata vicina come Madre anche negli ultimi, sofferti momenti di esistenza terrena. Lo porti con sé come un figlio amato e rivolga su di lui il suo sguardo misericordioso. Lo accompagni lei a Gesù che, nella speranza, siamo certi che accoglierà d. Alfredo con le sue consolanti parole: “Vieni a me perché sei stanco e affaticato per tanti anni di fedele ministero e per le fatiche della vita. Vieni perché vedo il tuo cuore mite e umile come il mio”.
Abbiamo ascoltato da S. Paolo: “Il Signore Gesù Cristo trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose”. Ora d. Alfredo è solo in potere di Gesù risorto che ha il potere di realizzare il miracolo della sua risurrezione anche in coloro che si sono consacrati a lui. Questo è il premio eterno che invochiamo con fede e speranza per questo nostro amato sacerdote.
 
Duomo di Cividale, giovedì 21 gennaio 2016