Omelia nella Santa Messa in onore di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti

24-01-2014
In questo splendido luogo in cui si sposano spiritualità e arte, torniamo anche quest’anno ad incontrarci per celebrare la santa Messa in onore del Patrono dei giornalisti, san Francesco di Sales. Il celebrante può applicare la santa Messa a particolari intenzioni; oggi la mia preghiera è per tutti voi, qui presenti, per tutti coloro che lavorano nei vari mezzi di comunicazione del nostro territorio e per i vostri cari.
 
Alla preghiera aggiungo una breve riflessione, ispirandomi al tema della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, scelto da Papa Francesco: “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”.
Siamo invitati a porre attenzione al rapporto che c’è tra comunicazione e incontro tra persone. Secondo il Papa, i mezzi di comunicazione possono promuovere una “cultura dell’incontro”; contribuire a generare un clima sociale nel quale c’è il gusto per l’incontro vero e il dialogo sincero tra le persone. Dice il Papa: “I media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa. Comunicare bene ci aiuta ad essere più vicini e a conoscerci meglio tra di noi, ad essere più uniti”.
 
Giorni fa ero in Etiopia per visitare una diocesi con cui siamo da anni in collaborazione. Appena si arriva ci si scontra con una diffusa situazione di povertà. Il vescovo del luogo, che mi accompagnava, mi faceva notare come, nonostante le minime risorse economiche, le persone cerchino di acquistare il cellulare prima di altri confort che sembrerebbero più necessari. Mi sono chiesto da dove possa venire un tale desiderio. Certamente c’è la curiosità per uno strumento nuovo. Più a fondo, però, penso che le persone siano attirate dal cellulare perché esso offre la possibilità di comunicare in modo più veloce e più diffuso. E’ uno strumento che risponde ad una esigenza profonda dell’uomo che è appunto quella di comunicare, di entrare in contatto con i propri simili.
 
La persona umana, in qualunque continente e cultura viva, non cerca l’isolamento ma cerca altre persone per poter comunicare con loro. Non siamo fatti per vivere da soli, ma per la comunione, incontrandoci e comunicando tra di noi.
Questa è una verità evidente a tutti e Papa Francesco la ricorda nel tema della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2014: l’uomo cerca i mezzi sempre più efficaci di comunicazione perché questa è il primo passo per realizzare l’incontro e tessere rapporti di conoscenza, di comunione, di solidarietà.
 
Se la comunicazione è il primo passo per creare un incontro tra persone, non sempre realizza questo scopo. Il Papa stesso nota che lo sviluppo enorme degli strumenti di comunicazione non crea automaticamente uguale crescita di incontri veri e di comunione autentica tra persona e persona e tra popoli e popoli. Anzi, certi canali di comunicazione attuali rischiano, piuttosto, di rendere più povero e impersonale l’incontro tra persone.
 
L’invito di Papa Francesco è quello di percorrere le nuove “strade digitali” animati dai sentimenti del buon samaritano. E’ quanto, a mio parere, lui sta facendo e, in questo modo, ci sta mostrando quali siano le caratteristiche di una comunicazione che genera incontri di vera comunione. Vedendolo, ascoltandolo e leggendo di lui grazie ai mezzi di comunicazione, le persone lo sentono vicino e avvertono di vivere un autentico incontro con lui.
Gli credono perché colgono che egli, in ogni parola e gesto, rimane sempre se stesso senza nulla di studiato e artificioso. Dalla sua comunicazione traspare, poi, un sincero amore e interesse per ogni persona a cui si rivolge, anche quando ha davanti delle folle. Comunica, infine, ciò che a lui sta più a cuore senza ricorrere a mezzi retorici per catturare l’interesse. Dona quella che per lui è la verità che sostiene la sua vita e che è convinto porti luce e speranza anche ai cuori di coloro che lo vedono e lo ascoltano.
 
Queste regole della buona comunicazione le aveva vissute, a suo tempo, anche san Francesco di Sales. La sua famosa opera “Introduzione alla vita devota” fu un autentico best seller per secoli perché parlava con passione e verità al cuore e alla vita concreta di ogni categoria di persone. Esse si sentivano comprese dal Santo e illuminate con prospettive grandi e, insieme, concrete di vita.
 
Fermo qui la mia breve riflessione sul rapporto tra comunicazione e cultura dell’incontro proposto come tema della prossima Giornata mondiale della comunicazioni sociali.
Aggiungo solo che anche quanti lavorano con gli strumenti della comunicazione sociale hanno la grande opportunità di promuovere una comunicazione che favorisca un clima di autenticità nei rapporti dentro la società. E’ per loro, forse, il più serio imperativo etico a cui ispirarsi per dare il proprio contributo a costruire una società migliore.
 

Vi illumini lo Spirito del Signore e l’esempio di san Francesco di Sales e di Papa Francesco.