Omelia nella Santa Messa in occasione della riapertura del Duomo di Codroipo

08-12-2013

“Cantante al Signore un canto nuovo perché ha compiuto meraviglie”. Abbiamo ripetuto più volte nel salmo responsoriale questo inno di gioia e di riconoscenza che ben interpreta i sentimenti che stiamo vivendo in questa celebrazione della santa messa in onore di Maria Immacolata. Vediamo le meraviglie che il Signore ha compiuto in mezzo a noi e per questo cantiamo un canto nuovo a lode del suo Nome.

 

La meraviglia più grande è Maria che veneriamo come Immacolata, senza alcuna ombra di peccato, tutta pervasa di amore puro per il suo Dio e per noi uomini. Nella sua provvidenza Dio l’ha voluta senza alcun peccato perché fosse il tempio santo, degno di accogliere Gesù, il Figlio di Dio Padre, che veniva incontro a noi.

 

Cantiamo oggi al Signore anche per un secondo tempio. E’ il nostro splendido duomo che da oggi la comunità cristiana torna ad abitare dopo un intelligente e appassionato restauro. So quante energie hanno profusa in questa opera meritoria il parroco Mons. Bettuzzi, d. Ilario, i consigli parrocchiali, i professionisti e i tecnici e tanti volontari.

 

Valeva la pena di impegnare intelligenza, tempo e risorse economiche perché non è stato fatto il recupero archeologico di un monumento antico. Questo duomo non è costruzione morta; è un tempio del Signore che palpita vita.

 

E’ tempio vivo perché ha accolto in passato e torna oggi ad accogliere la comunità cristiana che è il primo tempio del Signore fatto di cuori, di voci, di pietre vive che qui pregano, cantano, confessano la loro fede e il loro amore per Gesù Signore, animate dallo stesso Spirito di Dio. Il duomo con le sue linee architettoniche, pietre, opere artistiche, luci, colori, crea il clima che aiuta la fede e la preghiera dell’assemblea di credenti che qui si riunisce.

 

Per questo motivo possiamo  affermare che partecipa alla celebrazione della santa Messa e delle altre preghiere della comunità cristiana. Anche le pietre, i marmi, gli arredi entrano nella grande eucaristia che rivolgiamo a Dio Padre e a Gesù, nostro Signore per le meraviglie che ha compiuto.

 

Ma questo duomo è tempio vivo del Signore anche per un altro importantissimo motivo. E’ lo splendido testimone della tradizione di fede della comunità cristiana.

 

Oltre che nelle famiglie, è in questo duomo che le generazioni dei cristiani di Codroipo, guidati dai sacerdoti che si sono succeduti, hanno tenuto viva la tradizione di fede che avevano ricevuto. Qui l’hanno tenuto viva confessando la loro fede, celebrando la fede, cantando la fede. Qui i genitori hanno portato i figli, ricevuti da Dio, per offrirli a lui nel battesimo e per inserirli, fin da piccoli, nella comunità cristiana perché il loro piccolo cuore respirasse la fede, la preghiera, l’amore per Gesù e peri fratelli.

 

Il sapiente restauro fatto ha messo in luce tanti segni di questa tradizione di fede che le generazioni hanno inciso anche nei muri. Il duomo può essere veramente letto dalle fondamenta che mostrano successive costruzioni, al pavimento, agli altari, alle opere d’arte. E’ come un grande libro che racconta la storia di fede dei cristiani di questa parrocchia.

 

Oggi la comunità cristiana di Codroipo si riappropria del suo duomo. Facendo questo gesto, però, si assume una grande ed entusiasmante responsabilità: raccogliere la tradizione di fede che in questa chiesa respiriamo e mantenerla viva facendo del duomo il vero cuore della vita della comunità cristiana e delle famiglie; portando in braccio i nuovi figli al fonte battesimale, ora ben collocato e conducendoli per mano a partecipare alla celebrazione della santa Messa e agli altri momenti di preghiera.

 

In questo modo il duomo continuerà ad essere tempio vivo del Signore, custode di quella tradizione di fede cristiana che ha plasmato i costumi e la cultura di tutto il paese.

 

Questa è la grazia che invoco dallo Spirito di Dio in questa prima celebrazione eucaristica che viviamo nel duomo restaurato. La invoco per intercessione di Maria che è stata, come all’inizio ricordavo, il primo tempo vivo del Signore Gesù. Domani la festeggerete solennemente ricordando i 250 anni della benedizione dell’altare a lei dedicato. Ci aiuti a diventare anche ognuno noi tempio del Signore perché custodiamo Gesù nel cuore e ad essere tutti assieme l’unico tempio santo che nel suo duomo vive e confessa l’unica fede in Dio Padre. Figlio e Spirito Santo.

 

 

 

Care sorelle e fratelli queste sono meraviglie che Dio fa fatto e può continuare a compiere in mezzo a noi con la nostra libera e gioiosa collaborazione. Per questo possiamo ripetere: “Cantate al Signore un canto nuovo perché ha compiuto meraviglie”.