Omelia nella Santa Messa della Festa Diocesana della Vita

31-01-2015

Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato, san Marco ci offre un flash sulla missione di Gesù, su quali siano state le occupazioni principali delle sue giornate. Egli insegna con autorità, diffonde la parola del vangelo che tocca in profondità gli ascoltatori. Poi si avvicina ad un uomo, posseduto e tormentato dallo spirito del male, e lo libera con potenza ridonandogli una vita serena e dignitosa.
 
Le persone sono molto stupite e accorrono numerose a Gesù perché si sentono attirate da una spontanea fiducia verso di lui. Sentono di potersi fidare perché egli ha una parola di speranza mai sentita e si fa loro alleato contro il male. Accoglie con infinita compassione e tenerezza ogni uomo che si affida a lui e lo guarisce da ogni forma di male perché abbia la vita e una vita bella che conosce la gioia dell’amore gratuitamente ricevuto  e gratuitamente donato.
Nel cuore di coloro che si fanno suoi discepoli, grazie alla fede e al battesimo, Gesù riversa il suo stesso amore, per opera dello Spirito Santo. A loro affida il compito di continuare la sua missione; la missione di far sentire con il loro cuore la compassione e la tenerezza del Cuore di Gesù per ogni uomo e per la sua vita, anche quando è rovinata dal male.
 
Lo spirito del male continua ad agire contro la vita, specialmente quando la vita dell’uomo è in condizione di maggiore debolezza. Il messaggio nella Giornata per la Vita del Consiglio Permanente della CEI, ricorda, con le parole di san Paolo, che la vita dell’uomo “è seminata nella debolezza”. Un momento di particolare debolezza è proprio quando la vita viene “seminata” grazie alla fecondazione e alla gestazione nel grembo della madre.
 
In quel momento la nuova creatura è completamente inerme e dobbiamo, purtroppo, constatare che lo spirito del male sta agendo contro di essa con un crescente accanimento e, prevalentemente, in due modi: istigando a comportarsi da padroni nei confronti dell’embrione e del feto in forme sempre più sbrigative e diffondendo quella globalizzazione dell’indifferenza continuamente denunciata da Papa Francesco.
 
Da una parte c’è una spinta a legalizzare forme di intervento sempre più aggressivo nella fecondazione e più semplificato nell’aborto. Dall’altra si cerca che tutto sia come avvolto da un clima di indifferenza, complice anche una diffusa e voluta disinformazione.
In questa situazione noi cristiani siamo chiamati a continuare la missione di Gesù a favore della vita e di una vita buona di ogni persona, dal suo sorgere al suo tramontare in questa terra per passare nella vita eterna.
Ci spinge e ci illumina la compassione e la tenerezza di Gesù che abbiamo ricevuto per grazia. Chi vive questi sentimenti ha gli occhi del cuore capaci di vedere come va accolta e rispettata ogni vita umana fin dal momento in cui scocca quella scintilla misteriosa che la fa apparire tra di noi nel grembo di una madre.
 
Vogliamo annunciare la parola autorevole di Gesù a difesa della vita e della dignità di ogni persona anche quando la legislazione europea e nazionale non la tutela sufficientemente. Sappiamo che le leggi non esprimono sempre il bene migliore ma il livello di coscienza etica collettiva a cui è giunta una società; e questo livello può anche regredire. Tocca ai cristiani tenere vivo tra gli uomini il vangelo che ci ricorda che ogni bambino è figlio di Dio Padre, e in quanto tale va rispettato.
 
Mentre teniamo viva la voce del vangelo, dobbiamo essere i primi che si impegnano, con la stessa compassione di Gesù ad accogliere e custodire ogni vita umana. In questo impegno di grande carità non dobbiamo stancarci, sentendoci alleati di Gesù il quale non si stancava di accogliere ogni persona e di difenderla e liberarla dal male.
 
Rivolgo un affettuoso e riconoscente sentimento di stima e incoraggiamento a quanti nella Chiesa si stanno impegnando ad accogliere la vita umana sostenuti dalla tenerezza e dalla compassione di Gesù.
 
Penso, in particolare, ai nostri Centri di Aiuto alla Vita che ogni anno accolgono e accompagnano tante mamme che hanno bisogno solo di sorelle e fratelli che stiano loro vicino e condividano le loro difficoltà; grazie a questa fraterna carità trovano spesso la forza di non rifiutare la creatura che portano in grembo.
 
Penso anche ai tanti medici e operatori sanitari che si trovano ogni giorno accanto a donne che devono decidere se e come avere o tenere un figlio. Lo Spirito del Signore illumini la loro coscienza in mezzo a pressioni che tendono a coartare la loro libertà.
 
Penso ancora a coppie e famiglie che si rendono disponibili ad accogliere in affido e adozione bambini, segnati a volte da disabilità. Il Cuore di Gesù continui ad allargare il loro  cuore.
 
Maria, Madre di Cristo e Madre nostra preghi per tutti noi.