OMELIA NELLA SANTA MESSA DEL GIORNO DI NATALE

25-12-2010


 Care sorelle e fratelli,



Inizio questa mia omelia nella S. Messa del Natale dalle parole del profeta Isaia che abbiamo ascoltato nella prima lettura. Il profeta scrive dalla città di Gerusalemme che viveva un tempo molto difficile perché era assediata dai nemici circostanti e gli abitanti, compreso il re, avevano poche speranze di salvarsi.



Agli abitanti della città dice: ‘Come sono belli i piedi del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza’. C’è un messaggero in arrivo e i suoi piedi sono benedetti perché porta un messaggio di salvezza. E le sentinelle, che vegliavano nella notte perché i nemici, con il favore delle tenebre non facessero un’incursione, improvvisamente gridano non perché si avvicina il pericolo ma perché con i loro occhi hanno vista che sta tornando il Signore a salvare il suo popolo  e la sua città santa.



Care sorelle e fratelli che partecipate alla S. Messa del Natale, spero anch’io di essere come quelle sentinelle di Gerusalemme ed annunciare a voi che è arrivato in mezzo a noi il Signore. E’ nato nella notte a Betlemme e continua a rimanere in mezzo a noi.



Non siamo assediati da eserciti ostili come gli abitanti della città santa in mezzo a i quali viveva Isaia. Ma siamo sotto l’influenza di nemici più subdoli e silenziosi che non mirano a ferire il corpo ma a rubare l’anima.



Si ruba l’anima ad un uomo quando lo si  abitua, progressivamente, a vivere nella superficialità fino a fargli perdere il desiderio di rientrare il se stesso per stare a contatto con la propria coscienza e ascoltarla; fino a creargli un senso di fastidio quando si trova solo con se stesso nel silenzio che ognuno ha dentro di sé dove nessuno può entrare se non Dio.



Si ruba l’anima ad un uomo quando gli si crea l’abitudine ad evadere sempre da sé cercando continuamente impegni, parole, immagini, divertimenti che distraggono dal pensare in profondità a se stessi e alla propria vita per un esame serio e responsabile di come sta usando i giorni che scivolano in modo inarrestabile.



Un giorno Gesù ammonì i suoi discepoli dicendo: non temete chi vuol uccidere il vostro corpo ma chi vuol uccidere la vostra anima.



Ci sono questi nemici e sono organizzati. Sono le nuove forme di potere che non fanno più guerre e prigionieri – come ha conosciuto tragicamente in passato la nostra terra friulana – ma vogliono impadronirsi delle anime della gente. E’ questa è una prigionia più terribile che rende le persone alienate da se stesse e condizionabili nei desideri, nei criteri di giudizio e nelle scelte.



Contro questi nemici c’è salvezza ed è entrata in mezzo agli uomini il giorno di Natale con la nascita di Gesù, figlio di Maria e Figlio di Dio.



Chi è Gesù, nato a Betlemme di Giudea? Ci risponde l’evangelista Giovanni: ‘Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo’.



Per ritrovare la propria anima l’uomo deve trovare la strada per rientrare in se stesso. Ma quando si procede per una strada buia c’è bisogno di una luce che faccia vedere dove mettere i passi. Anche il percorso per rientrare in noi stessi e capirci spesso è oscuro e, a volte, poco conosciuto.



Abbiamo bisogno di una luce ma non esteriore, bensì che si accenda dentro di noi. Questa luce ci è venuta incontro, ‘la Luce vera che illumina ogni uomo’.



Ecco allora, che come il profeta Isaia a tutti voi ‘ e a me per primo ‘ dico: accogliamo la luce vera. La nuova culla di Gesù sia il nostro cuore; un cuore preparato dal silenzio e raccoglimento, dalla preghiera, dall’ascolto.



Così era il cuore di Maria che, come dice S. Agostino, concepì il suo Figlio prima nel cuore e poi nel grembo. Questo è il vero Natale, un Natale vivo che ci porta ad essere più vivi nell’anima; perché quando Gesù entra con la parola del suo Vangelo illumina la coscienza dell’uomo. Un Natale che ci guarisce l’anima e ci restituisce la libertà e la dignità di persone contro i nemici che vogliono rovinarla. Buon e santo Natale a tutti.



+ Andrea Bruno Mazzocato



Arcivescovo di Udine