Omelia nella memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti

23-01-2016
Nella festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, abbiamo ricevuto anche quest’anno il messaggio del Santo Padre per la 50ma Giornata delle Comunicazioni Sociali. Mi soffermo, per un breve momento di riflessione, sul tema che Papa Francesco ha scelto e su alcuni passaggi del messaggio.
Il contesto nel quale egli colloca le sue riflessioni è l’Anno Santo della Misericordia; per cui, il tema su cui ci invita a meditare è “Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo”. È un tema molto stimolante perché mette in luce il circolo virtuoso che può crearsi tra la comunicazione e la misericordia. Da una parte la virtù della misericordia può ispirare il cuore e la mente di coloro che lavorano nel mondo della comunicazione aiutandoli ad avere una mente più illuminata nel capire a fondo i fatti e le persone e dall’altra essi possono contribuire a far crescere tra le persone e nella società atteggiamenti e sentimenti di comprensione, di compassione, di rispetto di ogni persona, di amore della verità.
Scrive il Papa: “La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società. Com’è bello vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia. Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale. Pertanto, parole e azioni siano tali da aiutarci ad uscire dai circoli viziosi delle condanne, che continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni e che conducono ad esprimersi con messaggi di odio. La parola del cristiano, invece, si propone di far crescere la comunione e, anche quando deve condannare con fermezza il male, cerca di non spezzare mai la relazione è la comunicazione”.
Papa Francesco consegna al mondo delle comunicazioni sociali un mandato molto nobile che, però, potrebbe suonare anche utopistico considerando le complessità e i conflitti di interessi dentro i quali devono, inevitabilmente, muoversi i giornalisti e gli operatori dei mezzi di comunicazione.
Ho pensato ugualmente di rileggere le parole del Papa perché anche se i tempi sono difficili – e quando nella storia umana non ci sono stati tempi difficili – è fondamentale non perdere di vista i grandi ideali, col rischio di rassegnarsi magari ad un realismo disincantato che porta ad adattarsi troppo alla situazione con l’impressione di non poter far niente per cambiarla.
Mantenere vive nel cuore motivazioni e valori grandi può sostenerci a continuare a fare la nostra piccola parte per “creare ponti, favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società”; come ci invita a fare Papa Francesco. Spesso ci sembrerà di versare una goccia d’acqua nel deserto; ma tante gocce d’acqua possono far fiorire anche la steppa, come dice una bella profezia di Isaia.
In particolare, l’Anno Santo della Misericordia invita a gettare gocce di misericordia dentro la nostra attività quotidiana. Possiamo diffondere la misericordia anche, secondo l’indicazione del Papa, scegliendo “con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia”. Sappiamo tutti quanto le parole e le immagini siano strumenti che hanno un grande potere. Possono diventare armi che feriscono, anche mortalmente, o vere medicine che guariscono dalle ferite che portiamo nell’anima e nella memoria. Possono alimentare “i circoli viziosi delle condanne, che continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni e che conducono ad esprimersi con messaggi di odio”. Penso non occorrano esempi per riconoscere quanto sia realistica questa constatazione. Possono, invece, “far crescere la comunione e, anche quando si deve condannare con fermezza il male, si cerca di non spezzare mai la relazione è la comunicazione”.
Tutte queste espressioni di Papa Francesco meriterebbero un approfondito commento che il momento non mi permette di fare. Le lascio alla nostra meditazione personale unendo ad esse l’invito che questo sia un Anno Santo della Misericordia anche per i giornalisti. Anche nella vostra professione potete vivere qualcuna delle opera di misericordia (specialmente quelle spirituali) e contribuire a diffondere speranza e serenità nei cuori, di cui c’è tanto bisogno. Dio ve ne renderà merito.
 
Cattedrale di Udine, 23 gennaio 2016