OMELIA NELLA FESTA DEL CORPUS DOMINI

02-06-2013


 


Care sorelle e fratelli,


celebriamo la festa del Corpus Domini, del Corpo e Sangue di Cristo durante l’Anno della fede, voluto dall’amato Benedetto XVI.


Proprio per l’Anno della fede, Papa Francesco ha invitato tutte le Chiese diocesane del mondo, con i loro vescovi, ad unirsi alla preghiera di adorazione eucaristica che egli ha guidato oggi pomeriggio nella basilica vaticana. Con la celebrazione di questa S. Messa, che concluderemo con la processione per le strade della città, anche noi, cristiani di Udine rispondiamo all’invito del Santo Padre. Ci sentiamo in profonda comunione di fede con lui e con tutte le Chiese cattoliche sparse nei cinque continenti. Esse sono formate da donne e uomini di lingue, culture, razze e tradizioni molto diverse tra loro eppure c’è un legame molto forte che ci unisce: siamo tutti cristiani che hanno nel cuore una sola fede, la fede in Gesù presente in mezzo a noi nell’eucaristia.


Come a molti di voi, è capitato anche a me di viaggiare in paesi stranieri, con usi e costumi molto diversi da quelli a cui sono abituato. Eppure, quando  mi sono trovato in una chiesa cattolica a partecipare alla S. Messa, mi sono subito sentito come a casa, in famiglia. Anche se capivo poco la lingua, ho sempre avvertito un sentimento di familiarità con gli altri cristiani presenti perché avevamo la stessa fede, ascoltavamo la stessa Parola di Gesù e, specialmente, facevano tutti la comunione con lo stesso Corpo del Signore nell’eucaristia.


L’eucaristia è il più grande miracolo che Gesù ha fatto: il miracolo di riunire gli uomini dispersi in un’unica famiglia dove ci si sente fratelli e figli dello stesso Padre perché mangiamo lo stesso Pane che è Gesù stesso.


Il prodigio della moltiplicazione dei pani, che abbiamo ascoltato nel racconto evangelico, è stata una piccola anticipazione dell’eucaristia. Attorno a Gesù c’erano cinquemila uomini affamati che si sarebbero probabilmente scontrati tra loro per accaparrarsi almeno un pezzo dei cinque pani che gli apostoli avevano portato con sé. Gesù dona a tutti e in abbondanza il suo pane che ha il potere di riunirli come una grande comunità di fratelli che, con serenità e riconoscenza, mangiano lo stesso pane.


Nell’Ultima Cena, prima della sua passione e crocifissione, Gesù compie veramente il miracolo della comunione tra gli uomini. Distribuisce agli apostoli non semplicemente pane e vino ma nel pane dona il suo Corpo e nel vino il suo Sangue, nel cibo materiale dona la sua Vita divina. Investe, poi, gli apostoli e i loro successori del potere di continuare a distribuire agli uomini di ogni epoca il suo Corpo e Sangue, celebrando la S. Messa.


Tutti gli uomini che con fede partecipano alla S. Messa e fanno la comunione con il suo Corpo si ritrovano in comunione tra di loro, anche se è diversa la loro età, il paese dove abitano, il ceto sociale, la cultura.


Per usare un linguaggio attuale, possiamo dire che Gesù ha realizzato, due mila anni fa, la più riuscita globalizzazione per la quale aveva pregato Dio Padre a conclusione della sua Ultima Cena: ‘Tutti siano una cosa sola, come tu Padre sei in me e io in te .. siano perfetti nell’unità’. E’ venuto a portare il Regno di Dio in mezzo ai regni degli uomini e lo ha veramente diffuso tra tutti i popoli.


Ha inviato ovunque gli apostoli e i missionari a predicare il Vangelo e a battezzare coloro che si convertivano. Invita, poi, i battezzati a riunirsi, specialmente nel giorno del Signore, per celebrare la S. Messa e crescere nella comunione con Lui e tra di loro mangiando il Pane dell’eucaristia.


Dirlo sembra un’utopia ma è la verità: se riuscissimo tutti e sempre a vivere in sincera comunione e solidarietà tra di noi il mondo sarebbe totalmente diverso. Questa è la vera salvezza mentre le divisioni e le ingiustizie tra gli uomini sono la causa dei mali e della morte.


Gesù continua ad offrirci il suo Pane da mangiare. Continua ad invitarci ad entrare in chiesa alla domenica e a partecipare alla S. Messa per incontrare Lui e avere la sua forza di vivere la comunione in famiglia, nel lavoro, nella società.


Purtroppo dobbiamo fare una triste constatazione. Ci lamentiamo continuamente delle divisioni in mezzo alle quali viviamo, delle ingiustizie tra ricchi e poveri, della ricerca dell’interesse privato a scapito degli altri. Soffriamo per la fatica a vivere la comunione nelle famiglie, in politica, nel lavoro, nelle parrocchie. Contemporaneamente, tanti cristiani trascurano la S. Messa domenicale nella quale è il Signore stesso che ci da la forza di vivere in comunione tra noi.


Quando vogliamo farcela da soli senza l’eucaristia, aumentano le divisioni perché ci strappiamo il pane l’uno con l’altro come avrebbero fatto i cinquemila uomini se Gesù non avesse moltiplicato i pani per tutti.


In questo Anno della fede impegniamoci a tornare verso quello che è il Mistero della nostra fede: Gesù Signore che si fa nostro Cibo per fare di noi una sola famiglia di fratelli e figli di Dio Padre.